Donne e sport, al via il professionismo e le tutele sul lavoro
Tutele lavoristiche e previdenziali per tutti i lavoratori, novità per Asd e Ssd, abolizione del vincolo sportivo e al via definizione di cavallo-atleta
di Marcello Frisone
I punti chiave
3' di lettura
Adesso è una possibilità. Il via al professionismo negli sport femminili potrà essere deliberato dalle Federazioni sportive nazionali entro il 2 marzo 2022 (non più il 1° giugno 2021), per poi diventare definitivo entro il 31 dicembre 2022. È una delle tante novità (la cui entrata in vigore è cambiata nel corso di 24 ore dopo il varo del decreto Sostegni di venerdì 19 marzo) della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n.67 del 18 marzo 2021 del Decreto legislativo n.36 del 28 febbraio 2021 (non più in vigore dal 2 aprile prossimo ma dal 1° gennaio 2022). Il provvedimento (in attuazione dell'articolo 5 della legge 8 agosto 2019, n. 86) riforma le disposizioni in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici, nonché di lavoro sportivo. Tante le novità (dalle tutele lavoristiche e previdenziali per tutti i lavoratori nel mondo dello sport, alle Associazioni e società sportive dilettantistiche, dall’abolizione del vincolo sportivo, alla definizione di cavallo-atleta), ma vediamo nel dettaglio quella del professionismo degli sport femminili.
Professionismo sport femminili
Il Dlgs appena approdato in Gazzetta Ufficiale istituisce il «Fondo per il professionismo negli sport femminili» che ha una dotazione complessiva di 10,7 milioni (2,9 per il 2020, 3,9 per il 2021 e 3,9 milioni per il 2022). Entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore (il 1° gennaio 2022) del decreto pubblicato il 18 marzo 2021, dunque, le Federazioni sportive nazionali che intendono accedere al Fondo devono deliberare il passaggio al professionismo sportivo di campionati femminili: questo dovrà poi avvenire definitivamente entro il 31 dicembre 2022.
Le Federazioni sportive nazionali che avranno poi deliberato il passaggio al professionismo sportivo di campionati femminili, potranno presentare la domanda di accesso al Fondo se l'utilizzo dei finanziamenti richiesti è finalizzato:
- per il 2020, nel far fronte alle ricadute dell'emergenza sanitaria da Covid-19 . In particolare, al sostegno al reddito e alla tutela medico-sanitaria delle atlete, allo svolgimento di attività di sanificazione delle strutture sportive e di ristrutturazione degli impianti sportivi;
- per il 2021 e il 2022, invece, alla riorganizzazione e al miglioramento delle infrastrutture sportive, al reclutamento e alla formazione delle atlete, alla qualifica e alla formazione dei tecnici, alla promozione dello sport femminile, alla sostenibilità economica della transizione al professionismo sportivo e all'allargamento delle tutele assicurative e assistenziali delle atlete.
Modalità di accesso al fondo
Entro il 1° febbraio 2022 (non più 2 maggio 2021) saranno inoltre definite le modalità di accesso al Fondo con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Le Federazioni sportive nazionali che hanno avuto accesso al Fondo dovranno presentare ogni 6 mesi un resoconto sull'utilizzo delle risorse, sentite le associazioni delle sportive, le associazioni delle società e le associazioni degli allenatori.
Promozione della parità di genere
Non solo. Il Decreto legislativo n.36 del 28 febbraio 2021 prevede che le Regioni, le Province autonome e il Coni dovranno promuovere la parità di genere a tutti i livelli e in ogni struttura, favorendo l'inserimento delle donne nei ruoli di gestione e di responsabilità delle organizzazioni sportive e al proprio interno.
Il Coni stabilirà con regolamento i principi informatori degli statuti delle Federazioni sportive nazionali, delle discipline sportive associate e delle associazioni benemerite mediante l'indicazione:
- delle varie aree e ruoli in cui promuovere l'incremento della partecipazione femminile;
- delle misure volte a favorire la rappresentanza delle donne nello sport.
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