Sport e cibo: per barrette e alimenti per atleti (e non solo) vendite a 184 milioni
Secondo NielsenIQ solo nel 2022 questo tipo di acquisti è cresciuto del 46% e il trend prosegue. Anche nei formaggi e nei legumi le etichette mettono in rilievo l’alto contenuto proteico e l’assenza di zuccheri
di Manuela Soressi
3' di lettura
Italiani, popolo di santi, poeti, navigatori e… atleti. Perlomeno a tavola, vista l’escalation dei prodotti destinati all’alimentazione sportiva. Nel 2022 le vendite in Gdo sono aumentate di circa il 46% sia a valore sia a volume rispetto all’anno precedente, arrivando a superare i 184 milioni di euro (fonte NielsenIQ). E i primi dati del 2023 confermano questo trend, in controtendenza rispetto alla spesa alimentare generale.
Che barrette, integratori e alimenti ricchi in proteine siano le superstar del momento lo indicano altri due altri fattori. Il primo è che chi già comprava alimenti per sportivi ora ne acquista sempre di più. Nell’arco di dodici mesi la frequenza con cui sono stati messi nel carrello della spesa è cresciuta dell’11,5% e i volumi per atto d’acquisto sono aumentati del 6,6%, rileva NielsenIQ. Il secondo aspetto significativo è che sono entrati in una casa italiana su tre, passando dai 6,7 milioni di famiglie del 2021 agli 8,1 milioni del 2022.
«Alla luce di questi dati non possiamo più parlare di una moda ma di una vera e propria abitudine di consumo, trasversale alle diverse fasce di età e di reddito, comprese quelle più basse», spiega Marco Pellicci, sales director Smb di NielsenIQ. Un ruolo importante si deve ai discount, che in un anno ne hanno aumentato le vendite del 50,2% e da cui oggi transita il 12,5% del giro d’affari totale dell’alimentazione sportiva. Il discount è determinante soprattutto per i prodotti posizionati come “ricchi in proteine”, che anno su anno raddoppiano la loro penetrazione nelle famiglie, come emerge dal’analisi di Gfk Italia.
Dietro questo fenomeno di massa c’è il bisogno di prendersi cura del proprio benessere, fisico e mentale, priorità numero uno del 2023 per il 31% degli italiani e numero tre per un altro 25 per cento. Oggi, quindi, oltre la metà della popolazione è attenta a stare bene e modula anche la spesa sulla base di questo buon proposito. Un atteggiamento che sta trainando l’espansione del mercato del cosidetto “good for me”, come i prodotti senza glutine, la frutta secca e le bevande salutistiche (ad esempio le acque aromatizzate).
Ma cosa accomuna, nei fatti, alimenti tanti diversi tra loro? Alcune caratteristiche nutrizionali riassunte nei claim che oggi vanno per la maggiore, come l’alto tenore proteico, il basso apporto calorico e l'assenza di zuccheri aggiunti. «La nostra linea di barrette The Protein Deal ha tutte queste caratteristiche ed è il best seller di categoria nei supermercati», afferma Giulio De Masi, direttore generale area commerciale Italia di Enervit, che ha chiuso il 2022 con 76,3 milioni di euro di ricavi consolidati e 4,2 milioni di euro di utile netto (rispettivamente +17,8% e +15,8% rispetto al 2021), realizzando in Gdo quasi l’80% delle vendite sviluppate in Italia.
Del resto i retailer (discount compresi) danno sempre più spazio all’alimentazione sportivo-proteica e l’offerta a scaffale continua a crescere sia per il cosiddetto “marketing delle etichette”, per cui vengono enfatizzate caratteristiche prime sottaciute (ad esempio l’apporto in proteine dei legumi, come sta facendo Bonduelle con le nuove Protein Salad), sia per i tanti lanci di nuovi prodotti, come le fettine di formaggio altoproteiche in arrivo da Inalpi. A metà maggio sarà a scaffale l’ultima novità di Milk Pro, brand che ha aperto il mercato dell’alimentazione proteica nella Gdo italiana e di cui è leader a volume: è un sostitutivo del pasto, nutrizionalmente calibrato, che porta nei supermercati una tipologia di prodotti finora riservata alle farmacie.
«Crediamo che il proteico rappresenti la salvezza per il mondo del latte e che ci sia ampio spazio per fare innovazione», afferma Bernhard Tschurtschenthaler, amministratore delegato di Latteria Nöm, che su questo filone ha costruito il suo business. Dapprima introducendo in Italia il kefir, di cui è leader di mercato e con cui fattura al consumo circa 71 milioni di euro, e poi creando il mercato del proteico con Milk Pro, che oggi supera i 120 milioni di euro di sell-out. Entrambi continuano a crescere a doppia cifra anche in questi ultimi mesi, tanto che l’azienda conta di di arrivare, a fine 2023, a 260 milioni di euro di ricavi contro i 182 milioni dell'anno scorso.
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