Spreco di cibo: 65 kg all’anno per ogni italiano, 7 kg sopra la media Ue
A indicarlo è il Food Sustainability Index realizzato dalla Fondazione Barilla in vista dell'ottava Giornata nazionale di prevenzione in programma il 5 febbraio
di E.Sg.
2' di lettura
Ogni italiano produce circa 65 kg di rifiuti alimentari l'anno, 7 kg in più rispetto alla media europea di 58 kg. Decisamente ancora troppi, anche se la situazione è migliorata grazie alle buone pratiche introdotte durante il lockdown. A indicarlo è il Food Sustainability Index realizzato dalla Fondazione Barilla, che mette a sistema i dati dello spreco alimentare, in vista dell'ottava Giornata nazionale di prevenzione in programma il 5 febbraio.
Il miglioramento del fenomeno in Italia è destinato comunque a perdurare nel tempo, indica la Fondazione, il che garantirebbe un beneficio in termini ambientali ma anche economici. Secondo ricerche recenti, lo spreco in Italia vale circa 10 miliardi di euro, ovvero quasi 5 euro a famiglia alla settimana.
Tra i dati analizzati emerge anche un'altra nota positiva: le perdite alimentari lungo la filiera di produzione, dalla fase post-raccolta fino alla trasformazione industriale, corrispondono al 2% del totale di cibo prodotto. Tante le buone pratiche anti-spreco entrate a far parte della quotidianità degli italiani durante il lockdown, tra cui preparare una lista dei cibi da comprare prima di andare a fare la spesa, pianificare i pasti e capire quali ingredienti servono e quali acquistare, disporre gli alimenti in ordine di scadenza in modo da utilizzare per primi quelli più “vecchi” e non ultimo consumare gli avanzi.
Secondo uno studio, il 53% dei rifiuti è attribuibile ai consumi domestici e in particolare verdura, frutta e cereali.
Mettendo, infine, a confronto i dati italiani con quelli europei presenti nel Food Sustainability Index, si scopre che il Belgio spreca 87 kg di cibo pro capite e, in contrapposizione, Cipro 36 kg. Per quanto riguarda le perdite lungo la filiera, la Finlandia con meno dell'1% di cibo perso risulta il Paese più virtuoso a fronte di una media europea di circa il 3%.
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