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«Star Wars: l’Ascesa di Skywalker», uno scontro finale con non poche forzature

Arriva nelle sale il nono episodio della celebre saga di fantascienza. Alla regia J.J. Abrams che aveva già diretto il settimo capitolo, «Il Risveglio della Forza»

di Andrea Chimento

A Los Angeles la premiere di "Star Wars: L'Ascesa di Skywalker"

2' di lettura

Il momento tanto atteso dai fan di «Star Wars» di tutto il mondo è finalmente arrivato. Con «Star Wars: L'ascesa di Skywalker», film che punta a fare suo il box office delle prossime settimane, siamo infatti giunti all'atto finale della terza trilogia (conosciuta come “trilogia sequel”) della celebre saga di fantascienza.

Nono episodio della saga
Si tratta del nono episodio della saga e la trama è incentrata sulla conclusione dello scontro tra il Primo Ordine e la Resistenza, oltreché su quello personale tra Kylo Ren e Rey.

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Non si può svelare nient'altro di una sceneggiatura ricca di colpi di scena (alcuni molto riusciti, altri decisamente meno), in cui non mancano approfondimenti sul passato dell'eroina protagonista e su diverse figure chiave della saga.

Star Wars - L'ascesa di Skywalker

J.J. Abrams
Alla regia è tornato J.J. Abrams, che aveva già diretto il settimo episodio «Il Risveglio della Forza» e che punta anche questa volta su sequenze ad alto impatto spettacolare, sperando di appagare gli appassionati di blockbuster di questo tipo con l'ampio uso di effetti speciali.

Sequenze
Nonostante questi ultimi siano utilizzati a dovere, sono però proprio le sequenze che vorrebbero risultare epiche e ad ampio respiro (la grande battaglia finale, in primis) a non stupire più di tanto, sapendo troppo di già visto e non riuscendo a meravigliare come dovrebbero.

Infatti, come quasi sempre nei film di «Star Wars», sono le scene più intime a colpire maggiormente, in particolare quando vengono approfonditi la psicologia dei personaggi, le loro paure e il loro combattere prima di tutto contro se stessi.

Star Wars - L'ascesa di Skywalker

Emozioni
Anche in questo atto finale si conferma che, tra i personaggi pensati per questa nuova trilogia, Rey e Kylo Ren sono quelli meglio analizzati, mentre gli altri non hanno un grande spessore narrativo, rappresentando ancora una volta un limite dell'intera operazione. Le emozioni a ogni modo non mancano, il pathos si mantiene alto (a volte anche troppo) nei momenti più importanti e i fan storici del franchise troveranno diversi spunti per divertirsi.

Carrie Fisher
Tra gli elementi più toccanti c'è senz'altro il fatto di rivedere Carrie Fisher (attrice scomparsa alla fine del 2016) nei panni della Principessa Leia, ma non mancano altri passaggi capaci di far commuovere gli appassionati. Pochi, inoltre, i cali di ritmo (nonostante i 142 minuti di durata) all'interno di una visione capace di intrattenere e divertire, nonostante qualche momento eccessivamente macchinoso e scritto senza troppa cura.

Forse, con un prodotto tanto complicato e delicato come questo, era difficile chiedere di più a chi l'ha pensato e diretto, ma restano comunque forzate diverse scelte di copione, inserite soltanto per creare sorprese a buon mercato.

Per approfondire:
Riecco Star Wars, tutto quello che dovete sapere sulla terza “sfortunata” trilogia

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