ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùL’Osservatorio

Sportelli bancari in ritirata nelle province

I dati First Cisl nazionale rilevano solo nel Veneto 168mila persone fisiche e 11mila imprese prive di un servizio nel proprio territorio

di Valeria Zanetti

 Nella provincia di Udine si concentra la maggior parte dei paesi senza un’insegna bancaria e di quelli con una sola banca. Non va meglio in centri del Veneto come Pedavena, che pure supera i 4mila abitanti

4' di lettura

La banca è sparita da quartieri e piccoli centri di provincia. Negli ultimi anni gli sportelli, anche a NordEst, sono stati decimati, vittime di accorpamenti, acquisizioni, razionalizzazioni e soprattutto dell’avvento del digitale. L’allarme viene dall’Osservatorio costituito da First Cisl nazionale, sigla che tutela i lavoratori del sistema bancario e assicurativo e che fotografa la situazione al 30 settembre scorso, elaborando dati provenienti da Banca d’Italia, Istat ed Eurostat.

Secondo quanto emerge dal rapporto anche in Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia la situazione è preoccupante: continua infatti a crescere il numero dei Comuni rimasti senza servizi e si allunga l’elenco di quelli provvisti di una sola insegna, in cui gli istituti di credito a presidio operano in regime di sostanziale monopolio, almeno per la fascia di utenti meno abituati ad approcciare la banca digitale. Il fenomeno non ha ricadute solo sulla clientela fatta di famiglie e correntisti per lo più anziani.

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«Per molte piccole imprese la chiusura delle filiali rappresenta un problema rilevante, che si riassume semplicemente con due parole: meno credito – osservano da First Cisl - La finalità dell’Osservatorio è quindi quella di sensibilizzare l’opinione pubblica e la classe politica sulle conseguenze che la desertificazione bancaria comporta per lo sviluppo del Paese e la tenuta del suo tessuto sociale».

In Veneto, ad esempio, sono 168mila le persone e 11mila le imprese prive di un servizio fisico - i due terzi degli sportelli sono stati chiusi dal 2015 ad oggi - rispettivamente 439mila e 31mila i privati e le aziende che hanno solo un’alternativa a due passi da casa o dalla propria attività. Senza banca anche Comuni che hanno più di 4mila abitanti come Mortano (Treviso) Pedavena (Belluno) o Brogliano (nel Vicentino).

A pagare pegno sono i centri del Bellunese: nella classifica tra i 12 territori più abitanti e non serviti, quattro appartengono alla provincia montana. In pratica in regione sono rimasti attivi 44 sportelli ogni 100mila abitanti, più della media nazionale (36 ogni 100mila), anche se è elevata la quota di utenza, il 59% della popolazione, che utilizza l’internet banking (contro il 48% del totale Italia). I Comuni dove c’è ancora concorrenza tra insegne bancarie sono 324 e rappresentano il 57,5% del totale.

In Trentino Alto Adige, 22mila utenti fisici e 1.500 imprese non hanno più un punto di riferimento sul territorio, 4mila ne sono state private negli ultimi 12 mesi. In aggiunta, 193mila residenti e 13.700 aziende hanno solo un’opzione nel Comune di residenza o di operatività.

Va detto anche che in regione la presenza di sportelli resta tra le più elevate e capillari del Paese: nella provincia di Trento ci sono 67 sportelli ogni 100mila abitanti, in testa alla classifica nazionale; a Bolzano, 62. Molti anche gli utenti che suppliscono alla carenza di punti di servizio fisici utilizzando l’internet banking: il 61% in Trentino e il 59% in Alto Adige, dove tra l’altro si trovano i quattro Comuni del Trentino Alto Adige privi di sportelli: Montagna, Selva dei Molini, Fortezza e Vadena, con popolazione che varia da 1.600 a 1.000 abitanti. Laddove i residenti vengono serviti da una sola insegna (il più popoloso è Mezzocorona, in Trentino, che ha oltre 5.500 abitanti), sono le Casse Rurali a garantire il servizio.

La mappa si completa, infine con le cifre del Friuli Venezia Giulia, dove, sempre secondo le stime del sindacato, 63mila persone e 3.600 imprese non hanno sportelli disponibili in uno dei 43 paesi in cui vivono o operano, mentre 143mila persone e 8.900 aziende hanno una sola alternativa nei paraggi. Sul territorio sono 49 le filiali ogni 100mila abitanti. La provincia più penalizzata è Udine, dove si concentra la maggior parte dei paesi privi di un’insegna e pure la prevalenza di quelli che possono contare sulla presenza di una sola banca. Per forza di cose anche in questa regione molti si sono convertiti all’home banking (57%). «La transizione al digitale non può essere la soluzione a misura di tutta la clientela, anche perché la connessione non è assicurata in ugual misura su tutto il territorio nazionale. Soprattutto non è la risposta adatta alla popolazione più anziana», ragiona il segretario generale della sigla, Riccardo Colombani. «A implementare la copertura del territorio nel breve periodo, assicurando una presenza fisica, sono state soprattutto le banche di credito cooperativo che hanno rappresentato in questi anni un argine alla desertificazione bancaria e quindi non vanno lasciate sole», aggiunge chiedendo una politica di incentivazione ad hoc.

Secondo il sindacato in Italia sono 4 milioni e 300mila i connazionali (352mila in più negli ultimi 12 mesi) e 250mila le imprese senza uno sportello bancario di riferimento; circa 6milioni di utenti e 388mila attività possono contare solo su uno una presenza. «A fronte di questo processo, anche la proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione alla governance aziendale dei lavoratori, declinata sul settore bancario ed assicurativo (la raccolta di firme si conclude a metà mese, ndr) potrebbe avere effetti positivi – spiega la segretaria generale First Cisl Verona, Rosaria Di Martino – con ricadute sui processi decisionali, che sono alla base della razionalizzazione della rete commerciale delle banche».

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