Intelligenza artificiale

Spindox accelera sull’Ict tra motor valley e polo dei big data

di Ilaria Vesentini

3' di lettura

Partita da Maranello per affiancare lo sviluppo dell’auto connessa, con un parco clienti nella motor valley che annovera Ferrari, Lamborghini, Maserati, Marelli, è entrata ora come azionista – al fianco di università e Centro nazionale delle ricerche - in Mister, il consorzio che gestirà il Tecnopolo CNR di Bologna, hub del trasferimento tecnologico all’industria che si affianca all’altro Tecnopolo, quello sui Big Data, che sta trasformando la città emiliana nel cuore del supercalcolo europeo. Protagonista è Spindox, Pmi sbarcata sull'Aim l’anno scorso abituata a lavorare dietro le quinte dei distretti manifatturieri emiliani e dei brand altisonanti, come system integrator e sviluppatore Ict: è l'enzima che accelera la transizione nell'era digitale delle imprese tradizionali e il suo ruolo sarà sempre più strategico con l’arrivo delle risorse “a tempo” del Pnrr. I numeri lo confermano: partita da zero nel 2008, Spindox è arrivata in pochi anni a posizionarsi fra le top 50 imprese del settore Ict in Italia per volume d'affari e ai primi posti per tassi di sviluppo: +21% la crescita media ogni anno dal 2017 a oggi, con un fatturato più che raddoppiato nel quinquennio, da 32,2 milioni ai 66,7 milioni dell'ultimo consuntivo.

«Siamo anche una delle pochissime realtà del settore Ict che ricorre quasi esclusivamente a personale dipendente, non a consulenti. Abbiamo 800 persone attualmente in organico, di cui 160 solo a Maranello, il nostro hub automotive, dove investiremo altri 6 milioni di euro e dove assumeremo entro fine anno altri 20 laureatiin materie tecnico-scientifiche per sviluppare un progetto industriale di smart mobility», racconta Paolo Costa, cofondatore e direttore marketing nel gruppo, saldamente in mano ai soci-manager italiani (il flottante è il 18%) con otto sedi in Italia (oltre a Maranello, Milano, Roma, Torino, Cagliari, Trento, Bari e Ivrea) e quattro filiali estere tra Spagna, Svizzera, Regno Unito e Usa.

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L'automotive è stato il trampolino per percorrere la nuova strada nella “data valley” emiliana, dove Spindox intende affermare il suo ruolo di problem solver di fronte alle sfide 4.0, lì dove servono risposte di frontiera e sperimentazione: «Non ci occupiamo di soluzioni commodities – sottolinea Costa - ma di prodotti innovativi e disruptive. Abbiano competenze e laboratori di ricerca interni (a Trento, lo SpindoxLab, ndr) per sviluppare sistemi proprietari di intelligenza artificiale (computer vision, natural language processing, predizione, simulazione), IoT e modellazione 3D». Come il brevetto Ublique©, la piattaforma di decision intelligence (che integra modelli di ottimizzazione matematica e machine learning), appena scelta da Enel per inventariare magazzini e centrali elettriche.

«L'ecosistema innovazione dell'Emilia-Romagna è uno dei migliori in Italia, vogliamo esserci e investirci», sottolinea Costa, che conta di confermare anche quest’anno una crescita prossima al 20% e precisa che «il +10% messo a segno nel 2020 a causa dell'effetto Covid non è il nostro standard».

Tra i progetti innovativi rientra anche quello cofinanziato dalla Regione, grazie alla legge 14/14 per attrarre investimenti, che porterà Spindox a potenziare il sito di Maranello (6 milioni di investimenti entro il 2024, di cui 2 di contributo regionale) per sviluppare la mobilità sostenibile autonoma in ambito urbano, anche per i non vedenti. «Stiamo lavorando da anni – spiega il fondatore - sulle auto connesse con grandi competenze nella localizzazione e nel telerilevamento (è di Spindox tutta la tecnologia per rilevare le vetture in prova di Maserati, ndr), ora travasiamo questo know-how sulla mobilità urbana. Siamo stati chiamati anche dalla comunità di Barcellona per lavorare con l'Università della Catalogna e il Politecnico di Valencia sull’ottimizzazione del sistema locale di car sharing».

A Bologna, invece, è fresco di firma l'ingresso di Spindox nel capitale di Mister Smart Innovation (Mister), società consortile che tra i soci annovera il CNR e le università di Ferrara e di Parma e ha la mission di accelerare lo sviluppo tecnologico delle imprese industriali italiane ed essere la porta di accesso a tutta la rete CNR, nonché di gestire il Tecnopolo CNR di Bologna. «Entriamo con il ruolo specifico di integratore fra le tecnologie abilitanti di big data, data analytics, intelligenza artificiale – precisa Costa - e per supportare lo sviluppo dei materiali innovativi attraverso matematica applicata e machine learning, costruendo modelli di simulazione di leghe speciali e compositi e, in prospettiva, di rendere più efficiente la sintesi dei cosiddetti materiali quantistici, come i superconduttori».

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