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Stadi e palazzetti, impianti ridotti e polifunzionali da frequentare tutti i giorni

Come spiega Silvia Prandelli, senior principal di Populous Italia, è sempre più essenziale rendere sostenibili – dal punto di vista degli introiti e dei consumi – ma anche inclusivi e accessibili ad anziani, famiglie e bambini gli stadi e i complessi sportivi. Ma bisogna cambiare mentalità e il modo di costruirli

di Laura Cavestri

2' di lettura

La sala per lo yoga e il pilates, con pareti scorrevoli per spazi capaci di cambiare funzione e dimensione a seconda delle necessità e pienamente fruibili da anziani e disabili. Zone passeggini e servizi babysitting, durante gli eventi. E poi palestra, ristoranti, negozi, intrattenimento e servizi igienici con i fasciatoi sia nel bagno delle signore che in quello degli uomini. Tecnologico, accogliente e inclusivo è lo stadio di nuova generazione, capace di parlare non solo – come accade oggi – a un pubblico di uomini tra i 18 e i 60 anni, ma a tutti i tifosi (che nel Paese più vecchio d’Europa saranno sempre più anziani), alle donne (con la crescita sempre più significativa del calcio femminile) e, in generale – con lungimiranza – alle famiglie. Come accade, dal football all’Nba, negli Usa.

L’arena sportiva di Brisbane

«Oggi gli stadi – spiega Silvia Prandelli, senior principal di Populous Italia (branch italiana dello studio di architettura internazionale che ha già progettato l’Emirates stadium, il London 2012 Olympic Stadium, il nuovo Wembley, lo stadio del Tottenham e ha vinto il progetto per il nuovo stadio di Milano) – devono essere concepiti per essere fruibili tutti i giorni (o quasi). Quindi, di dimensioni ridotte rispetto a ora, ma spazi più funzionali, per praticare sport, ristorazione, shopping».

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La birreria dello stadio del Tottenham

In Australia, prosegue Prandelli, «stiamo progettando lo stadio per la squadra di calcio femminile delle Matildas e il Brisbane Lions Training Facility, per squadre maschili e femminili, con spazi meditazione, muri mobili, lavabili, fonoassorbenti e in grado di ospitare la famiglia mentre i genitori atleti si allenano ma anche spazi uffici, ad esempio, legati alla gestione delle squadre o affittabili, anche per il coworking».

In Italia, Populous, oltre alla “Cattedrale”, cioè al nuovo futuro stadio di Inter e Milan, ha progettato il nuovo impianto della Roma e anche il Genoa si è affidato alla società, nata nei primi anni ’80 in Kansas, per l’ammodernamento del Ferraris.

«In Italia – ha detto ancora Silvia Prandelli – è necessario trovare la giusta volontà, sia da parte delle pubbliche amministrazioni che degli investitori, per costruire impianti più inclusivi e capaci di vivere anche oltre i 90 minuti settimanali e i concerti d’estate. Inoltre, siamo convinti che uno stadio diverso e più accogliente verso un pubblico più vasto, poi quel pubblico più eterogeneo lo attrae davvero e marginalizza i comportamenti più aggressivi e violenti».

Infine, c’è il tema ambientale. Uno dei progetti esemplari è la Climate Pledge Arena di Seattle, la prima architettura net carbon zero certificato dal Living Future Institute, disegnata per avere un impatto minimo, sia come costruzione che come operatività dato che è interamente alimentata da fonti rinnovabili.

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