Analisi Intesa Sanpaolo

Start up innovative, Lazio sul podio L’87% è nei servizi

La Regione conta poco meno di 1.700 realtà, seconda solo alla Lombardia. Il 19% è a prevalenza giovanile, ancora poche quelle in rosa

di R.R.

Il record nella Capitale. Il 90% delle start up innovative laziali è operativo nella p rovincia di Roma. Sotto la media italiana quelle attive nell’industria manifatturiera e dell’artigianato

2' di lettura

È nei settori dei servizi che l'ecosistema laziale delle startup innovative mostra maggiore forza. Un’analisi della Direzione Studi e ricerche di Intesa Sanpaolo mette a fuoco le caratteristiche delle startup regionali, poco meno di 1.700. Solo la Lombardia ne conta di più - 3.700 - anche se in termini di incidenza sul totale delle società di capitale attive il Lazio si colloca al di sotto della media italiana con un indice di 9,4 per mille contro il 10,7 nazionale e il 13,8 della Lombardia.

Il 90% delle startup innovative laziali - 1.500 - è operativo nella provincia di Roma, seconda in Italia, dopo Milano. Minoritaria è la presenza nelle altre province: Latina ne conta 62, segue Frosinone con 56, poi Viterbo e Rieti rispettivamente con 34 e 15 unità. Roma riscatta il Lazio in termini di incidenza sul totale delle società di capitale attive, con un coefficiente del 10,4 per mille quasi in linea con il dato nazionale.

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L'87% delle imprese attive in regione opera nell’ambito dei servizi, in percentuale maggiore rispetto alla media italiana del 79%. Di contro, l'incidenza di start up attive nei settori dell'industria manifatturiera e dell'artigianato è circa la metà rispetto alla media italiana (8,1% contro 15,9%). In particolare, circa la metà rientra nella categoria della produzione di software e della consulenza informatica (47%, contro una media italiana del 39%).

Le dimensioni aziendali sono mediamente contenute: per le società che forniscono il dato sulla classe di addetti, la quota maggiore rientra nella classe da 0 a 4. Nella regione sono attive 2 start up che dichiarano un numero di addetti tra 50 e 249, su un totale di 12 in Italia.

Colpisce - ma siamo praticamente in linea con il dato nazionale - la percentuale ancora molto bassa di imprese a partecipazione femminile esclusiva, forte o maggioritaria (14% contro il 13% medio italiano).

Si sale invece al 19%, percentuale allineata alla media italiana, per quanto riguarda le startup a prevalenza giovanile. Piuttosto contenuta, sia in Italia che nel Lazio, sotto il 2% in entrambi i casi, la presenza di startup a vocazione sociale, che introducono cioè un’innovazione in settori specifici considerati di particolare valore sociale (assistenza sociale e sanitaria; educazione e formazione; tutela dell'ambiente; valorizzazione del patrimonio culturale).

Per Pierluigi Monceri, responsabile della Direzione regionale Lazio e Abruzzo di Intesa Sanpaolo, incarico che manterrà fino a fine marzo, «sono una sessantina i piani d’investimento sostenuti da Intesa in regione, tramite finanziamenti a medio-lungo termine per circa 12 milioni di euro. Con una quota di circa il 30% delle startup italiane». Per quanto riguarda l'ecosistema laziale, presidiamo attraverso rapporti con incubatori/acceleratori d’impresa e con le Università, contribuendo da sette anni alla realizzazione della Start Cup Lazio».

Nel frattempo Intesa Sanpaolo, in collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center, ha lanciato un nuovo programma di accelerazione delle startup, “Up2Stars”, che prevede il lancio di 4 call di selezione destinate alle autocandidature in quattro settori: digitale e Industria 4.0; bioeconomia con focus su agri-tech e food-tech; medtech e healthcare; aerospazio. Per ciascuna call verranno selezionate al massimo 10 startup, per un numero complessivo di 40 che accederanno al programma 2022.

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