Stadio della Roma, l’iter va avanti. Ma restano da sciogliere i nodi parcheggi, espropri e mobilità
L’assessore all’Urbanistica del Comune Maurizio Veloccia: «È una corsa a ostacoli, ci sono ancora tantissime variabili in gioco. Ma ci sono elementi positivi che i precedenti progetti non avevano»
di Andrea Marini
I punti chiave
- Lo stato dell’arte
- Capienza
- Le superfici
- Il costo
- Il nodo parcheggi
- Nodo mobilità
- Nodo espropri
- Aspetti storici e paesaggistici
- Il ruolo dell’assemblea capitolina
- Le prossime tappe
- Il bando e la costruzione
- I progetti (falliti) dei Sensi
- L’addio a Tor di Valle
- Perché questa dovrebbe essere la volta buona?
6' di lettura
Il progetto per dare alla As Roma uno stadio di calcio di proprietà va avanti. La tabella di marcia è (finora) rispettata, anche se ci sono ancora scogli da superare: la questione dei parcheggi, degli espropri e della viabilità. Comunque sia dal Comune che dalla società filtra un cauto ottimismo, visto che ci sono tutti i tempi per risolvere le questioni: il progetto definitivo è atteso per fine 2023 e c’è piena collaborazione tra Campidoglio e As Roma (ci sono stati anche contatti diretti tra il sindaco Roberto Gualtieri e la proprietà della società).
Lo stato dell’arte
Il 3 ottobre 2022 la As Roma ha presentato al comune di Roma uno studio di fattibilità per la realizzazione di un nuovo stadio di calcio in un’area di proprietà del Comune a Pietralata. A novembre c’è stata la conferenza dei servizi preliminare per l’esame dello studio di fattibilità, conclusa a gennaio 2023. Il 7 febbraio la Giunta ha approvato una proposta di deliberazione con la dichiarazione di pubblico interesse (su cui ha espresso parere positivo intanto anche il IV Municipio) che ora dovrà essere approvata dal consiglio comunale. Il pubblico interesse è basato su un progetto che ha anche l’obiettivo di riqualificare una area attualmente in condizioni di degrado.
Capienza
Il progetto della As Roma parla di uno stadio da 55mila posti, estendibili a 62mila, con quindi 7mila posti utilizzabili su richiesta per specifici eventi come quelli sportivi, concerti e manifestazioni di massa. Ci saranno 10mila stalli per motorini e biciclette e circa 4mila posti auto in diverse aree (sotto lo stadio, vicino l’ospedale Sandro Pertini, vicino la metro B Quintiliani, e quelli delle Ferrovie presso la stazione Tiburtina – saranno anche parcheggi interrati e/o multipiano).
Le superfici
La superficie utile lorda strettamente riservata alla stadio sarà di 48mila metri quadrati per un volume virtuale di 153.600 metri cubi. L’area interessata dal progetto sarà attorno ai 200mila mq. Ci saranno 11.300 mq dedicati al museo della Roma, al Fan store ufficiale e alla ristorazione; 5.800 mq andranno al centro fitness, al centro medico, all’asilo e al centro sport. Accessibile al pubblico ci sarà un’area dedicata alla ospitalità, alla conferenze e ai meeting (9mila mq), e 17mila mq saranno per aree ricettive, benessere e intrattenimento.
Il costo
Gli investimenti complessivi previsti dal piano ammontano a quasi 530 milioni di euro (di cui 262 solo per la realizzazione dello stadio, 80 milioni per i parcheggi, 17 milioni per le opere di urbanizzazione, 128 per “somme a disposizione” e 40 milioni per contributi di costruzione e oneri concessori). Non è previsto alcun contributo pubblico. Le aree, di proprietà del comune, resteranno tali. Ci sarà una edificazione in diritto di superficie per la As Roma, poi una concessione che dovrebbe durare 90 anni. Alla fine dei quali lo stadio tornerà al Campidoglio.
Il nodo parcheggi
Nella proposta di delibera di pubblico interesse, la Giunta ha chiesto alla As Roma di garantire una dotazione di parcheggi calcolata sul massimo della capienza stadio prevista (62mila spettatori). Ora bisognerà vedere se l’assemblea capitolina dettaglierà meglio questa prescrizione. Ma per la As Roma questo potrebbe voler dire aggiungere altri 2.800 posti auto. Colloqui sono già in corso tra As Roma e Comune, e tra As Roma e Ferrovie, in un clima di «forte collaborazione» per trovare una soluzione.
Nodo mobilità
C’è poi la questione mobilità. La giunta chiede che sia data priorità, nell’accesso allo stadio, al trasporto pubblico. Questo vuol dire soprattutto la Metro B e la stazione ferroviaria di Tiburtina, con i treni che andranno potenziati in occasione dei match. C’è poi la questione del vicino ospedale Sandro Pertini: la giunta ha chiesto garanzie affinché il cantiere sia realizzato in modo tale da minimizzare i fattori di disturbo all’ospedale. A cui il progetto dovrà garantire una viabilità di emergenza ad hoc. Come pure dovrà essere garantito all’ospedale l’isolamento dall’inquinamento acustico. Anche su questi punti la As Roma si è detta pronta a fornire adeguate garanzie.
Nodo espropri
È vero che l’area su cui dovrà sorgere le stadio è di proprietà pubblica. Ma ci sono delle zone, che la giunta chiede di verificare, in cui ancora non sono completate le procedure di esproprio riferite al vecchio progetto del centro direzionale (mai realizzato, doveva decentrare gli uffici dal centro città). C’è per esempio il caso di una carrozzeria presente nell’area. Ci sono poi costruzioni private di cui andrà verificata la regolarità. Gli espropri, con le loro procedure lunghe che hanno spesso code giudiziarie, rischiano di rallentare non poco l’opera. La giunta chiede alla As Roma di farsi carico della situazione. La società non è entrata nel dettaglio («daremo risposte serie e adeguate secondo i tempi», è stata la risposta). Ma se il nodo non dovesse essere risolto in tempi rapidi, la società potrebbe essere costretta a valutare una revisione del progetto per bypassare queste aree.
Aspetti storici e paesaggistici
Nella zona potrebbero poi esserci ritrovamenti di reperti storici. La giunta chiede alla As Roma di effettuare le indagini archeologiche dirette, e nel caso (tutt’altro che improbabile) di ritrovamenti, questi dovranno essere valorizzati.
Il ruolo dell’assemblea capitolina
L’iter del progetto è ora fermo alla tappa del consiglio comunale, che sta esaminando la proposta della giunta sulla dichiarazione di pubblico interesse. Spiega Tommaso Amodeo (Lista civica Gualtieri), presidente della commissione Urbanistica: «Questa proposta è all’attenzione di molte commissioni – oltre all’Urbanistica – come per esempio Mobilità, Ambiente, Patrimonio e Lavori pubblici. Stiamo studiando le carte per circostanziare meglio le indicazioni della Giunta. Entro aprile contiamo di finire il lavoro e proporre all’assemblea le proposte di modifica».
Le prossime tappe
L’ok del consiglio comunale di Roma alla delibera sul pubblico interesse potrebbe arrivare quindi a maggio. Poi il Comune aprirà la fase di dibattito pubblico, cioè la fase di partecipazione e confronto con la cittadinanza da cui potrebbero emergere altre indicazioni e criticità. Indirizzi che sia il Comune che la As Roma si dichiarano pronti a prendere in considerazione in vista del progetto definitivo della società, atteso per fine 2023. Poi ci sarà la conferenza dei servizi decisoria, quella guidata dalla Regione Lazio (il neogovernatore Francesco Rocca ha già espresso in più occasioni la necessità della costruzione dello stadio della Roma) che dovrebbe definire la pubblica utilità dell’opera, probabilmente tra febbraio e aprile 2024.
Il bando e la costruzione
Una volta arrivato l’ok della conferenza dei servizi guidata dalla Regione, ci sarà una finestra di sei mesi per il bando di gara. In questa fase la As Roma dovrà presentarsi con il costruttore (che al momento non è stato individuato, in una fase in cui non c’è ancora il progetto definitivo). Se tutto andrà bene, la costruzione dello stadio dovrebbe partire dopo l’estate 2024, e dovrebbe durare due anni. L’obiettivo è giocare nel nuovo impianto almeno una partita entro il 2027, anno del centenario della società.
I progetti (falliti) dei Sensi
Dal 2000 ad oggi già tre progetti di dotare la As Roma di uno stadio di proprietà sono stati annunciati in pompa magna e poi miseramente falliti. Nel 2000 ci fu il tentativo dell’ex patron Franco Sensi di acquistare, insieme al patron della Lazio Sergio Cragnotti, lo Stadio Olimpico. Progetto stoppato dal Tar. Nel 2009 la presidente Rosella Sensi annunciò il progetto dello Stadio Franco Sensi (costo ufficioso tra 100 e 120 milioni), da costruire su un terreno agricolo di 130 ettari sul lato destro dell'Aurelia, 500 metri dopo l’uscita del Gra, di proprietà del Gruppo Scarpellini. Ma due anni dopo Rosella Sensi lasciò la proprietà e non se ne fece più nulla.
L’addio a Tor di Valle
Nel 2012 poi il presidente James Pallotta annunciò il progetto dello stadio a Tor di Valle (investimento di circa 1,6 miliardi da privati, con tanto di tre torri a uffici connesse alla realizzazione del nuovo impianto sportivo) su terreni del costruttore Luca Parnasi. Il progetto fu rivisto per venire incontro alle richieste della giunta M5S, con dimezzamento delle cubature. Ma non se ne fece comunque nulla: ci furono prima le vicende giudiziarie che coinvolsero Parnasi e poi il cambio di proprietà della As Roma con il passaggio al gruppo americano Friedkin. E il progetto di Tor di Valle fu accantonato.
Perché questa dovrebbe essere la volta buona?
«È una corsa a ostacoli, ci sono ancora tantissime variabili in gioco. Ma ci sono elementi positivi che i precedenti progetti non avevano», spiega Maurizio Veloccia, assessore all’Urbanistica del Comune di Roma. «Sia il Comune che la As Roma – sottolinea – hanno una forte volontà di concludere il progetto. Progetto che si svolgerà su aree pubbliche e quindi non abbiamo un terzo soggetto privato con cui interfacciarci. Ci concentriamo solo sulla costruzione dello stadio e non ci saranno altre strutture urbanistiche che rischiano di rendere il progetto troppo complesso. Non andiamo a consumare nuovo suolo agricolo e non aggiungeremo nuove cubature rispetto al progetto del centro direzionale che era stato previsto nella zona. La conferenza dei servizi decisoria dovrà solo cambiare la destinazione d’uso».
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