il dibattito sulle specializzazioni

Professione commercialista, mediazione occasione persa

di Edoardo Merlino*

(Johner Images RF / AGF)

4' di lettura

Leggo l'interessante articolo apparso su “Il Sole 24 ore” del 5/6/2019 dei colleghi Barbara Guglielmetti e Fazio Segantini ed a proposito delle occasioni prospettate nell'interesse della nostra professione mi chiedo se, quando le opportunità offerte dall'evoluzione normativa e tecnologica si verificano , la nostra categoria sia sempre in grado di coglierle prima e di affrontarle poi.
Il tema che mi è caro è quello della mediazione civile e commerciale.

È noto a tutti che uno dei principali problemi della giustizia in Italia è la eccessiva durata dei processi, è questo un tema che purtroppo rappresenta ancora oggi uno dei principali problemi che scoraggiano gli investitori internazionali e che colloca l'Italia in situazione di arretratezza rispetto ai paesi con i quali in genere ci confrontiamo in Europa.

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Da studi posti in essere da vari organismi nazionali ed internazionali (Istat, Doing Business ed altri) nonchè dal Ministero della Giustizia risulta che aldilà del funzionamento della giustizia nelle sue proprie componenti giudiziarie, l'eccessiva durata dei processi dipenda anche da un numero di cause pendenti notevolmente superiore a quello di altri paesi.

Si calcola infatti che in Italia il numero dei processi pendenti sia di oltre cinque milioni (fonte “Il Sole 24 Ore” ) rispetto a valori notevolmente inferiori esistenti in altri paesi europei: mediamente uno o al massimo due milioni in Francia, Germania ,Spagna ed Inghileterra.
Il problema è soprattutto delle cause in ingresso che sono di gran lunga superiori rispetto alla media europea.
Proprio per questo motivo fu introdotta in Italia, per una volta primo paese in Europa ad adottare una direttiva comunitaria, la normativa sulla mediazione civile e commerciale obbligatoria da svolgere prima della eventuale causa civile.

Questo tema fu affrontato negli anni dal 2010 al 2012 dal nostro Consiglio Nazionale che creò già nel 2010 attraverso il proprio organismo di mediazione e la Commissione Conciliazione un organismo denominato “Adr Commercialisti” network finalizzato a creare una rete di organismi di mediazione civile e commerciale dei commercialisti che fu realizzzato con l'adesione di circa 60 organismi di mediazione presso gli Ordini locali.

Fu una iniziativa meritoria e fortemente incentivante per concorrerre a risolvere uno dei probelmi della giustizia in Italia creando una mediazione di qualità mirante a risolvere i conflitti prima del loro approdo in Tribunale andando quindi ad incidere sul monte delle cause civili in ingresso.

Il tema della mediazione civile e commerciale, soprattutto riguardo alla obbligatorietà, fu oggetto di grandi ed accesi dibattiti nel 2012 in concomitanza con la nota sentenza della Corte costituzionale che dichiarando l'eccesso di delega del Dgls 28/2010 sul punto della obbligatorietà del tentativo di mediazione prima di avere accesso alla causa civile,ne sospese l'ingresso nel nostro sistema.

Il tiro fu poi corretto con la successiva riforma entrata in vigore a seguito della novella portata dall'articolo 84 del decreto legge 69/13 che, accogliendo i rilievi della Corte costituzionale ripristinò la obbligatorietà dello svolgimento della mediazione con alcune modifiche ed indicando i temi di applicabilità dell'istituto.

In tale occasione il nostro Consiglio nazionale avrebbe potuto, ed a parer mio dovuto, battersi per una valorizzazione dellla nostra categoria che si era già mossa in anticipo organizzando strutture adeguate e formazione di grande qualità ed invece,anche a causa del commissariamento nel 2012 del nostro Consiglio Nazionale l'iniziativa passò ad altra categoria professionale, quella degli avvocati, marginalizzando il nostro intervento nella mediazione che di fatto ora è diventata una mera procedura giudiziaria, obbligatotria in taluni casi, ma priva degli effetti sperati.

Il progetto che, a Roma con la creazione del Cprc dell'Odcec di Roma era stato avviato già dal 2008 quindi ancor prima della normativa sulla mediazione civile e commerciale, era quello della prevenzione e risoluzione dei conflitti soprattutto tra le imprese dove noi commercialisti avremmo potuto offrire le migliori professionalità sul campo a livello nazionale e locale proprio per dirimere controversie di natura economica, fiscale e societaria.

Il punto qualificante di quel progetto fu quello di costituire un organismo, il Cprc, per offrire al mondo delle imprese uno strumento valido per dirimere le controversie sia in via preventiva attraverso l'inserimento di clausole di mediazione e di arbitrato amministrato negli atti e negli statuti e il monitoraggio dei rapporti a rischio sia la ricerca di soluzioni compositive attraverso la mediazione che rispondessero a requisiti di economicità rapidità e qualità, tutti fattori rilevanti e forse decisivi per il mondo delle imprese.

I commercialisti per la loro natura hanno le giuste professionalità esprimibili a tutti i livelli per affrontare e risolvere i conflitti di impresa potendo, aldilà delle specializzazioni, che al momento non esistono, offrire competenze adeguate su tutti i temi che nel conflitto coinvolgono l'impresa ed intervenire o in qualità di mediatori o di assistenti alle parti nella mediazione o come consulenti tecnici nello stesso ambito.

Purtroppo le iniziative allora avviate non furono poi sufficientemente supportate dagli Organi a ciò deputati, con la conseguenza di perdere l'ennesima occasione di valorizzazione della nostra categoria soprattutto nell'interesse dei commercialisti più giovani e funzionale al nobile scopo di una generale pacificazione sociale ed alla riduzione consistente delle cause in ingresso nel sistema giudiziario.

Quando si affronta, quindi, il tema delle prospettive della nostra categoria occorre guardare anche agli errori compiuti ed alle occasioni mancate che tuttavia potrebbero esserci ancora se solo si uscisse dalla vuota lamentazione e dai discorsi di carattere generale e si affrontassero le sfide quando devono essere affrontate con maggiore determinazione e convinzione.

ex segretario generale del Cprc ed ex presidente della commissione
Arbitrato e Conciliazione dell'Odcec di Roma dal 2008 al 2016

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