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Stati Uniti e fragranze trainano l’export di beauty made in Italy

Secondo Cosmetica Italia a fine 2023 raggiungeranno i 6,7 miliardi di euro (+15% rispetto al 2022) e le stime per il 2024 indicano un ulteriore incremento del 10% che farà salire il valore a 7,4 miliardi

di Marika Gervasio

(Adobe Stock)

3' di lettura

Gli effetti della crisi da Covid-19 hanno avuto forti ricadute sugli scambi commerciali in maniera trasversale su diversi settori. Un impatto che la cosmetica – come altri comparti – ha saputo affrontare recuperando posizioni e continuando a crescere. Secondo le previsioni di Cosmetica Italia a fine 2023 le esportazioni di prodotti di bellezza raggiungeranno i 6,7 miliardi di euro (+15% rispetto al 2022) e le stime per il 2024 indicano un ulteriore incremento del 10% che farà salire il valore a 7,4 miliardi di euro. A trainare le vendite all’estero della cosmetica made in Italy è la Lombardia che assorbe circa il 75% delle esportazioni totali nazionali con un valore che nel 2022 ha superato i 4,4 miliardi con una crescita del 18,6%, come spiega Barbara Mazzali, assessore a Turismo, moda e marketing territoriale della Regione Lombardia: «Ci sono tre dati economici che rendono l’idea dell’importanza della filiera cosmetica lombarda nel mondo: il 2% della produzione mondiale viene fatto in Lombardia, di questo produciamo il 37% del make up del globo, quota che sale al 45% se guardiamo i dati europei».

Al primo posto nella top ten dei Paesi importatori si confermano gli Stati Uniti con 471 milioni di euro nel primo semestre dell’anno in aumento del 42,7% rispetto allo stesso periodo del 2022 (si veda articolo sotto); seguono Francia con 352 milioni (+17,9%) e Germania con 334 milioni (+44,7%). Da segnalare l’incremento del 69,9% della Russia, al decimo posto. Nella classifica anche Spagna (208 milioni, +27,8%), Regno Unito (178 milioni, +25,9%), Polonia (155 milioni, +34,5%), Hong Kong (136 milioni, +25,7%), in ripresa dalla contrazione del 24,3% dell’anno scorso per gli effetti generati dalla crisi geopolitica nei confronti della Cina. In calo, all’ottavo posto, i Paesi Bassi, gli unici con una flessione del 17,5% a 118 milioni; mentre gli Emirati Arabi arrivano noni con 114 milioni (+1%).

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«Nel 2022 abbiamo assistito a uno storico sorpasso tra le destinazioni dell’export cosmetico italiano: gli Stati Uniti hanno infatti conquistato la prima posizione, superando la Francia – commenta Benedetto Lavino, presidente di Cosmetica Italia –. Questo dato, sicuramente influenzato anche dal favorevole cambio euro-dollaro, attesta il consolidamento dell’apprezzamento dell’offerta italiana sul mercato statunitense, dove il made in Italy si distingue per i suoi elevati standard di qualità, sicurezza e innovazione».

Top ten a parte, Paesi strategici per le attività di internazionalizzazione sono Cina e India con una crescita media annuale – dal 2012 al 2022 – rispettivamente del 27,6% e del 20% (si vedano articoli sotto); mentre se si considera l’ultimo anno si registrano ottime performance verso Canada (+36,4%) e Brasile (+34,7%).

Un’altra area interessante è la cosiddetta Asean: l’export italiano verso Birmania, Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malesia, Singapore, Thailandia e Vietnam l’anno scorso ha sfiorato i 155 milioni di euro con un incremento di oltre il 50%. Singapore e Vietnam concentrano i tre quarti del totale con un valore rispettivamente di 74,3 milioni (+37,4%) e 12,7 milioni (+57,8%). Interessanti in termini di dinamiche di crescita, seppure con numeri più contenuti, risultano Thailandia (7,9 milioni) e Indonesia (7,4 milioni) che l’anno scorso hanno registrato rispettivamente un +117,9% e un +99,7%. In particolare, per quanto riguarda la Thailandia occorre considerare che si tratta del polo produttivo beauty più importante nell’area del Sud-Est asiatico e può essere considerata l’accesso al mercato Asean.

A livello globale, entrando nel merito delle famiglie di prodotti made in Italy, emerge la forte accelerazione delle categorie maggiormente penalizzate durante i lunghi periodi di lockdown: la profumeria alcolica, prima famiglia di prodotto per valore (1,5 miliardi), cresce del 26,5%. Discorso analogo per i trucchi, quarta famiglia per valore delle esportazioni, che registra una variazione positiva di 20 punti percentuali. Ottima tenuta anche da parte dei prodotti più orientati verso l’azione igienizzante: cura capelli (+16,7%), igiene personale (+10%) e più contenuta da parte dei prodotti legati all’igiene orale (+1,1%). Di particolare rilevanza anche i prodotti per la cura del viso e del corpo che, con un valore di oltre 1,3 miliardi (seconda famiglia per valore dell’export cosmetico italiano nel mondo), registrano un +15,6%.

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