moda uomo

Stefano Ricci non modifica i piani all’estero nonostante Covid e crisi geopolitiche

Il brand fiorentino di abbigliamenrto sartoriale vende all’estero l’85% della produzione con 70 negozi in tutto il mondo: prossime nuove aperture a Taiwan e Parigi

di Silvia Pieraccini

3' di lettura

Per i produttori italiani che fanno moda di lusso, possiedono negozi in tutto il mondo e hanno una clientela prevalentemente straniera, l'ultimo anno è stato davvero un percorso a ostacoli: non solo le criticità geopolitiche, ma anche le proteste popolari contro la Cina che hanno invaso (e fermato) la dinamica Hong Kong, per non parlare dell'emergenza Covid che ancora tiene chiuse migliaia di boutique e di voli internazionali, fino alle manifestazioni antirazziali negli Usa che in alcune città hanno preso di mira le vetrine dei grandi brand. Tutti avvenimenti che hanno dato un colpo micidiale alle vendite “in presenza” e (un po') di impulso a quelle online.

Missione estero, rilancio in tre mosse

E ora? Stefano Ricci, marchio da uomo di fascia alta rigorosamente made in Italy, forte soprattutto in Cina e Russia, 70 negozi nel mondo per metà diretti, sceglie di rilanciare. E lo fa in tre mosse: col colore che domina la nuova collezione primavera-estate 2021; con capi più leggeri e performanti da affiancare al classico sartoriale; e, soprattutto, con gli investimenti retail che erano già stati programmati, e che in gran parte non saranno congelati nonostante la fase complicata e il fatturato 2020 atteso in calo del 30-40%. «Il prossimo settembre apriremo due negozi diretti a Taipei, in Taiwan, e a Parigi, nella Galerie La Fayette – spiega Niccolò Ricci, amministratore delegato dell'azienda di famiglia che ha chiuso il 2019 con 148,3 milioni di fatturato, ebitda a 26,2 milioni e export all'85% che sale al 95 con le vendite agli stranieri fatte nei negozi italiani – mentre in ottobre partiranno altri due nuovi negozi in licenza a Bangkok e Changsha, in Cina. Non vogliamo fermarci, anche se il momento è delicato e le previsioni sono difficili. Nel secondo semestre prevediamo un graduale recupero dopo i primi segnali incoraggianti registrati nel mese di giugno». Le vendite online stanno crescendo (+50%) ma rappresentano appena il 2% del fatturato.

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L’amore per Firenze (senza turisti)

L'inquietudine che durante il lockdown ha pervaso il patron Stefano Ricci, fondatore dell'azienda fiorentina e padre di Niccolò e del direttore creativo Filippo, si è stemperata in una lettera d'amore da lui scritta simbolicamente alla città di Firenze, che è diventata l'ispirazione per ambientare la collezione estiva. A fare da sfondo a foto e video sono stati gli alberghi di lusso della città, dal Four Seasons al St. Regis, dall'Helvetia&Bristol a Villa Cora, dal Belmond Villa San Michele al The Westin Excelsior, deserti (erano i mesi della chiusura totale) per mancanza di turisti. Un'assenza che ancora oggi nel centro di Firenze pesa moltissimo per tutte le attività: «Abbiamo riaperto il negozio con orario e personale ridotto – spiega la famiglia Ricci presentando proprio nella boutique di Firenze la nuova collezione – ma sono in pochi a entrare».

Showroom virtuale e piattaforma Pitti Connect

Stefano Ricci è critico con le misure di sostegno all'economia attuate dal Governo: «Se non avessi due figli in azienda non continuerei a investire: questo modo di ignorare l'impresa da parte di chi dovrebbe aiutarla mi lascia senza parole e senza forze. Ma ho 600 dipendenti, ai quali continuiamo ad anticipare e in alcuni casi ad integrare la cassa integrazione da quattro mesi, e sono obbligato a guardare avanti». Il futuro per ora è soprattutto digitale: l'azienda ha appena completato lo showroom virtuale che permette ai buyer (per adesso i direttori dei negozi monomarca) di scegliere tra i 65 look della nuova collezione, che sarà collegato anche alla piattaforma Pitti Connect e che in futuro permetterà di rivolgersi a clienti finali selezionati. «È chiaro che viene a mancare la percezione del capo – concludono Niccolò e Filippo Ricci – ma chi ci conosce sa come lavoriamo e com'è la qualità dei nostri prodotti».

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