Automotive

Stellantis, si aggrava la crisi dei chip e Melfi passa da 17 a 15 turni

Si riduce il ritmo di lavoro per la mancanza di semiconduttori aggravata dalla guerra - Contratti di solidarietà per gestire i 1.500 esuberi provvisori

di Filomena Greco

(REUTERS)

2' di lettura

Si aggrava la crisi dei semiconduttori nello stabilimento Stellantis di Melfi, il principale in Italia del Gruppo italo-francese. Dopo il blocco della produzione nei giorni scorsi, la situazione si è ulteriormente complicata tanto da costringere l’azienda non solo a rinunciare alla salita produttiva programmata, ma a ridurre, da 17 a 15, i turni di lavoro generando 1.500 esuberi provvisori. Il cambio nell’organizzazione sarà operativa a partire dal 4 aprile prossimo.

L’azienda ha esplicitato, come riferiscono i sindacati, che in aggiunta alla crisi già in corso per l'approvvigionamento dei semi conduttori, in queste settimane la drammatica situazione della guerra tra Russia e Ucraina ha ulteriormente acuito la situazione visto il ruolo di quei paesi nella produzione di materia prima per la costruzione dei microchip.

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L'ipotesi di salita produttiva a 20 turni, annunciata nelle settimane scorse, non è dunque percorribile e a partire dall’inizio del mese prossimo lo stabilimento ridurrà il ritmo di lavoro. La situazione ha costretto inoltre a modificare gli ammortizzatori sociali utilizzati, con l’avvio dei contratti di solidarietà con le nuove regole valide a partire dal 2022 che prevedono la riduzione massima dei livelli di lavoro fino all’80%.

I sindacati esprimendo grande preoccupazione «per la situazione congiunturale che purtroppo vede un aggravarsi della situazione produttiva» e valutano come indispensabili «strumenti straordinari per affrontare questo momento drammatico e di transizione e per dare un aiuto concreto al reddito dei lavoratori».

Il prossimo incontro con l’azienda è fissato per il prossimo 22 marzo. Fino ad allora le organizzazioni sindacali hanno annunciato di voler mettere in campo «ogni azione utile affinché dalla Regione e dal Governo non arrivino solo annunci ma fatti concreti affinché a Melfi non si perda nessun posto di lavoro».La delegazione sindacale poi ha richiesto un incontro specifico per parlare della tenuta occupazionale di tutta l’area industriale di Melfi, in linea con l’accordo del 25giugno dell’anno scorso.

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