il dibattito sulle specializzaioni

Specializzati per nuove competenze

di Vincenzo Giada

(thodonal - Fotolia)

1' di lettura

Le mie riflessioni partono dal cuore infranto dalla scorrettezza di un sistema che si arroga il diritto di truffare intere generazioni, a beneficio di pochi singoli autoproclamatisi «professori di eventi». Ebbene sì, oggi esiste il professore di evento, che poco sa di leggi e della materia di cui parla, ma che grazie al ruolo di professore di evento riesce a vendersi alle istituzioni come massimo esperto in materia; il lavoro, poi, lo faranno quei giovani che probabilmente non potranno permettersi la specializzazione, non avranno mai il primo incarico, insomma, non faranno mai parte del sistema. Le specializzazioni: valide se propedeutiche ad acquisire nuove competenze inesplorate; inaccettabili, inutili e truffaldine se vanno avanti così come proposte. Secondo la mia modesta opinione si potrebbe pensare, attraverso il percorso di specializzazione, di ottenere per i commercialisti il patrocinio in Cassazione, la redazione di atti oggi competenza esclusiva di notai, ed ulteriori attività oggi riservate ad altre professioni che viceversa potranno specializzarsi in materie a noi riservate. È impensabile pagare per qualcosa in cui si è già specializzati, la specializzazione così come concepita, può solo essere un percorso post universitario per giovani indecisi.

Mi piace pensare a un mondo professionale libero dove, grazie allo studio, alla specializzazione, alla volontà ed alla capacità di acquisire nuove competenze, si possa, una volta ottenuta la laurea e l’iscrizione ad un albo, muoversi da un campo all’altro con il superamento di un apposito master o Saf.

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L’intervista con Miani

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