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La Cfo Natalie Knight: «Stellantis, Francia e Italia centrali. La sostenibilità? È uno spartiacque»

di Lello Naso

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3' di lettura

A due mesi dalla nomina e a tre settimane dal suo primo appuntamento con i mercati, la semestrale che sarà rilasciata il 26 luglio, Natalie Knight, vicepresidente esecutivo e chief financial officer di Stellantis, ha parlato a un ristretto gruppo di giornali internazionali. Alla conference call ha partecipato anche Il Sole 24 Ore.

Knight, americana di Seattle, ventotto anni di esperienza da manager in Europa con ruoli diversi - prima alla tedesca Adidas, poi alla multinazionale belga della grande distribuzione Ahold Delhaiz - in quiet period in vista della semestrale di fine mese, non ha parlato di numeri. Ha invece spaziato sulle strategie e i programmi di Stellantis, sul rapporto sinergico tra le varie anime del gruppo, con un’attenzione particolare sui temi del mercato e dell’organizzazione. Per i quali Knight pensa di poter dare un apporto contaminando i mondi in cui ha maturato le ultime esperienze - la grande distribuzione, il food e il retail - «che con l’industria automotive hanno più punti di contatto di quelli che si immagina».

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Su questo, e sulla capacità di ragionare in termini di sviluppo sinergico con le varie anime dell’azienda, con obiettivi chiari e capacità di coinvolgere il management, ha spiegato Knight, è maturato il feeling con l’amministratore delegato del gruppo Carlos Tavares che l’ha scelta per prendere il posto di Richard Palmer.

Il primo obiettivo del gruppo, come sottolinea Knight, è dare piena applicazione a Dare Forward 2030, il piano strategico Stellantis a lungo termine, sulla sostenibilità. Emissioni zero entro il 2038 con la tappa intermedia di riduzione del 50% entro il 2030. «Il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità - ha sottolineato Knight - sarà lo spartiacque tra le società che staranno sul mercato e le altre». Anche in questo, sottolinea Knight «food e automotive sono molto vicini per la necessità comune di avere il consumatore come punto di riferimento».

Così come continueranno a essere decisive le quote di mercato. Perché «organizzazione, struttura, capacità decisionale, saranno sempre leve importanti, ma senza perdere di vista il mercato. Stellantis ha il vantaggio di avere una struttura cross-nazionale in cui possono essere sfruttate sinergie e competenze. Sarà uno dei punti di forza per il gruppo».

Il Dna di Stellantis, l’unione delle diverse anime, sarà una delle leve di sviluppo sia per i modelli che per la penetrazione sui mercati. Non ci sarà uno sbilanciamento verso gli Stati Uniti. L’Europa - la Francia e l’Italia in particolare - non perderanno centralità. «Il core dell’azienda è storicamente in Europa, non lo dimentichiamo. Ma sappiamo di avere un vantaggio rispetto ai nostri competitor per il fatto di avere una presenza importante in tutti i continenti. In ogni mercato bisogna arrivare con una conoscenza specifica e una strategia che consentano di essere competitivi nel lungo periodo».

Prima di tutto in Asia. Knight è stata responsabile dell’Asia per Adidas. «È una grande opportunità. L’esperienza maturata in Adidas insegna che è necessario trovare il giusto approccio con i consumatori, in un’ottica di lungo periodo. Nello stesso tempo, però, si deve dialogare con i competitor».

Il mercato americano, che ha assicurato grande profittabilità, ha ancora grandi margini di crescita per il gruppo. «Sappiamo di avere la capacità di costruire auto più facili e più comprensibili per i consumatori. Dobbiamo fare leva su questo perché è un segmento con grandi spazi di crescita, soprattutto negli Stati Uniti».

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