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Speculazione sui giovani da Christie's New York

Offerti 31 lotti dopo il ritiro importante di due Basquiat. Le speculazioni del passato portano a perdite, quelle nuove a record ingiustificati. Forte ruolo dell'Asia

di Giovanni Gasparini

ANNA WEYANT (B. 1995). Summertime, signed and dated ’Anna Weyant 2020 ♡’ (on the reverse) oil on canvas /30 x 40 in. (76.2 x 101.6 cm.). Painted in 2020.

4' di lettura

Il catalogo di 33 lotti proposti da Christie's sotto la targhetta del 21° secolo la sera del 10 maggio a New York ha fuso insieme due mercati separati: una ventina di opere effettivamente eseguite negli ultimi 20 anni, spesso da meno di tre anni, e le rimanenti di artisti ed opere risalenti all'ultimo ventennio del 20° secolo, a loro volta star del mercato di un decennio fa.
Complessivamente i 31 lotti venduti dopo il ritiro di due lavori di Basquiat, fra cui ‘Portrait of the Artist as a Young Derelict', trittico del 1982 dalla stima a richiesta di 30 milioni di $ che non era stato protetto da una garanzia, hanno portato 103 milioni dollari, entro la stima di 76-106 milioni e meno della metà dell'asta dell'anno scorso, compensata però dalla collezione Ammann dispersa il giorno prima.

Nonostante il numero ridottissimo di lotti, ci sono volute due ore, soprattutto, a causa della partecipazione da remoto di clienti basati in Asia, e forse sarebbe stato meglio condurre a Hong Kong l'asta anziché portare a New York una banditrice visibilmente affaticata che ha dovuto gestire salti di catalogo a causa del ritiro all'ultimissima ora di un lotto da copertina. Ma si sa oramai che alle case d'asta il pubblico in sala interessa poco, avendo deciso che il formato da imbonitori televisivi funziona meglio in un mercato talmente pilotato da rendere sostanzialmente inutile l'opera d'arte e la sua esperienza diretta.

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Speculazione asiatica su nuovi nomi

Otto dei primi dieci lotti dell'asta erano opera di artisti nati fra gli anni ‘80 e ‘90, fra cui spicca il primo lotto della ventisettenne Anna Weyant, con una tela melanconica dal sapore classico tipico di chi ha imparato a dipingere in accademia ma non ha nulla di nuovo da dire, ‘Summertime' del 2020, contesa fino a 1,5 milioni da una stima invero già elevatissima di 200-300mila $. La tela è siglata anche con un cuoricino, come si fa fra gli adolescenti, forse un pensiero dell'artista al suo partner attuale Larry Gagosian, non un omonimo ma proprio il 77enne gallerista più ricco al mondo che ha notoriamente un debole per le giovani donne bionde e di gentile aspetto..

Passiamo poi all'artista di colore del momento, il ghanese Amoako Boafo, con un ritratto su carta in quattro parti ‘Yellow dress' del 2018, venduto a 819.000 $ da una stima di 250-350mila $, artista ‘prodotto' della nota ‘gang' di operatori/speculatori sul mercato Rubell-Deitch-Simchowitz-Baer, cui pare si siano accodati anche i Mugrabi, altro famiglia dedita a trasformare dipinti in dollari. Segue l'artista immigrato di origini pakistane Salman Toor, il cui ‘Girl and Boy with a Driver' del 2013 è stato aggiudicato per 882mila $, oltre quattro volte la stima alta. Non poteva mancare una tela dai toni acidi di Shara Hughes ‘Spins from Swiss' del 2017 che ha sfiorato 3 milioni di dollari da una stima di 500-700mila $, nuovo record, a cui segue il record per il giovane autodidatta di origine cinese suicida Matthew Wong con ‘Green Room' del 2017 conteso sempre da clienti asiatici fino a 5,3 milioni da una stima di 1,5-2 milioni di $.

MATTHEW WONG (1984-2019). “Green Room”, signed in Chinese, titled ‘GREEN ROOM' and dated in Chinese (on the reverse) oil on canvas 96 x 72 in. (243.8 x 182.9 cm.) Painted in 2017.

Nuovo record per un'altra artista di Gagosian, Ewa Juszkiewicz a 1,5 milioni, 5 volte la stima alta, per una oramai nota interpretazione di un ritratto dipinto classico, questa volta del povero Boilly, ma in chiave 2019, per di più con risparmio fiscale incluso in quanto venduto da una associazione caritatevole polacca per la storia ebraica. Record per il gallerista tornato alla pittura Joel Mesler con il neo-pop ‘To Life' del 2020 a 907mila $ (stima 100-150mila $), mentre il 65enne ivoriano Ouattara Watts, per un breve periodo amico di Basquiat, ha realizzato 781mila $ con un collage di grandi dimensioni ‘Afro Beat' del 2011.

OUATTARA WATTS (B. 1957). “Afro Beat”. signed twice, titled, inscribed and dated ’Ouattara Watts Ouattara Watts AFRO BEAT 2011 - New York’ (on the reverse) acrylic, oil, oilstick, metallic paint, and inkjet on canvas collage on canvas. 96 1⁄2 x 97 in. (245.1 x 246.4 cm.). Executed in 2011.

È interessante come l'attuale mercato dell'arte di alto livello, uno dei principali luoghi di espressione del potere del denaro in ambito mondiale, trasformi in marketing ed investimenti i principi ideologici identitari post-moderni e post-marxisti che prevalgono in ambito curatoriale ed intellettuale, fomentando un gioco speculativo che ha sempre bisogno di ‘novità' fresche da fagocitare.

HELMUT NEWTON (1920-2004). “Big Nude III” (Variation), Paris. signed, titled, dedicated ‘For Rudi!' and numbered ‘e.a.I' in ink on accompanying certificate of authenticity gelatin silver print, flush-mounted on board framed: 77 1⁄4 x 43 5⁄8 in. (196.2 x 110.8 cm.) Photographed in 1980 and printed in the 1990s, this is the only hitherto recorded print of this image.

Perdite per i grandi nomi del recente passato

Se i recenti speculatori volessero capire cosa accadrà ai loro trofei freschi di pittura nel giro di un lustro o due (se saranno fortunati), basterebbe fare attenzione ai realizzi dei ‘grandi nomi' nella stessa asta. Ad iniziare da una grande tela astratta di Gerhard Richter del 1994, già venduta dieci anni fa dalla collezione di Eric Clapton, aggiudicata dopo un solo rilancio alla garanzia di 33 milioni di $, con una perdita di oltre un milione per il venditore; l'unica a guadagnare sempre è la casa d'aste che porta a casa 3,5 milioni di commissioni che hanno portato il prezzo finale a 36,5 milioni di dollari, appena sopra la stima a richiesta di 35 milioni. Stessa sorte con ogni probabilità per una scritta a smalto su alluminio di Christopher Wool del 1988, finita al garante per 7 milioni, sotto la stima di 8-12 milioni, che diventano 8,4 milioni con le commissioni. Probabilmente salvata dalla garanzia anche una tela di Nara del 1995 ‘Be Happy' con la solita ragazzina minacciosa che distingue la ripetitività dell'artista, passata di mano a 6,4 milioni con le commissioni da una stima di 5,5-7,5 milioni di $. È finita sotto la stima alla garanzia anche un ‘Lobster' in edizione di tre di Jeff Koons, a 3,8 milioni da una stima di 3,5-5,5 milioni di $, provocando diversi milioni di perdita per il collezionista che lo aveva comperato in asta sei anni fa per quasi 7 milioni di $. Due lavori degli anni ‘80 hanno portato, invece, a prezzi record per un grande nudo femminile a grandezza naturale del fotografo Helmut Newton conteso fino a 2,3 milioni, quasi il doppio della stima alta, e un dipinto suggestivamente erotico di Eric Fischl del 1982 di oltre due metri, che ha raddoppiato la stima bassa a 4,1 milioni di $. Altri due lavori di artisti già affermatisi nell'ultimo decennio sono passati di mano sotto la stima bassa dopo un solo rilancio, opere di Mark Grotjhan e Adrian Ghenie, beniamini nel mercato di un passato recente.

GERHARD RICHTER (B. 1932). Abstraktes Bild signed, inscribed and dated ‘809-4 Richter 1994' (on the reverse) oil on canvas 88 5⁄8 x 78 3⁄4 in. (225 x 200 cm.) Painted in 1994.

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