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Strage Capaci, Mattarella: la mafia è un cancro ma non è invincibile

Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una dichiarazione in occasione del 31/mo anniversario della strage di Capaci in cui persero la vita Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, e gli agenti Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani

(ANSA)

3' di lettura

«Magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno demolito la presunzione mafiosa di un ordine parallelo, svelando ciò che la mafia è nella realtà: un cancro per la comunità civile, una organizzazione di criminali per nulla invincibile, priva di qualunque onore e dignità». Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una dichiarazione in occasione del 31/mo anniversario della strage di Capaci. «L’azione di contrasto alle mafie va continuata con impegno e sempre maggiore determinazione. Un insegnamento di Giovanni Falcone resta sempre con noi: la mafia può essere battuta ed è destinata a finire», ha aggiunto.

Mattarella: la mafia è un cancro ma non è invincibile

«Il 23 maggio di trentuno anni fa - ha ricordato il capo dello Stato - lo stragismo mafioso sferrò contro lo Stato democratico un nuovo attacco feroce e sanguinario. Con Giovanni Falcone persero la vita sua moglie Francesca Morvillo, magistrata di valore, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani, che lo tutelavano con impegno.Una strage, quella di Capaci, che proseguì, poche settimane dopo, con un altro devastante attentato, in via D’Amelio a Palermo, nel quale morì Paolo Borsellino, con Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina. A questi testimoni della legalità della Repubblica, allo strazio delle loro famiglie, al dolore di chi allora perse un amico, un maestro, un punto di riferimento, sono rivolti i primi pensieri nel giorno della memoria.

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Meloni: contro la mafia avanti con impegno instancabile

«Trentuno anni fa ero una quindicenne, sconvolta dall’efferatezza di quella stagione di stragi mafiose. Scelsi di impegnarmi in politica perché lo vidi come lo strumento più utile per fare qualcosa, per non rimanere con le mani in mano. L’ultimo arresto quello di Matteo Messina Denaro è la testimonianza dell’impegno instancabile di tanti uomini e donne delle Istituzioni». Così la premier Giorgia Meloni nel suo messaggio letto durante la cerimonia, in corso a Palermo, per l’anniversario della strage di Capaci, sottolineando come «il dolore provocato da quegli omicidi sia indelebile».

Palermo al via ricordo vittime strage Capaci

Al via intanto nell’aula bunker di Palermo le manifestazioni in ricordo delle vittime della strage di Capaci del ’92 e di quelle che insanguinarono l’Italia nell’anno successivo. Davanti all’edificio, che ospitò il maxi-processo alla mafia, è stato montato un palco. Sono già arrivati centinaia di ragazzi. A cominciare dalle 10 vi sono saliti 80 baby sindaci con fascia tricolore provenienti da tutta Italia e delegazioni delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco. Con loro ci sarà, tra gli altri, il ministro degli Interni Matteo Piantedosi che ha iniziato la giornata, alle 9,30, nel giardino di palazzo Jung, in via Lincoln, dove, dal prossimo autunno, verrà ospitato il museo delle mafie dedicato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Le manifestazioni di oggi sono organizzate dalla Fondazione Falcone promossa da Maria, sorella del giudice ucciso a Capaci.

Scontro Morvillo-Maria Falcone su ricordo strage Capaci

Da segnalare lo scontro Morvillo-Maria Falcone su ricordo strage Capaci. In questa città aver fatto accordi con la mafia viene ritenuto da tutti un fatto disdicevole?». È la domanda posta, sulle pagine di Repubblica Palermo, da Alfredo Morvillo, fratello di Francesca, cognato di Giovanni Falcone, in occasione del trentunesimo anniversario della strage di Capaci. «È il tempo di andare avanti - scrive Maria Falcone, sorella di Giovanni, sempre sullo stesso quotidiano - di perseverare nella ricerca della verità e al contempo smettere di usare l’antimafia per fare carriera, per fare passerella». Ad accendere il dibattito su posizioni diverse tra i familiari di due delle vittime della strage di Capaci c’è il sostegno alla giunta di centrodestra di Palermo del sindaco Roberto Lagalla da parte di Marcello Dell’Utri e Salvatore Cuffaro, politici condannati per fatti di mafia. «Troppo spesso i cittadini ricevono dall’alto segnali che invitano a convivere con ambienti notoriamente in odore di mafia» dice Morvillo, ex procuratore di Trapani.

Le sue parole suonano anche come una critica, neanche troppo velata, a Maria Falcone che durante la campagna elettorale dell’anno scorso si scagliò contro gli impresentabili («La politica non si può permettere sponsor che non siano adamantini, Dell’Utri e Cuffaro non lo sono») e che quest’anno ha firmato un accordo con Lagalla per realizzare un nuovo museo dell’antimafia. «È il tempo di non abbassare la guardia - spiega Maria Falcone - e al contempo costruire ponti tra le diverse componenti sociali, pretendere impegni da chi vuole unirsi allo sforzo del cambiamento, senza criticare a priori, magari rianimati da una certa nostrana acida propensione alla presunzione»


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