ristorazione

Startupper e imprenditori fanno rinascere la storica trattoria di Venezia

di Barbara Ganz

3' di lettura

Riapre uno storico locale a Venezia. E l’evento rappresenta anche l’ultima frontiera del fare impresa in ambito food: un nuovo modello di business nel mondo della ristorazione di qualità. Zanze XVI il nome del progetto. Alle spalle dell’iniziativa un’idea: «Innanzitutto quella del patto tra generazioni. Da una parte imprenditori strutturati a livello nazionale che decidono di supportare gli emergenti per creare nuova ricchezza sul territorio, dall’altra la scelta, da parte dei giovani, di far partecipare imprenditori affermati a nuovi progetti d’impresa, valorizzando il loro know how e non solo i loro fondi d’investimento come d’abitudine avviene».

Lo spiega Nicola Possagnolo, 28 anni, startupper fondatore della tech company padovana Noonic (una startup lanciata in India e che ha deciso poi di tornare a investire a casa, in Italia, a Padova).

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Possagnolo, di startup ne ha due: data la sua passione per il mondo dell’agroalimentare ha fondato insieme a Nicola Dinato nel 2015 Evo Elements, una startup di produzione e vendita di ingredienti alimentari per la cucina creativa. Nel primo anno diventano leader italiani, presenti in quasi tutti i ristoranti stellati. Dinato, 36 anni, è chef stellato (il più giovane della provincia di Treviso) e dopo le esperienze fra Malbourne e New York è anima pulsante del Ristorante Feva di Castelfranco Veneto. Con Nicola Possagnolo e Nunzio Martinello è il cuore del progetto Zanze XVI, che aprirà nello stesso luogo della Trattoria dalla Zanze, punto di riferimento cittadino in cui, già dalla fine del Sedicesimo secolo (da qui il nome), si ristoravano commensali del luogo e gente di passaggio.

Assieme a loro, Francesco Inguscio fondatore di Nuvolab, società che si occupa di venture acceleration e consulenza per l’innovazione, e un gruppo di imprenditori veneti che ha creduto da subito nel progetto contribuendo a creare un innovativo modello di business: da Alberto Baban, presidente di VeNetWork e della Piccola Industria di Confindustria, che partecipa all'investimento con la sua holding Idea19, agli imprenditori Luca Marzotto e Ferdinando Businaro, alla ditta Bortolo Nardini, storica distilleria bassanese fondata nel 1779, Pietro Maria Terzano, socio e co-founder di Savius, società privata di investimento con traders negli Usa e in Europa, e Massimiliano Zacchello, socio di Savius.

Eccolo, il patto intergenerazionale tra imprenditori per un progetto che unisce tradizione e innovazione. La nascita di Zanze XVI, l’8 giugno prossimo, non è solo – come detto – la (ri)apertura di uno storico locale, ma anche un nuovo approccio all’incubazione d’impresa. La sua realizzazione a Venezia ha dimostrato che per far crescere un progetto e le capacità imprenditoriali di un team non c’è solo la via del classico incubatore ma anche quella diretta dell’apertura al mercato creando allo stesso tempo sviluppo personale e ricchezza sul campo. «Finalmente si torna ai fondamentali del business – commenta Francesco Inguscio, fondatore di Nuvolab – facendo cioè impresa sul territorio e unendo digitale e tradizione. Su Zanze XVI si mettono a fattor comune le forze tra nuovi imprenditori e nomi storici dell’imprenditoria del territorio per il rilancio dell’economia locale facendo leva sul merito dei giovani, nel cuore storico del Veneto».

Con il suo concept di cucina accessibile a tutti e con il suo schema imprenditoriale, Zanze XVI è inoltre un modello replicabile per lanciare format culinari di eccellenza. Grazie a una modalità di investimento efficiente che fa leva su un think tank del mondo food e finanza, combinandolo con i migliori investitori di ciascun territorio. Il tutto veicolato da innovative strategie digitali che, nel caso di Zanze XVI grazie al know how specifico di Noonic attraverso il lavoro di Nicola Possagnolo e Nunzio Martinello, hanno amplificato il concept raggiungendo ottimi feedback sul web.
«Zanze XVI è un’avventura che tiene insieme grandi asset del nostro Paese – riassume Alberto Baban – Giovani talenti, digitale e cibo. Da Venezia può nascere un nuovo modello di ristorazione in grado di diventare punto di riferimento per l’alta cucina».

L’osteria promette essenzialità, convivialità e cura per il prodotto: i tre elementi che si ritroveranno in ogni tratto, dall’ideazione alla realizzazione del piatto fino al servizio all’interno di una sala sobria che metterà al centro le persone (35 i coperti) e il cibo. Con Dinato in cucina ci sarà Luca Tartaglia, che racconta di essersi iscritto alla scuola alberghiera a 13 anni un po' per caso, ma poi uno stage estivo all’età di 16 anni accanto allo chef Riccardo Camanini gli ha cambiato la vita.
I due chef combineranno prodotti selezionati da mercati e produttori locali. I clienti potranno scegliere fra tre percorsi di degustazione: Mare, Terra e Anima. «Il piacere del convivio e la qualità a tavola – sottolinea Nicola Dinato – devono essere una scelta di volontà personale e non dipendere dalle proprie finanze».

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