Sri Lanka, il presidente fugge alle Maldive dopo le proteste di piazza
Gotabaya Rajapaksa non si è ancora formalmente dimesso; quando le dimissioni arriveranno la carica passerà ad interim al premier, in attesa delle elezioni previste per il 20 luglio
I punti chiave
2' di lettura
Il presidente dello Sri Lanka Gotabaya Rajapaksa è fuggito, insieme alla moglie e a due guardie del corpo, alle Maldive a bordo di un aereo militare. Le forze armate hanno confermato di aver messo a disposizione al presidente un aereo, dopo il via libera del ministero della Difesa. Dopo il suo arrivo a Male, Rajapaska è stato trasferito in una località non precisata, hanno spiegato fonti dell’aeroporto.
Secondo fonti aeroportuali dello Sri Lanka, l’aereo è stato trattenuto per più di un’ora sulla pista dell’aeroporto in attesa dell’autorizzazione ad atterrare alle Maldive. «Ci sono stati alcuni momenti di tensione, ma alla fine tutto è andato bene», ha dichiarato un funzionario dell’aeroporto a condizione di anonimato. Martedì 12 il presidente è stato allontanato dall’aeroporto di Colombo dai funzionari dell’immigrazione e alcuni dei suoi consiglieri avevano pensato di far fuggire Rajapaksa e il suo entourage su una nave pattuglia, ha dichiarato una fonte della difesa.
In attesa delle dimissioni formali
Il presidente, 73 anni, in carica dal novembre del 2019, dovrebbe formalmente dimettersi oggi, a conclusione di proteste per la crisi economica senza precedenti in cui è precipitato il Paese. La sua residenza, così come quella del premier, è occupata da centinaia di attivisti fin da sabato scorso.
Rajapaska ha informato il presidente del Parlamento Mahinda Yapa Abeywardena della sua intenzione di dimettersi oggi mercoledì 13 luglio, ma la sua lettera non è ancora arrivata. Dopo le sue dimissioni, il premier Ranil Wickremesinghe, criticato tanto quanto il Presidente, sarà insediato come presidente ad interim fino al voto del Parlamento, il 20 luglio, per eleggere il nuovo capo di Stato.
In fuga anche la famiglia
Oltre a Gotabaya Rajapaksa, la Bbc ha riferito che anche suo fratello minore Basil, ex ministro delle finanze, è fuggito. Non si sa dove si trovino due fratelli maggiori, Mahinda, che è stato presidente dal 2005 al 2015 e ha servito anche come primo ministro, e Chamal. Il figlio di Mahinda, Namal Rajapaksa, 36 anni, aveva detto a Bloomberg News in una recente intervista che la sua parte della famiglia «non avrebbe mai lasciato il paese», per quanto fossero andate male le cose.
Rabbia contro i governanti
La situazione in Sri Lanka è esplosiva da diversi mesi. La nazione, che conta 21 milioni di abitanti, è in default. Il carburante è sempre più costoso, così come i beni di prima necessità, e anche la distribuzione di corrente elettrica subisce lunghe interruzioni. La carenza di articoli come farina e latte in polvere è diffusa e l’inflazione alimentare si aggira intorno all’80%.
Le cause della crisi
Il paese è in default a causa delle politiche economiche dell’amministrazione Rajapaksa, che hanno incluso tagli fiscali che hanno ridotto le entrate del governo già da prima che la pandemia devastasse l’economia. Questo, insieme all’indebitamento pesante, alla scarsità delle riserve in valuta estera e all’aumento dei prezzi delle materie prime, ha portato a una profonda crisi economico-finanziaria. I funzionari hanno quindi alzato i tassi, svalutato la valuta, limitato alcune importazioni e cercato il salvataggio con il Fondo monetario internazionale.
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