sullo spazio / 3

Storia vera di Luciano e la Nasa

Quando l’uomo viaggiò nel Cosmo con la fantasia: tra i primi a “partire” ad esempio Luciano di Samosata con il protagonista della sua “Storia vera”. Ma anche Antonio Diogene che nel suo “Le incredibili avventure al di là di Tule” narrò di uno sbarco sulla Luna

di Giorgio Ieranò

Altec Turin, ROCC (Rover Operations Control Center) di Exomars

3' di lettura

Sulla Luna siamo sbarcati per la prima volta duemila anni fa. Con la fantasia, ovviamente. Ma è stata una fantasia che ha improntato millenni di narrazioni e ha ispirato anche i viaggi spaziali del XX secolo. È Luciano di Samosata, scrittore vissuto nel II secolo d.C., a portarci sulla Luna con il protagonista della sua Storia vera. Il titolo, ovviamente, è ironico: non c'è nulla di vero in quello che racconta Luciano.

Il suo testo è una parodia dei romanzi fantastici e d'intrattenimento che circolavano già all'epoca. Sappiamo, per esempio, che un certo Antonio Diogene aveva già raccontato uno sbarco sulla Luna nel suo Le incredibili avventure al di là di Tule, monumentale opera fantasy in 24 libri, resoconto di un viaggio immaginario oltre l'estremo Nord, rappresentato appunto dalla mitica Tule. Ma l'opera di Antonio Diogene è andata perduta e così il primo racconto di un viaggio spaziale che possiamo leggere è quello di Luciano.

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Lo scrittore descrive minutamente la Luna. I lunatici nascono non dal grembo delle donne, ma dal polpaccio dei maschi. Invece di morire si dissolvono in fumo. Si nutrono di spremute di aria. Sono tutti calvi e hanno una pancia che usano come ripostiglio e borsa da viaggio (un po' come Eta Beta nei fumetti di Walt Disney). Si vestono con tuniche di cristallo o abiti di rame. Sulla Luna esistono anche uno specchio magico che permette di vedere ogni città e ogni abitante della Terra e un pozzo attraverso il quale si ascoltano tutte le voci del nostro pianeta. «Non ci credete?», dice Luciano.

«Allora andate lassù e vedrete che non ho inventato nulla». Lo scrittore certo non poteva immaginare che avremmo raccolto la sua sfida. Ma noi lo abbiamo preso alla lettera e sulla Luna ci siamo andati davvero. Per ora non abbiamo visto nulla di quello che ci raccontava, ma può darsi che non abbiamo guardato bene. Delle fantasie di Luciano abbiamo comunque fatto tesoro.

Senza la sua Storia vera, per esempio, non ci sarebbe stato un libro come Gli stati e imperi della luna di Cyrano de Bergerac (quello vero, alchimista, erudito e spadaccino della Francia del Seicento, non quello romanzesco reinventato nell'Ottocento da Edmond Rostand). Il protagonista del libro di Cyrano costruisce una specie di razzo interstellare per arrivare fino alla Luna. Che, naturalmente, è abitata. E, naturalmente, i lunatici sono gente strana. Gente che non ha orologi (grande invenzione del Seicento), ma misura le ore usando l'ombra del naso come meridiana. Ma Luciano ha anticipato anche le guerre stellari, raccontando il conflitto tra i lunatici e gli abitanti del Sole, che si sfidano nello spazio, gli uni volando su giganteschi avvoltoi, gli altri a cavallo di formiche volanti.

Del resto, George Lucas ha girato le sue Guerre stellari con un occhio alla mitologia greca, assimilata attraverso Il viaggio dell'eroe di Joseph Campbell, immaginifico saggio di un estroso discepolo della psicologia junghiana che è diventato la Bibbia di molti registi cinematografici. Anche Stanley Kubrick girò 2001: Odissea nello spazio tenendo sul comodino il libro di Campbell. E il titolo del capolavoro kubrickiano non è affatto casuale: l'ispirazione era davvero omerica e mitologica. Basti pensare che, nella prima stesura della sceneggiatura, il computer superintelligente non si chiamava Hal ma Atena.

Come la dea protettrice di Ulisse che, però, anziché aiutare l'eroe nel suo viaggio, nel film cerca di condurlo al naufragio. Quando siamo partiti davvero alla conquista dello Spazio,dunque, non potevamo che tornare, ancora una volta, ai greci antichi. La missione che è sbarcata sulla Luna faceva parte di un programma di esplorazione che si chiamava Apollo. Ed è nel 1958, quando viene fondata la Nasa, l'ente spaziale americano, che gli scienziati scelgono il nome con cui designare i pionieri dello Spazio. Decisero di chiamarli “astronauti”, che in greco significa “i navigatori delle stelle”. E così, quando Neil Armstrong, astronauta dell'Apollo 11, piantò la sua bandiera sulla Luna, anche i greci antichi erano con lui.

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