Spid e carta d’identità elettronica: arriva la norma per il portafoglio digitale
Quando sarà pronto l’It Wallet, il portafoglio digitale con i nostri principali documenti, Spid resterà in campo ma con raggio d’azione più limitato.
di Carmine Fotina
I punti chiave
2' di lettura
Il governo è pronto al riordino dell’identità digitale. Quando sarà pronto l’It Wallet, il portafoglio digitale con i nostri principali documenti, Spid resterà in campo ma con raggio d’azione più limitato. Sarà una norma, da inserire in un provvedimento di legge già nelle prossime settimane, a lanciare il wallet italiano.
Il documento
Le novità sono contenute in un documento esaminato il 6 luglio in una riunione del Comitato interministeriale per la transizione digitale presieduta dal sottosegretario con delega all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti. Il portafoglio digitale italiano, che si inserisce nel progetto europeo European digital identity wallet, dovrà «razionalizzare ed evolvere gli schemi attuali di identità digitale verso un unico strumento», si legge nel testo visionato dal Sole 24 Ore.
Lo Spid in alcuni casi non basterà
Con l’IT Wallet potremo avere sullo smartphone una serie di documenti: in una prima fase tessera sanitaria, carta della disabilità, poi la patente di guida e a seguire altri “attributi” digitali, anche di fornitori privati.
Questo “portafoglio” sarà disponibile accedendo all’app IO oggi utilizzata per i principali servizi della Pa. E all’app IO, a sua volta, potremo accedere con due principali modalità: la carta d’identità elettronica (Cie) almeno di livello 2 oppure lo Spid, sempre di livello 2 (oltre a nome utente e alla password, occorre un codice temporaneo di accesso OTP).
Ma poi, in ragione dei maggiori livelli di sicurezza richiesti da alcuni servizi (pensiamo a quelli bancari), scatterà un ulteriore filtro. In sostanza, per i servizi più “critici”, se si attiverà l’It Wallet con Spid si renderà necessario comunque un passaggio con la più sicura carta d’identità elettronica di livello 3 (in questo caso serve anche l’utilizzo di lettore o uno smartphone dotato di tecnologia Nfc per la lettura della Cie).
Insomma più sale il livello di sicurezza richiesto dai servizi, e dai requisiti del regolamento europeo eIDAs, e più cresce il filtro di accesso. Così Spid, per certi servizi, non basterà più.
La legge in arrivo
Il Dipartimento per la transizione digitale sta da tempo lavorando al progetto IT Wallet con una serie di società pubbliche coinvolte, in primis PagoPa, Sogei e Istituto poligrafico dello Stato. Il Dipartimento propone di emanare una norma chiave, già entro luglio, per poi approvare i primi decreti attuativi e le regole tecniche entro il 31 ottobre, arrivare al rilascio di una versione dimostrativa entro dicembre e al rilascio di quella pubblica entro il 30 giugno 2024, anticipando la release del portafoglio europeo oggi prevista per il 2026. La norma allo studio (un’ipotesi è che entri nel decreto legge sugli asset strategici/Tlc) dovrebbe istituire il “portafoglio pubblico italiano di identità digitale”, con previsione di diritti speciali per le società pubbliche coinvolte e con delega a successivi provvedimenti attuativi per la definizione degli standard tecnologici, delle modalità di funzionamento, della sostenibilità economica del progetto e delle regole per l’accreditamento dei fornitori privati.
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