Stile sartoriale e prestazioni hi-tech per l'ultima nata del Cavallino Rampante
Ferrari Roma Spider, la nuova nata della gamma Roma, ha il tetto retrattile in tessuto e offre il piacere della guida en plein air, mantenendo il fascino e il dinamismo della granturismo. Merito di un meticoloso lavoro progettuale, stilistico e di ricerca tecnologica.
di Massimo Mambretti
5' di lettura
Dopo più di cinquant'anni dalla prima applicazione, tante Ferrari granturismo da cui sono derivate scoperte con la capote, ma anche alcune con il tetto rigido retrattile, la Roma Spider porta di nuovo in scena un tetto retrattile in tessuto. L'ultima nata del Cavallino Rampante deriva dalla Roma granturismo dalla quale riprende il concept V8+2, definizione che sintetizza l'architettura del motore e la configurazione dell'abitacolo, rispettandone esteticamente proporzioni, volumi e silhouette. E come ogni nuova Ferrari, la Spider porta alla ribalta novità assolute a livello stilistico e tecnologico.
Disegnata dal Centro Stile Ferrari sotto la direzione di Flavio Manzoni, la Roma Spider è dotata di un soft-top retrattile in 13”5 fino a 60 all'ora realizzato con cinque strati di tessuto, che garantisce una coibentazione acustica e termica pari a un padiglione rigido ritraibile e che offre svariate possibilità di personalizzazione, che coinvolgono persino le tonalità delle cuciture.
Per riprogettare il padiglione della Roma coupé, dall'andamento piuttosto spiovente sul posteriore, sono state ridefinite le geometrie del lunotto. Nella Ferrari Roma Spider, infatti, il lunotto è integrato nella capote per essere ricoverato insieme a essa all'interno del tonneau cover posteriore quando la vettura è in configurazione aperta. Il tema di stile originario è stato interpretato come se una fascia in tinta carrozzeria attraversasse trasversalmente la zona alla base del lunotto, scomponendola in due sezioni. La parte inferiore diventa così uno spoiler attivo in fibra di carbonio, la cui geometria si raccorda virtualmente al lunotto e completa il disegno del tetto. Quando il tetto è ricoverato, lo spoiler attivo si ricollega invece otticamente alla geometria della cappelliera e ai poggiatesta. Il tessuto utilizzato per la capote è frutto di intrecci tessili con combinazioni di colori che mettono in luce le due anime della vettura: l'allestimento sartoriale bicolore è selezionabile a partire da una palette in quattro tonalità la cui trama esalta i caratteri di eleganza e raffinatezza propri di un abito tagliato su misura, mentre il tessuto tecnico sviluppato specificatamente per la Roma Spider ne esalta la tridimensionalità e la tecnicità.
Ferrari Roma Spider al microscopio
Il tetto in tessuto della Spider quando è sollevato si integra nei lineamenti fondamentali della Roma in maniera armoniosa, mentre quando è ripiegato nel suo alloggiamento determina una linea perfettamente allineata ai canoni di unicità della Ferrari. Quando il tetto è sollevato la silhouette della Roma Spider ricalca in maniera pressoché fedele quello della granturismo grazie all'andamento del padiglione, definito anche meticolosamente per evitare che la struttura in tessuto interferisca con la profilatura aerodinamica e inneschi rumorosità poco gradevoli alle alte velocità. Con il tetto sollevato la Spider ripropone nella vista laterali tutti gli stilemi tipici della gamma Roma: dalla sinuosità delle fiancate ai passaruota muscolosi, dal finestrino dietro le porte sino al profilo della coda in cui spicca lo spoiler fisso che integra i proiettori posteriori, leggermente ridimensionati rispetto a quelli della coupé. La coda è avvolgente e di aspetto monolitico integra sia un diffusore inferiore di dimensioni contenute che ospita scarichi e derive sia lo spoiler mobile con calibrazioni specifiche per la configurazione a tetto aperto, che innescano tre differenti posizioni in funzione delle condizioni di marcia. La Spider vanta un carico verticale in situazioni di handling ad alta velocità paragonabile a quello della Roma. La linea è stata definita tenendo anche in grande considerazione il confort a tetto aperto, nonché alla minimizzazione di turbolenze e rumorosità aerodinamica nell'abitacolo. Le soluzioni scelte sono state guidate dalla necessità di semplificare la transizione da tetto chiuso a tetto aperto, introducendo automatismi nella movimentazione delle superfici destinate al comfort aerodinamico, tra cui spicca una rampa di 5 mm sulla traversa parabrezza. È stato inoltre sviluppato un wind deflector automatico brevettato, ma azionabile dal guidatore anche in marcia. Quando il pilota decide di aprirlo tramite la semplice pressione di un tasto posizionato sul tunnel, lo schienale dei sedili posteriori (se inutilizzati) ruoterà e si posizionerà dietro le teste degli occupanti.
Gli interni
La presentazione dell'abitacolo della Spider ricalca quello della Roma. Quindi si caratterizza sempre per la struttura quasi simmetrica dovuta alla suddivisione in cellule distinte per il pilota e per il passeggero, per la plancia dominata dall'elettronica e da comandi touch, oltre che per il cluster tutto virtuale e digitale da 16” al quale si affianca il display centrale dell'infotainment verticale da 8,4”, ai quali si può aggiungere anche lo schermo con cui il passeggero può condividere le informazioni di guida. L'interfaccia uomo-macchina della Spider è una versione riveduta e perfezionata di quella Roma, in cui il volante è composto da comandi a sfioramento posizionati sulle razze. Su quella a sinistra vi sono bassorilievi che rendono percepibile il pulsante su cui si sta agendo, mentre su quella di destra ci sono i controlli e il trackpad ora bassofondo per avvantaggiare la facilità d'uso. Tali riferimenti aiutano il guidatore a trovare la posizione dei comandi in modo più intuitivo, proprio come mira a fare la retroilluminazione rossa del pulsante di avviamento del V8 biturbo.
Motore e prestazioni
È lo stesso motore di 3,9 litri con 620 cavalli e 760 Nm di coppia della Roma granturismo abbinato al cambio a doppia frizione con 8 marce, che sviluppa una potenza specifica di 161 cv/litro e che intrecciandosi con una massa di 1.556 kg, superiore a quella della coupé di 84 kg per le componenti portare in dote dalla trasformazione in spider compresi gli irrobustimenti per avvantaggiare la rigidezza struttale, genera un rapporto peso/potenza di 2,5 kg/cv. Le prestazioni ricalcano quelle della granturismo, poiché la Spider supera i 320 all'ora e raggiunge i 100 e i 200 orari, rispettivamente, in 3”4 e 9”7. Il propulsore s'avvale sempre del software che varia la coppia in funzione della marcia innestata sia per ottimizzare il consumo sia le prestazioni, emana una tonalità specifica e adotta un'evoluzione della pompa dell'olio ovviamente trasferita anche al V8 della coupé che riduce il time-to-pressure nelle partenze a freddo del 70% e che incrementa la portata ai medi regimi. La Spider adotta la versione 6.0 del sistema Ssc per la gestione del dinamismo che include anche nella posizione Race del Manettino (con cui si innestano le configurazioni vettura) anche la funzione che controlla la dinamica laterale. Il sistema si affianca al tradizionale Electronic Stability Control e agisce attraverso l'attuazione di una pressione idraulica sulle quattro ruote e coerente con la situazione di guida al sistema frenante, che rende più prevedibile il comportamento della vettura in percorrenza e uscita curva.
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