Spreco di cibo, forte accelerazione del food sharing con la pandemia
App come Too Good To Goo sono cresciute molto anche in Italia anche grazie alla diffusione di nuove modalità di consumo
di Rosaria Sica
3' di lettura
Lo spreco alimentare nel mondo si attesta intorno ai 1.200 miliardi di dollari all'anno e circa il 14% del cibo prodotto viene perso tra il raccolto e la vendita al dettaglio, mentre si stima che il 17% della produzione alimentare globale vada sprecato. In occasione della Giornata internazionale della consapevolezza sulle perdite e sprechi alimentari si torna a parlare di food sharing e si moltiplicano le iniziative sul tema, una fra tutte quella organizzata da Too Good To Go, l’app antispreco più diffusa in Italia: dieci grandi chef della cucina italiana si sono resi disponibili realizzare delle “Chef Box” per sensibilizzare i consumatori sull'impatto che anche le piccole azioni, come appunto quella di salvare e non sprecare un piatto, possono avere per il nostro pianeta.
Dopo aver avuto una notevole affermazione in Europa, anche in Italia il food sharing prende sempre più piede: «L’app di Too Good To Go permette a ristoratori e commercianti di proporre ogni giorno le Magic Box, delle “bag” con una selezione a sorpresa di prodotti e piatti freschi, rimasti invenduti a fine giornata e che non possono essere rimessi in vendita il giorno successivo – spiega Eugenio Sapora, country manager Italia – . Gli utenti possono prenotare e pagare la Magic Box con la app e poi ritirarla al punto vendita nella fascia oraria specificata. Basta geolocalizzarsi e trovare il negozio adatto».
Numeri di utenti, di città, di store e di Magic Box sono triplicati rispetto al 2019, nell'era della post pandemia. L’app è attualmente utilizzata in 500 città, 65 tra le più importanti da Milano a Palermo: «L’applicazione è sbarcata in Italia nel marzo 2019, riscontrando in poco tempo un enorme successo, come dimostrato dagli oltre 4,5 milioni di utenti registrati all'applicazione, che hanno salvato ad oggi più di 4,6 milioni di Magic Box – continua Sapora –. Questo grazie a una rete capillare di oltre 19mila store disseminati sul territorio nazionale. Considerando che ogni Magic Box salvata consente di evitare la dispersione nell'ambiente di oltre 2,5 kg di CO2, si può facilmente comprendere quanto Too Good To Go agisca concretamente non solo nel contrasto allo spreco di cibo, ma anche nella lotta al cambiamento climatico.
La continua espansione dell'app in tutta Italia si inserisce pertanto nel disegno di un'offensiva sempre più forte alle problematiche ambientali condotta assieme ai consumatori e agli esercenti commerciali – sempre più sensibili a tali tematiche– che scelgono di utilizzare l'applicazione.Un'attività che si è fermata totalmente nei due mesi della pandemia ma che poi ha avuta una ripresa straordinaria con l'evidente peggioramento delle condizioni economiche dei cittadini che hanno utilizzato l'app non solo per la grande sensibilità verso i grandi temi ambientali ma anche, e forse soprattutto, per la necessità di un evidente risparmio.
«Il food sharing non è un fenomeno recente. In Europa si sviluppa in Colonia nel 2012 con l'obiettivo di offrire in rete il cibo sovrabbondante che diversamente verrebbe gettato. Quello che invece va sottolineato – afferma Anna Bisogno, professore associato di televisione all'Università Mercatorum che si occupa di narrazioni nell'era del digitale – è la crescita esponenziale che lo stesso ha registrato durante il periodo della pandemia. Da aprile a giugno in Italia il tempo passato, in generale, sulle app ha registrato un incremento del 30% rispetto al periodo ottobre-dicembre 2019. Ciò significa che l'utente in rete ha cercato in maniera mirata, data la contingenza, il servizio e che ha sviluppato una cultura digitale di social eating a cui non rinuncia per diversi motivi: la comodità, il risparmio, l'affare e la buona causa. Un nuovo umanesimo digitale che tiene insieme marketing, creatività e spirito solidale».
Il food sharing come lo abbiamo appena descritto, ha un'altra accezione un po' meno ideologica ma molto social. «Per un food sharing che evita gli sprechi – spiega ancora la Bisogno – ce n’è un altro che invece fa mostra di sé. La condivisione del cibo sui social è una delle aree di contenuto sempre molto presente sia ai fini del marketing oriented che della cosiddetta experience raccontata da parte di utenti singoli con uno scatto del piatto accompagnato da un post. A confermarlo una recente indagine di TripAdvisor secondo le cui rilevazioni il food social sharing è stato il contenuto più postato dell'estate 2021».
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