L'evento

Stand su banchine galleggianti: ecco il Salone nautico post Covid

di Raoul de Forcade

Il Salone di Genova quest'anno, a cusa del Covid, avrà un layout molto differente da quello degli anni scorsi

6' di lettura

La nautica mondiale riparte, nell’anno del Covid, dal Salone di Genova. Sarà la seconda volta, nell’arco del 2020, segnato dalla pandemia di coronavirus, in cui tutto il mondo guarderà al capoluogo ligure come teatro di una sfida da vincere. La prima è stata superata: la realizzazione, nei tempi previsti, del nuovo viadotto autostradale sul Polcevera: il ponte San Giorgio. La seconda sfida sarà appunto il Salone nautico, che aprirà i battenti l’1 ottobre, per chiudersi il 6. Un evento che assume notevole importanza per il comparto di riferimento. Perché l’Italia sarà la prima nazione al mondo, da gennaio di quest’anno, a mettere in piedi un grande boat show con l’epidemia in corso. La Francia, che aveva in programma il Cannes yachting festival tra l’8 e il 13 settembre, nella seconda metà di agosto ha dovuto dare forfait: spazi troppo piccoli (e forse organizzazione poco lungimirante) per ospitare i possibili visitatori, anche a fronte del provvedimento del governo Macron che, con l’aumento dei contagi, ha vietato gli eventi che radunano più di 5mila persone contemporaneamente.

Sono stati annullati anche il Monaco boat show di Montecarlo (che era previsto tra il 23 e il 26 settembre) e il Metstrade di Amsterdam (17-19 novembre), la più grande esposizione europea di accessori per la nautica. Invece, se non si verificheranno avvenimenti estremamente gravi, e per ora imprevedibili, legati alla pandemia, il Salone di Genova si farà. È una caratteristica precipua della kermesse italiana a infondere relativa tranquillità agli organizzatori, cioè Confindustria nautica, attraverso la controllata I saloni nautici (soggetti che hanno mostrato grande previdenza facendo, per tempo, la scelta di spostare la data dal 17-22 settembre a ottobre). A giocare a favore della manifestazione è il fatto che si svolga in un’area molto vasta, dove è possibile creare i distanziamenti necessari per allestire gli stand e visitare l’esposizione in sicurezza.

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«Questo salone, che è il 60° – afferma Marina Stella, direttore generale di Confindustria nautica - sarà un modello al quale tutta la nautica internazionale guarderà. Noi, a differenza delle realtà che organizzano altri boat show, abbiamo una mission da associazione e il salone è uno degli strumenti con i quali promuoviamo l’industria. Anche per questo abbiamo preso la decisione di andare avanti. E la cancellazione degli altri saloni di settembre farà sì che a Genova ci sia la presentazione di tutte le anteprime mondiali e di tutta la vetrina europea autunnale della nautica. Questo, pur nella complessità del momento, quasi post bellico, di ricostruzione dell’economia, è un fattore molto positivo».

Il settore, prosegue Stella, «si è veramente rimboccato le maniche e siamo riusciti, anche come associazione, in fase di lockdown, a far ripartire già dal 27 aprile i cantieri, che sono realtà fortemente orientate all’esportazione e sono state riconosciute come le prime produzioni che potevano riprendere a lavorare. Poi, ai primi di maggio abbiamo fatto ripartire la rete di vendita; e il 18 maggio è stata la volta del charter e del diportismo nautico: l’Italia è stata una delle prime nazioni europee a riaprire le coste. Tutti elementi che hanno consentito alle aziende, dalle prime stime che avevamo fatto, che prevedevano una perdita del 13% del fatturato del settore e 5mila posti di lavoro in meno, di chiudere una stagione che forse è andata discretamente. Perché le aziende sono riuscite a recuperare le produzioni che avevano dovuto interrompere per il lockdown, non hanno subito grandi cancellazioni e hanno continuato a lavorare. E questo riguarda sia la grande nautica che la piccola, per la quale si temeva di più».

Anche il charter, continua Stella, «che aveva avuto una riduzione importante dei contratti» si è rimesso in carreggiata: «Il fatto che la barca sia stata vista anche come mezzo di distanziamento, come strumento di fruizione del tempo libero con maggiore tranquillità e sicurezza, ha consentito al mercato del turismo nautico di ripartire, nella stagione estiva».

In sostanza si temeva una ripresa più rallentata, invece il via dal 27 aprile ha consentito di recuperare, in parte, il terreno perduto. «Anche se – precisa Stella - la crisi ha colpito trasversalmente tutti; quindi dovremo verificare anche noi se ci saranno delle contrazioni. Però i numeri sono meno preoccupanti di quelli che avevamo ipotizzato in principio».

Su queste basi, aggiunge Stella, «il Salone di Genova si presenta come un simbolo di una ripartenza tutta italiana, di un ritorno alla normalità, e come un esempio al quale guarderà tutta la nautica internazionale quale modello di salone post Covid. Il messaggio di ricostruzione e di sguardo al futuro dato dal ponte San Giorgio continua col Salone nautico, che è il primo, a livello mondiale, che riparte. Sappiamo bene, poi, quanto è compenetrato il salone con il territorio genovese e ligure».

A questo proposito Stella ricorda «il contratto decennale» che Confindustria nautica «ha sottoscritto con la Regione Liguria e con la città di Genova, che rende sempre più centrale la kermesse e riconosce la titolarità organizzativa dell’associazione rispetto a questo patrimonio che è delle nostre aziende ma anche del territorio, dove il salone sviluppa un indotto superiore ai 60 milioni di euro».

L’organizzazione del Nautico in versione anti Covid è stata, comunque, tutt’altro che facile. A spiegarlo è Alessandro Campagna, direttore generale de I saloni nautici, il quale sottolinea che «sicurezza e utilità sono le parole d’ordine che hanno mosso l’organizzazione di questa edizione del salone, che si concentrerà più sul business e sull’industria che non sull’aspetto coreografico. Fermo restando che ci saranno presentazioni di novità di prodotto in tutti i comparti. A partire dai grandi yacht, per scendere alle imbarcazioni più piccole, a quelle pneumatiche, ai catamarani, alla vela, arrivando agli accessori».

Dal punto di vista della gestione del protocollo anti Covid, dice Campagna, «organizzare il salone è stato un lavoro molto complesso ma formativo. Abbiamo messo in atto misure che vanno anche oltre quello che è previsto nei dpcm». Tra le procedure adottate c’è ad esempio, l’obbligo di acquisto dei biglietti online, con la scelta del giorno di visita. Gli ingressi sono automatizzati e avverranno con l’utilizzo del Qr code impresso sul biglietto che consentirà di aprire i tornelli posti in ingresso, sia a Ponente che a Levante. Prima però è prevista, all’esterno dello spazio fieristico, la misurazione della temperatura per tutti.

«In fase di avvicinamento degli ospiti ci saranno delle telecamere ad ampio raggio che monitoreranno in modo massivo le persone, controllandone la temperatura una prima volta. Poi c’è una seconda misurazione ai tornelli che avranno un termoscanner integrato che rileva la temperatura corporea. Se questa è a posto, il tornello si apre. Se invece risulta alterata, la persona viene spostata e gli viene misurata nuovamente la temperatura e, nel caso in cui permanga il problema, si passa al protocollo di presidio sanitario». Per chi entra, invece, ci sarà la fase di igienizzazione delle mani, che viene riproposta più volte nel percorso espositivo.

Per quanto riguarda, poi, il layout dell’esposizione, prosegue Campagna, «garantiamo quattro metri di larghezza su tutti i corridoi delle aree non espositive, in modo che ci sia la possibilità di avere un percorso per chi va in una direzione e un altro per chi va nell’altra. Nella zona della vela, ad esempio, dove nelle precedenti edizioni gran parte della banchina era occupata dagli stand, questi saranno spostati su strutture galleggianti, in modo tale che si allarghi lo spazio e ciascuno stand diventi una sorta di isola privata. Nell’area delle barche a motore, invece, tutti i pontili sono larghi sei metri. Ma in ogni caso abbiamo lavorato con gli espositori per avere anche lì pontili galleggianti. In questo modo si creano aree di sfogo per favorire la percorrenza in sicurezza dei visitatori».

Anche nella parte di esposizione all’interno del padiglione Jean Nouvel, sottolinea Campagna, «ci saranno corridoi di quattro metri . Ma qui sarà sempre obbligatoria la mascherina, anche se sono presenti sistemi di aria condizionata con filtri particolari».

Per quanto riguarda gli espositori, Campagna sottolinea che «il comparto ha dimostrato una grande voglia di fare questo evento. E (anche per l’annullamento di Cannes, ndr) ci saranno a Genova molte anteprime internazionali. Alcune delle quali saranno trasmesse anche in diretta sul nostro sito e sui social».

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