Stellantis, ricavi oltre le attese. Lo sciopero Uaw pesa ma non cambia i target
Ricavi +7% e consegne +11%. Su le stime. La cfo Knight: la protesta ha pesato sui ricavi per 3 miliardi e sull’utile operativo per meno di 750 milioni
I punti chiave
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L’eredità del lungo sciopero negli Stati Uniti è molto pesante, ma il gruppo Stellantis (sopra il 3% a Piazza Affari), visti i risultati del terzo trimestre, ha confermato la guidance per l’intero 2023 con un margine sull’utile operativo rettificato a doppia cifra e con un free cash flow industriale positivo. Rialzate le prospettive in Nord America, con una crescita ora stimata all’8% (era il 5%), nell’Europa allargata a +10% (contro +7%) e in Medio Oriente e Africa a +10% (era +7%). Invariate invece quelle per le altre aree geografiche: +3% Sud America, +5% India e Asia Pacific e +2% Cina.
Sottolineando il miglioramento dell’outlook la chief financial officer Natalie Knight, ha ribadito l’impegno a «mantenere il focus su vendite, controllo dei costi e redditività».
«Nella prima metà di quest’anno - ha dichiarato Knight - Stellantis è emersa come leader del settore per utile operativo, margine sull’utile operativo e free cash flow industriale tra i suoi concorrenti comparabili. Oggi, siamo concentrati nel mantenere il nostro slancio offrendo redditività e flussi di cassa leader del settore, affrontare le sfide critiche del settore a breve termine e continuare la nostra elettrificazione e trasformazione tecnologica. Questa crescita sta sostenendo l’attuazione della nostra strategia Dare Forward 2030».
L’impatto sull’Ebit a confronto: meglio Stellantis
Le interruzioni del lavoro causate dalle sei settimane di trattativa con la United auto workers hanno influito negativamente sui ricavi netti per circa 3 miliardi di euro. Il peso sull’utile operativo è stato stimato da Stellantis «in meno di 750 milioni di euro» prima delle imposte, ha precisato Knight. Un dato che va messo a confronto con i (circa) 950 milioni di General Motors e il miliardo e 200 milioni (sempre in euro) di Ford.
Ricavi e consegne in crescita, su le stime
A pochi giorni dall’accordo con Uaw negli Usa e con Unifor in Canada, il quarto gruppo automobilistico globale ha comunque potuto comunicare risultati positivi per il terzo trimestre, che ha visto una crescita di consegne (nonostante le 50mila in meno per lo sciopero) e ricavi. Questi ultimi oltre le attese, sostenuti da prezzi stabili, miglioramento della logistica e forte domanda per modelli come la Jeep Avenger elettrica.
I ricavi netti, quindi, sono stati pari a 45,1 miliardi di euro, in aumento del 7% rispetto al terzo trimestre 2022, «riflettendo principalmente il miglioramento dei volumi e la coerenza dei prezzi, parzialmente compensati dall’impatto dei cambi», si legge nella nota del costruttore. Le consegne hanno toccato quota 1,427 milioni di unità, in aumento dell’11% rispetto al terzo trimestre del 2022. Europa allargata, Medio Oriente e Africa, Nord America e Sud America segnalano miglioramenti anno su anno. Nei nove mesi l’incremento è stato del 10% sia per i ricavi che per le consegne consolidate (a 4,629 milioni). La crescita maggiore si è registrata in Europa e nell’area Medio Oriente e Africa (+10%). Un passo indietro il Nord America (+8%).
Le ambizioni sull’auto elettrica
Sul versante dell’auto elettrica, le vendite globali di auto elettriche a batterie (Bev) sono in aumento del 37% rispetto al terzo trimestre del 2022, trainate principalmente dalla Jeep Avenger e dalle crescenti vendite di veicoli Bev commerciali guidate dalla Citroën ë-Berlingo. «Ci sono sfide nel mercato, specie in Nord America - ha commentato Knight - ma siamo in grado di rispondere con tecnologia e prezzi e puntiamo al podio». E’ il caso della nuova Citroen ë-C3, che partirà da 23.300mila euro (la più economica prodotta in Europa), ma che vedrà nel 2025 una versione entry level con prezzo inferiore ai 20mila euro. «La nostra posizione nelle auto a batteria in Europa è di leadership, siamo tornati al secondo posto, davanti a Tesla. Per noi questo è un segmento cruciale. Siamo concentrati sull’affrontare le sfide critiche del settore a breve termine e nel continuare la nostra elettrificazione e trasformazione tecnologica».
L’accordo di Stellantis con il produttore cinese Leapmotor permetterà «un miglioramento dell’utile operativo entro il 2025» e non è previsto «alcun impatto (negativo) materiale per il margine sull’utile operativo di Stellantis», ha aggiunto Knight. L’accordo prevede più di 1 milione di unità annue in Cina da parte di Leapmotor, sfruttando la posizione di leader nazionale di veicoli elettrici puri, guidato dalla tecnologia e più di 500mila vendite annuali al di fuori della Cina attraverso la jv di esportazione guidata da Stellantis entro il 2030.
Maserati, buona risposta ma non in Cina
«Abbiamo avuto una buona risposta sui nuovi prodotti» Maserati, »con l’eccezione della Cina» ha poi commentato la cfo durante la call sui risultati del III trimestre. Maserati ha registrato una contrazione del 20% nelle consegne, a 5.300 unità, risentendo del calo dei volumi in Cina. Vendite in calo per Levante e Ghibli, parzialmente compensate dai maggiori volumi di Grecale. In diminuzione del 21% i ricavi netti a causa della riduzione dei volumi e di un effetto dei cambi sfavorevole.
Il piano di buyback
Infine, nel terzo trimestre del 2023 Stellantis ha riacquistato azioni proprie per 500 milioni. Nei nove mesi conclusi al 30 settembre 2023 sono state riacquistate azioni proprie per 1,2 miliardi. Il gruppo prevede di completare l’annunciato programma di buyback da 1,5 miliardi nel corso del quarto trimestre del 2023.
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