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Stop al bonus sui veicoli per le aziende di trasporto merci e passeggeri, l’ira delle associazioni

Nel decretone di fine anno manca la proroga del credito di imposta per gli ordini di beni strumentali tradizionali previsti

di Flavia Landolfi

Ferraris (Fs): “Piano da 2,5 mld per coprire gap logistico merci”

3' di lettura

È un grido d’allarme unanime quello che attraversa la categoria del trasporto merci e passeggeri su strada ma anche il mondo della logistica e la filiera industriale e commerciale automotive. Il termine del 31 dicembre fissato dalla manovra dell’anno scorso per usufruire del credito di imposta sui veicoli è stato sforato da moltissime imprese e la speranza era quella di un rinnovo - nel decreto Milleproroghe - se non altro dei termini entro i quali i veicoli devono essere consegnati, pena la perdita del beneficio fiscale. Lo spiega bene il comunicato congiunto lanciato dalle associazioni di rappresentanza della categoria: «Il rischio che il settore automotive, a causa delle ben note problematiche di rallentamento su tutte le principali catene di approvvigionamento, shortage di chip, materie prime e semi-lavorati, potesse non riuscire a rispettare le scadenze previste dalla legge di Bilancio 2021 era stato con largo anticipo comunicato al Governo, con la richiesta di concessione di 6 mesi di proroga che nulla avrebbero impattato sui bilanci dello Stato», scrivono a 10 mani Ania, Anfia, Anita, Federauto e Unatras-Confcommercio..

Il nodo del bonus

Il nuovo appello al governo per prorogare di 6 mesi i termini di consegna e di poter così usufruire di «una delle principali misure di sostegno agli investimenti degli ultimi anni, che, tra l'altro, non sarà più operativa nel 2023» non potrà che transitare nel treno degli emendamenti al Milleproroghe. Le associazioni dettagliano poi le esigenze chiarendo che le proroghe si chiedono per i beni strumentali materiali tradizionali e innovativi ordinati nel 2021 e per cui è stato versato un acconto del 20% e per i quali si chiede una proroga dal 31/12/2022 al 30/06/2023; beni strumentali materiali tradizionali e innovativi ordinati nel 2022 e per cui non è stato versato acconto con proroga dal 31/12/2022 al 30/06/202 e infine i beni strumentali materiali tradizionali ordinati nel 2022 e per cui è stato versato un acconto del 20%, in questo caso dal 30/06/2023 al 31/12/2023.

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Le voci di protesta

«La modalità del credito d'imposta è un ottimo strumento che dovrebbe essere maggiormente preso in considerazione e incentivato soprattutto a supporto degli importanti obiettivi che l'Italia deve raggiungere in chiave 2030 e 2050 per la riduzione dell'impatto ambientale». Parola di Alessandro Peron, segretario generale di Fiap, associazione che riunisce un pezzo del mondo della logistica e del trasporto merci. «Proprio tra le nostre proposte come Fiap - prosegue Peron - avevano consigliato di mutuare l'iniziativa dell'industria 4.0, che ha portato sicuramente importanti benefici per le imprese in termini economici e di innovazione, con una nuovo provvedimento rivolto alla riduzione dell'impatto ambientale. Un credito d'imposta per qualsiasi iniziativa che vada verso una maggiore sostenibilità ambientale incentivando in questo modo non solo la sostituzione di veicoli ma anche l'eventuale utilizzo di soluzioni che ne riducono l'impatto».

«Questo - sostiene Peron - darebbe a tutto il settore automotive una spinta verso l'innovazione e nel trovare soluzioni che ci aiuteranno a raggiungere gli obiettivi sopra esposti. Speriamo nei prossimi provvedimenti del governo di trovare un cambio di passo verso queste tematiche».«I rallentamenti registrati nelle catene di approvvigionamento di chip e materie prime ha dilatato a dismisura i tempi di consegna di autobus e altri mezzi di trasporto. Soprattutto in una situazione di crisi come quella attuale - ha dichiarato Nicola Biscotti presidente di Anav (Associazione nazionale autotrasporto viaggiatori) - questi ritardi non possono ricadere sulle imprese, che con sacrificio hanno investito nel rinnovo dei parchi autobus, confidando di poter accedere al credito d'imposta previsto per gli investimenti ordinari. È necessario prorogare di almeno sei mesi i termini previsti per la consegna dei veicoli al fine di salvaguardare gli investimenti già effettuati, che, anche a causa della mancata proroga dell'agevolazione al 2023, si sono concentrati sul finire dell'anno».

Proroga di un anno per i bus inquinanti

E invece tra le proroghe inserite nel decreto di fine anno c’è la deroga per il divieto di circolazione per gli autobus Euro 2 destinati al trasporto pubblico locale. Il divieto di circolazione per i veicoli a motore delle categorie M2 e M3, adibiti a servizi di trasporto pubblico locale, alimentati a benzina o gasolio con caratteristiche antinquinamento Euro 2, che sarebbe dovuto scattare il primo gennaio 2023 è spostato al primo gennaio 2024. Viene così allineato lo stop relativo ai mezzi Euro 2 a quello stabilito per i mezzi Euro 3.

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