Sport, i protagonisti (nel bene e nel male) di un anno indimenticabile
Una carrellata in ordine alfabetico per ricordare successi e cadute del 2021
di Dario Ceccarelli
7' di lettura
Il 2021, anche se per tanti motivi non verrà troppo rimpianto, è stato eccezionale per lo sport italiano. Un anno da incorniciare che resterà impresso nel futuro come è avvenuto per il 1982 (il Mondiale di Paolo Rossi) o per le Olimpiadi di Roma del 1960. Qui ricordiamo i principali protagonisti e protagoniste in una personalissima galleria di ritratti dove sicuramente, non per pregiudizio, qualcuno mancherà. Non ce ne vogliano i lettori, anzi ci aiutino a ricordare chi abbiamo dimenticato.
ALLEGRI MAX (5). Cominciamo male. Il pluridecorato allenatore bianconero, teorico del “corto muso “, cioè del massimo risultato con il minimo sforzo, finora ha paradossalmente raggiunto l’obiettivo opposto: il minimo risultato con il massimo sforzo. Pazienza, nessuno è perfetto. Nel girone di ritorno, in questo calcio liquido, il conte Max avrà probabilmente modo di recuperare il tempo perduto. Nonostante i suoi non brillanti risultati, guadagna come un sultano del Brunei (8,5 milioni a stagione per 4 anni). Un mito.
AGNELLI ANDREA (4). Non è uno sportivo, però è un formidabile incassatore. Che resta sempre in piedi. Nel 2021 il presidente della Juventus ha quasi sbagliato tutto (Superlega, caso Suarez, vicenda plusvalenze, varie ed eventuali) ma va avanti imperterrito come se nulla fosse. Per contrappasso, deve però pagare il Conte Max.
ARBITRI ITALIANI (4). Da quando c'è il Var, non ne fanno una giusta. Riescono nella non facile impresa di complicare alla potenza quello che sarebbe un gioco semplice. Inutilmente protagonisti, si spera che il 2022 porti agli arbitri consiglio. Altrimenti bisognerà ricorrere a un nuovo vaccino per farli guarire dalla contagiosa variante del Super Io.
BERRETTINI MATTEO (8). Per il tennista romano, 25 anni, è stata una stagione eccezionale. Finalista quest'anno a Wimbledon, è l'unico italiano ad essere arrivato almeno agli ottavi in tutti gli Slam. Guarito dall'infortunio di Torino, è già in pole position per una partenza a tutto gas in Australia e negli Usa. Un consiglio: Matteo sei forte, ma non indistruttibile, come dimostrano i tuoi frequenti incidenti muscolari. Ogni tanto rallenta.
Anche Jannik Sinner, 20 anni, merita un bell'otto. Talento straordinario, ha ulteriori margini di miglioramento come tutto il tennis italiano, tornato d'autorità alla ribalta mondiale.
FERRERO MASSIMO (3). L'ex patron della Sampdoria dopo 18 giorni di carcere è tornato a casa per Natale. Accusato di bancarotta (4 società) avrebbe distratto oltre 13 milioni. Per “Viperetta” la festa è comunque finita. Quello che stupisce è come abbia potuto, con il suo curriculum, diventare presidente della Sampdoria. A qualcuno, in Lega e in Federazione, dovrebbero fischiare le orecchie. Ma il mondo del calcio da tempo è sordo come una campana.
GANNA FILIPPO (8). Un anno straordinario per il cronoman piemontese. Lascia il segno dovunque corra, il nostro signore degli anelli. A Tokyo, ai Mondiali, al Giro d'Italia. Formidabile in pista, ma altrettanto dotato in strada.Come Mattarella, non deve farsi tirare troppo da chi vorrebbe farlo diventare qualcos'altro. È uno specialista del tempo, godiamocelo così.
GASPERINI GIAMPIERO (5). Ottimo allenatore, che ha dato le ali all'Atalanta. Però… Però… Troppe polemiche, troppe invettive. Rischia di far diventare antipatica una squadra molto simpatica. Caro Gasp, non hai ancora vinto niente: torna sulla Terra, anzi torna in panchina.
GOGGI SOFIA (8). Fantastica, travolgente, esplosiva come tutte le ragazze dello sci femminile. Sofia si è impiantata (con le parole) solo quando il presidente Mattarella le ha consegnato il tricolore per i prossimi Giochi invernali di Pechino. Ormai manca poco più di un mese all'avventura cinese. Sofia è in una forma strepitosa: sette vittorie nelle ultime sette discese. Neanche un anno fa, per una banale caduta non potè partecipare ai mondali di Cortina. Dopo quella batosta, con la stampella del cuore, si è rialzata tornando a stravincere. Tropo forte, troppo generosa. L'unico suo difetto è che non sa risparmiarsi.
IBRAHIMOVIC (7,5). Il totem milanista, a 40 anni suonati, continua a tener banco sia in campo sia nelle sue innumerevoli attività di One Man Show. Carismatico, indiscutibile. Se poi, tra un libro e un Festival di Sanremo, riesce anche a far vincere lo scudetto al Milan, i tifosi rossoneri gliene sarebbero ancora più grati.
JACOBS MARCELL (8). Che dire? Quando un atleta trionfa nei 100 metri e nella staffetta 4x100 alle Olimpiadi, non si può aggiungere altro. Solo ringraziarlo e ringraziarlo ancora. Tra un ringraziamento e l'altro si potrebbe amichevolmente ricordargli che un campione olimpico, dopo sei mesi di riposo, potrebbe cortesemente tornare al lavoro. Sui rotocalchi in mille pose lo abbiamo già visto abbastanza. Torni in pista, please.
INZAGHI SIMONE (7,5). Ha portato l'Inter (14 successi e un solo ko) al titolo di Campione d'Inverno facendola giocare con la forza della leggerezza. In più, e questa è la sua vera impresa, è riuscito a farci dimenticare il suo predecessore, quell’Antonio Conte che, pur guadagnando perfino più di Max Allegri, sembra sempre sull'orlo di una crisi di fame. Bravo Inzaghi, ottimo lavoro. Se poi vinci lo scudetto, vedrai che anche Arrigo Sacchi dirà che sei bravo.
LE RAGAZZE DEL TRIPLETE (10). Dalle Olimpiadi alle Paralimpiadi ricordando quella foto bellissima diventata il poster dell'Italia sportiva nel mondo: parliamo di Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contraffatto avvolte nel tricolore dopo il triplete nella finale dei 100 metri a Tokyo. Un manifesto della classe e della tenacia rosa nello sport. Tutte e tre uscite da terribili incidenti, hanno saputo con il loro esempio farci riflettere, senza tante chiacchiere, sui valori della vita e della disabilità. In un Paese molto lamentoso sono un modello per chiunque si trovi a dover stringere i denti per raggiungere un obiettivo.
MANCINI ROBERTO (8). Ad un allenatore che ha rimesso in piedi la nazionale dopo l'Apocalisse provocata da Giampiero Ventura si può solo dire che è stato un gigante. Non solo perchè ha conquistato l'Europeo a Wembley dopo più di 60 anni di delusioni, ma anche perchè ha restituito alla nazionale la simpatia che merita. Attenzione, però: anche per Mancini il passato è ormai passato. I prossimi Mondiali rischiano di sfuggirci di mano. Ci giochiamo tutto ai play off questa primavera. I difetti di questa nazionale ormai li conosciamo: tocca a Mancini rifare la magia.
Ps: e a quello spot sulla bellezza delle Marche, con tutto il rispetto, non è il caso di darci un taglio?
MOURINHO JOSE' (6.5). Lo Special One, sulla panchina della Roma, deve ancora dare il meglio di sé stesso. Ci prova, stuzzica i giornalisti, si lancia in mezzo alla folla, ma gli manca ancora qualcosa per prendere il volo. Come quando disse “Non chiamatemi arrogante, ma sono campione d'Europa e penso di essere speciale…” Ma a Roma ormai è sulla buona strada . Ai tifosi giallorossi per Natale ha inviato una lettera. “A Roma sento il rumore degli amici. Sono qui per vincere, lo dice la mia storia”. Spettacolo.
PELLEGRINI FEDERICA (8). Che la Divina sia la più grande fuoriclasse del nuoto italiano non si discute. Ora però è cominciato il suo lungo addio che, naturalmente, deve essere all'altezza della sua meritata fama. Ecco, qui deve stare molto attenta a non farla troppo lunga: vada per i preparativi del matrimonio, e di quanto siano ancora in alto mare il viaggio di nozze e la lista dei regali. Però quali sport praticheranno i suoi futuri figli e con quale camper farà il giro del mondo a 70 anni, forse è un po' prematuro per parlarne…. Insomma, Fede, rimani fuoriclasse anche nella difficile specialità del ritiro. Già piangiamo ancora per quello di Francesco Totti, lasciaci respirare almeno tu.
PIOLI STEFANO (7,5). In questo campionato alla milanese, una porzione speciale spetta all'allenatore rossonero. Non solo ha riportato ai vertici il Milan, ma gli ha pure dato un bel gioco e una certa eleganza. Anche nei momenti meno brillanti, che prima della pausa natalizia ci sono stati. Con Pioli però mai una polemica, mai una giustificazione per una sconfitta. Non è facile, soprattutto in un calcio lamentoso come quello italiano, tenere il punto. Pioli finora ci è riuscito. E con stile. E lo stile, quasi sempre, fa l'uomo.
ROSSI VALENTINO (9). A proposito di addii. Ma che bell'addio quello di Valentino Rossi, il più grande centauro (non ce ne voglia Giacomo Agostini) del motociclismo italiano! Un bel congedo: allegro, divertito, autoironico e mai nostalgico. Un fuoriclasse, Valentino, anche in questa specialità dove le cadute sono frequenti e insidiose.
SPALLETTI LUCIANO (7). Nulla da dire: il tecnico toscano ha lavorato bene. Con lui, ultimo calo a parte, il Napoli è tornato tra i primi della classe. Adesso purtroppo pesano le tante assenze, ma il gioco c'è. E tutto riemergerà quando tra viaggi e infortuni si tornerà a quote più normali. Non era facile, a Napoli, ricompattare una squadra uscita da una stagione tormentata. Spalletti è enormemente migliorato anche dal punto di vista comunicativo: una volta non facendoti capire nulla, ti ipnotizzava con le sue complesse metafore alla Bersani. Ora è molto più diretto. Dice pane al pane e vino al vino. Soprattutto agli arbitri. Che infatti lo buttano fuori.
TAMBERI GIAMMARCO (8). Come potremo scordarci quel volo nel cielo di Tokyo? La sua felicità, quel suo rotolarsi sul tartan come un cucciolo felice? E l'abbraccio con il suo avversario, Essa Barshim, medaglia d'oro a pari merito con Tamberi? Tutto splendido, talmente bello da non poterlo più dimenticare. Giammarco veniva da un grave infortunio. Eppure, quando tutto sembrava perduto, è andato avanti senza piangersi addosso. Direte: è giusto così. È giusto, certo, ma ormai è talmente un'eccezione che quando succede rimaniamo a bocca aperta.
VIO BEBE (8,5). Ecco un'altra atleta straordinaria. Pur di andare a Tokyo, dove ha poi conquistato l'oro, ha rischiato di perdere un braccio. Ma Bebe lo ha detto dopo, a giochi fatti. Una donna straordinaria che, ogni giorno, sorridendo, timbra il cartellino della fatica ricordando a chi è “normale” che solo una scuola su tre è accessibile ai disabili. Che mancano gli insegnati di sostegno. E i mezzi pubblici sono spesso impraticabili per chi ha deficit. Bebe sorride sempre. Ma dentro è granito puro.
VLAHOVIC DUSAN (8). Talento naturale, 21 anni, è un bomber che non perdona. Capocannoniere del campionato con 16 gol, con lui in attacco, hai una certezza: che prima o poi segnerà. Grazie ai suoi gol la Fiorentina ha 11 punti in più rispetto alla scorsa stagione. Centravanti antico, il serbo è il volto nuovo delle serie A.
ZANIOLO NICOLO' (6). Il centrocampista della Roma e della nazionale sta faticosamente uscendo dai postumi dell'ultimo incidente al ginocchio. Il ragazzo, 22 anni, è un gioiellino, non si discute. Un investimento per il calcio italiano. Ma fatica ancora a decollare. Troppo preoccupato di mostrare il suo talento, con la sua chioma bionda è un richiamo per i difensori avversari che lo martellano senza pietà. Forse, se ogni tanto passasse il pallone ai suoi compagni, i suoi mastini lo dimenticherebbero.
loading...