Ue: «In Grecia la tragedia più grande del Mediterraneo». Si temono 600 morti
I punti chiave
Arcivescovo Atene: «Vertici Ue e potenti del mondo siano all'altezza della situazione»
«Possano i vertici dell’Unione Europea e i potenti di questo mondo essere all’altezza della situazione e dare decisamente un colpo di grazia agli spregevoli circuiti dei trafficanti criminali di persone deboli e disperate e, allo stesso tempo, le soluzioni di solidarietà e umanità per la questione dell’immigrazione e della situazione dei rifugiati, onorare i principi e i valori della nostra cultura». Lo ha ammonito l'arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia Ieronymos II dopo il nuovo naufragio a poche miglia dalle coste greche. «Le vite umane non sono sacrificabili, non sono né numeri né dati statistici. Sono uniche e preziose, tutte ugualmente grandi e importanti per il Creatore», ha osservato Ieronymos.
Fermati i presunti scafisti dello sbarco di ieri a Crotone
Due cittadini egiziani sono stati sottoposti a fermo dalla Squadra mobile di Crotone con l’accusa di essere gli scafisti dell’imbarcazione a vela con 50 migranti a bordo soccorsa dalla Guardia costiera e condotti ieri nel porto di Crotone. Sulla barca si trovavano cittadini di nazionalità afgana, iraniana, siriana, egiziana e palestinese. Grazie alle loro dichiarazioni e all’analisi degli apparecchi cellulari a loro in uso, gli investigatori hanno ricostruito le fasi del viaggio, dalla partenza dalla Turchia sino all’arrivo sulle coste crotonesi, e di individuare i due egiziani come i presunti scafisti. Al termine delle indagini i due sono stati posti in stato di fermo di polizia giudiziaria per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed associati nella Casa circondariale a disposizione della Procura di Crotone.
Guerini: «Tragedia inaccettabile, serve Mare Nostrum europeo»
Il naufragio di migranti in Peloponneso «è una tragedia pesantissima di fronte alla quale nessuna spiegazione è possibile e nessuna giustificazione è accettabile. Questa tragedia è lo specchio di un quadro molto più complesso di fenomeni migratori che ci saranno sempre, di persone che sfuggono a situazioni di estrema difficoltà, arrivano da Paesi segnati da guerra, terrorismo e carestie. È un problema complesso che deve essere affrontato con tutti gli strumenti disponibili e deve vedere l’Europa impegnata innanzitutto per fare in modo che queste stragi in mare non avvengano». Lo ha detto Lorenzo Guerini, presidente del Copasir, a Napoli per il forum “L’Europa presente” nella sede della Fondazione Foqus.
«È necessario immaginare un Mare Nostrum europeo - ha aggiunto Guerini - con la capacità di tutta l’Europa di agire per salvare le vite in mare. Dall’altro lato serve costruire il più possibile politiche verso l’Africa di sviluppo e di cooperazione con i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e non solo, di contrasto al traffico di esseri umani e di chi sul traffico specula, ma dentro una strategia complessiva che non può essere episodica e non può avere una sola direzione di marcia, ma necessita di un lavoro impegnativo e complesso i cui risultati non arrivano nell’immediato. È un lavoro che necessita anche un confronto con l’opinione pubblica per spiegare che ci dobbiamo confrontare con questi fenomeni e che girarsi dall’altra parte non è la politica migliore».
Padre Zanotelli: «Ue si sta trasformando in grande prigione, siamo diventati belve feroci»
«Dopo Cutro, un altro crimine perpetrato a danno dei disperati della storia, in cerca di una speranza di vita. È un dolore lancinante che provo davanti a questa ennesima tragedia. Come abbiamo fatto a diventare delle belve così feroci?». Il j'accuse arriva da padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, a nome del Digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti. «L'Ue - dice il missionario pacifista - si sta trasformando in una grande prigione». «Quello che è avvenuto nella notte del 13 giugno, a poche miglia dalle coste greche, è una delle più spaventose tragedie di migranti nel Mediterraneo, con oltre 600 morti, dei quali almeno 100 erano bambini rinchiusi nella stiva del peschereccio “Adriana” (proprio come gli antichi schiavi!). Questo, - osserva il missionario - nonostante tutte le segnalazioni di soccorso inviate alle autorità greche, ma anche all'Italia, Malta... Nessuno si è mosso. Le autorità greche erano ben consapevoli che quel peschereccio era sovraffollato e inadeguato, ma non hanno avviato alcuna operazione di salvataggio. Secondo i superstiti, 104 persone, il 13 sera il peschereccio si è ribaltato e sfasciato, trascinando nell'abisso oltre 600 migranti».
Save the Children, serve indagine completa su naufragio Grecia
Save the Children, insieme ad Amnesty International, Danish Refugee Council, HIAS Europe, Human Rights Watch, International Rescue Committee, Medici senza Frontiere, Missing Children Europe, Oxfam, SOS Children's Villages International, chiede un’indagine completa sul naufragio, sul ruolo degli Stati membri dell’Ue e sul coinvolgimento di Frontex, e un sistema di asilo europeo che garantisca alle persone il diritto di chiedere protezione nel pieno rispetto dei loro diritti. «Ancora una volta - si legge in una nota -, decine di vite sono state perse alle frontiere dell'Europa a causa dell’incapacità dell’Unione Europea di permettere alle persone in cerca di protezione di raggiungere l’Europa in modo sicuro. Centinaia di persone sono disperse e si teme siano morte dopo l’ultima tragedia avvenuta vicino alle coste greche; secondo quanto riferito, tra i morti ci sono molte donne e minori che erano presenti sottocoperta del sovraffollato peschereccio. Le autorità di diversi Stati membri sono state informate dell’imbarcazione in difficoltà molte ore prima del suo rovesciamento e anche un aereo di Frontex era presente sulla scena. Queste tragedie umane si consumano quotidianamente alle frontiere terrestri e marittime dell’Europa. Il primo trimestre di quest’anno è stato il più letale nel Mediterraneo centrale degli ultimi sei anni. Difensori dei diritti umani, organizzazioni della società civile, le Nazioni Unite e innumerevoli giornalisti investigativi, nonché i principali media, hanno documentato le violazioni dei diritti umani, i respingimenti e le sistematiche carenze nella ricerca e nel salvataggio che sono ormai diventate, di fatto, la politica di gestione delle migrazioni dell’Ue.
Sono stati pubblicati centinaia di rapporti e documenti, compresi quelli basati direttamente sui racconti dei sopravvissuti Le organizzazioni stanno chiedendo senza sosta alla Commissione europea, agli Stati membri e ai responsabili politici europei di adottare misure per porre fine alle violazioni dei diritti umani e alle morti insensate alle frontiere dell’Ue».Governo greco: peschereccio rifiutò aiuto due ore prima del naufragio
“La nave della guardia costiera si è avvicinata al peschereccio (poi naufragato al largo del Peloponneso ndr.) due ore prima del naufragio. Le persone a bordo hanno rifiutato qualsiasi aiuto” dicendo “’No help, go Italy’” e “il peschereccio ha continuato la sua strada”. Lo ha dichiarato il portavoce del governo greco, Ilias Siakandaris, parlando con la tv di Stato Ert del tragico naufragio avvenuto al largo di Pylos, aggiungendo che “la guardia costiera non ha lanciato una corda di ormeggio verso il peschereccio” e che “l’approccio della Guardia Costiera non può essere collegato all’affondamento del peschereccio in termini di tempo”.
“Le autorità portuali hanno rapidamente proceduto alla fase di indagine preliminare. Hanno identificato 9 persone tra i salvati come sospetti trafficanti e quindi il loro destino è separato da ora in poi dal resto dei sopravvissuti. Sono trattenuti a Kalamata e uno è in ospedale”, ha detto il rappresentante del governo di Atene.
Amnesty: «Tragedia evitabile, necessari percorsi sicuri verso l’Europa»
«Siamo di fronte a una tragedia di dimensioni inimmaginabili, che oltretutto era totalmente evitabile. Sollecitiamo un'indagine urgente, approfondita, indipendente e imparziale su cosa abbia causato questa catastrofe e chiediamo assistenza e sostegno per le persone sopravvissute»
Lo ha dichiarato Adriana Tidona, ricercatrice di Amnesty International sulle migrazioni. «Il mondo attende - aggiunge la ricercatrice - che le persone sopravvissute a questa tragedia possano raccontare cosa è accaduto. Nel frattempo, siamo profondamente preoccupati per la mancanza di chiarezza nella versione fornita dalle autorità greche. La guardia costiera greca ha dichiarato che persone non meglio specificate a bordo dell'imbarcazione ‘hanno rifiutato' l'assistenza della Grecia intendendo proseguire verso l'Italia. A bordo c'erano centinaia di persone ed è impossibile che a ciascuna di loro sia stato chiesto cosa volesse fare. Il governo di Atene aveva specifiche responsabilità nei confronti di ogni persona che si trovava sull'imbarcazione, che era chiaramente in difficoltà».
«Occorre indagare urgentemente - prosegue Tidona - sulle circostanze del naufragio. Ma questa tragedia è solo l'ultima di una lunga serie di naufragi, in Grecia e altrove in Europa, del tutto evitabili. Oggi ci sono famiglie che piangono i loro cari e un numero ancora maggiore è alla ricerca di persone che non si riesce più a contattare. I politici europei avrebbero potuto prevenire tutto questo sin dall'inizio, istituendo percorsi legali e sicuri verso l'Europa. Ecco l'unico modo per evitare queste tragedie così frequenti».
Guardia costiera greca conferma tentato salvataggio
«Circa tre ore prima dell’affondamento della nave A/C, la motovedetta costiera L.S.-EL.AKT. si è avvicinata e ha calato una piccola corda sull’A/C per accertarsi delle condizioni della nave e dei suoi occupanti. Questa procedura è durata alcuni minuti e poi, dopo che la piccola imbarcazione è stata slegata dagli stessi migranti, si è allontanata e ha osservato l’A/C da una distanza ravvicinata».È questo il comunicato della Guardia costiera ellenica, riportato dall’emittente greca Ert, a proposito delle ore precedenti al naufragio del peschereccio a largo di Pylos.
Ue: «In Grecia la tragedia più grande del Mediterraneo»
«Non abbiamo ancora tutte le informazioni di quello che è successo, ma sembra essere la tragedia più grande nel Mediterraneo». Lo ha detto la commissaria Ue per gli Affari interni, Ylva Johansson, rispondendo a una domanda sul naufragio al largo di Pylos nel corso di un punto stampa. «I trafficanti che mettono queste persone su queste barche non le stanno mandando verso l’Europa, le stanno mandando verso la morte. È assolutamente necessario impedirlo», ha aggiunto la commissaria.
«Sfortunatamente, abbiamo visto» che una tragedia di questo tipo «sarebbe potuta accadere», ha sottolineato Johansson, spiegando che «dall’inizio di quest’anno è stato rilevato un nuovo modus operandi» dei trafficanti, con «le partenze di questi nuovi pescherecci dalla parte orientale della Libia» che «sono aumentate del 600%».
«I trafficanti finora arrestati sono di nazionalità egiziana», ha precisato la commissaria. «Dobbiamo combattere questi trafficanti in diversi modi, tramite l’intelligence e le indagini di polizia congiunte tra i Paesi di origine, di transito e di destinazione», ha ribadito ancora la politica svedese, osservando tuttavia che l’Ue non può «tralasciare completamente qualsiasi contatto con la guardia costiera libica, anche se i risultati dell’ultimo rapporto» dell’Unhcr sui legami tra le autorità libiche e i trafficanti «sono molto preoccupanti».
Ue, nostro approccio basato su piani azione e norme Patto
“Prima di tutto, questa è una tragedia e ne siamo profondamente addolorati. In secondo luogo, l’Unione europea sta lavorando il più possibile per affrontare le ragioni alla base che portano a queste tragedie”. Lo ha detto il primo portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, nel briefing quotidiano con la stampa, commentando il naufragio al largo delle coste greche. “Il nostro approccio si basa su due pilastri. Uno sono azioni concrete e tangibili. Abbiamo, ad esempio, un piano d’azione per il Mediterraneo che prevede diverse azioni in corso. E in secondo luogo, un pilastro legislativo, che mira ad affrontare le ragioni sottostanti”, ha aggiunto il portavoce.
Migranti: 55mila sbarcati in Italia, il 143% in più del 2022
Sono 55.662 i migranti sbarcati in Italia quest’anno, con un aumento del 143% rispetto allo stesso periodo del 2022, quando erano stati 22.917. E’ quanto emerge dai dati pubblicati sul sito del Viminale. Complessivamente nel sistema di accoglienza sono ospitate 118.212 persone; lo scorso anno erano 88.918 (+33%). Tra gli stranieri arrivati nel 2023 i più numerosi sono gli ivoriani (7.570), seguiti dagli egiziani (6.986) e dai guineiani (6.374). I minori non accompagnati sono 6.151.
Delegazione Eurocamera lunedì in sede Frontex
Una delegazione della commissione per le libertà civili del Parlamento europeo, guidata da Lena Düpont (Ppe), capo della delegazione, con Theresa Bielowski (S&D) ed Erik Marquardt (Verdi), visiterà l’Agenzia Frontex a Varsavia, dal 19 al 20 Giugno. I deputati incontreranno Hans Leijtens, direttore esecutivo di Frontex e altri funzionari di alto livello dell’agenzia e visiteranno il Centro di coordinamento per le operazioni e il Centro di situazione. Parteciperanno alla riunione del consiglio di amministrazione di Frontex e faranno una colazione di lavoro con i rappresentanti del responsabile dei diritti fondamentali, del responsabile della protezione dei dati e del forum consultivo.
Il gruppo di lavoro della commissione per le libertà civili sul controllo di Frontex - scrive la Commissione - è stato creato a seguito di una decisione dei coordinatori della commissione per le libertà civili del 29 gennaio 2021. In linea con il suo mandato, monitora tutti gli aspetti del funzionamento di Frontex e la corretta applicazione della pertinente legislazione dell’Ue, in particolare il regolamento sulla guardia di frontiera e costiera europea. Il suo lavoro si concentra, in particolare, sulla conformità di Frontex ai diritti fondamentali, sulla sua gestione interna, sulle procedure di segnalazione e sulla gestione dei reclami, nonché sulla trasparenza e la responsabilità di Frontex nei confronti del Parlamento europeo.
Ong listano a lutto loro profili
“Lutto universale per i morti in mare”. Le ong del soccorso in mare listano a lutto i loro profili social per ricordare le vittime del naufragio avvenuto pochi giorni fa a poche miglia dalla Grecia. All’iniziativa partecipano Sea-Watch, Open Arms, Medici Senza Frontiere, Emergency, Mediterranea Saving Humans, ResQ, Sos Mediterranee. “La tragedia avvenuta pochi giorni fa a poche miglia dalla Grecia - dicono - è una delle più gravi della storia recente delle migrazioni. Per noi questi sono giorni di lutto universale. Mettiamo a lutto i nostri profili e vi invitiamo a fare lo stesso. Lo facciamo per chiedere una missione europea di ricerca e soccorso nel Mediterraneo. Per fermare le morti sulla frontiera più letale del mondo”.
Ue, «gruppo contatto su migranti anche per avere input da Paesi»
“Noi siamo stati già molto chiari. Questa è una tragedia e noi siamo estremamente tristi per questo. L’Ue sta lavorando più alacremente che mai” sul dossier migrazione sulla base di “due pilastri: il primo è nell’azione concreta, il secondo è sul piano legislativo”. Lo ha detto il portavoce della Commissione Ue Eirc Mamer, interpellato sull’attacco alle politiche europee di Alexis Tsipras dopo il naufragio a largo della Grecia. “In queste ore sono contati regolari con le autorità greche e ieri il direttore di Frontex si è recato lì. E’ in corso il gruppo di contatto sulle attività Sar”. Quanto accaduto in Grecia “è nell’agenda dell’incontro. Questo è il quarto incontro di questo tipo e serve anche ad avere gli input dai tecnici dei Paesi membri e su come arrivare ad una strategia di coordinamento”, ha aggiunto Anitta Hipper, del servizio comunicazione dell’esecutivo europeo.
Avanti ricerche, sopravvissuti trasferiti vicino Atene
La guardia costiera greca ha avviato il terzo e ultimo giorno di ricerche nell’area in cui è affondato il grnade peschereccio carico di migranti al largo della Grecia. Centinaia di migranti che si trovavano a bordo risultano dispersi e si teme che siano morti. Le ricerche proseguono senza sosta ma le speranze di trovare sopravvissuti sono scarse visto che non è stato più trovato nessuno da mercoledì, quando erano stati recuperati 78 corpi e soccorse 104 persone. La maggior parte dei sopravvissuti è stata trasferita oggi in rifugi per migranti vicino ad Atene da un hangar nel porto meridionale di Kalamata, dove i parenti di chi viaggiava sull’imbarcazione si sono riuniti per cercare i propri cari. Nove persone, tutti uomini provenienti dall’Egitto, di età compresa tra i 20 e i 40 anni, sono state arrestate con l’accusa di traffico di esseri umani e partecipazione a un’organizzazione criminale. Ventisette dei sopravvissuti sono ancora ricoverati in ospedale. Il portavoce della Guardia costiera Nikos Alexiou, citando le testimonianze dei sopravvissuti, ha detto che tra i passeggeri nella stiva del peschereccio c’erano donne e bambini, ma che il numero dei dispersi, che si ritiene sia di centinaia, rimane poco chiaro. I funzionari di un obitorio statale fuori Atene hanno fotografato i volti delle vittime e raccolto campioni di dna per avviare il processo di identificazione.
Profugo siriano ritrova fratello tra i superstiti
Durante il trasferimento dei superstiti del naufragio dal porto di Kalamata verso il centro di accoglienza di Malakasa, a nord di Atene, un uomo siriano accorso in Grecia per avere notizie del fratello ha rintracciato il proprio familiare tra i sopravvissuti, come riportato dall’emittente Ert. I fratelli si sono abbracciati attraverso le sbarre della recinzione che circonda il magazzino dove hanno dormito i superstiti. Secondo il sito di Efsyn, il più grande dei fratelli, che ha ottenuto l’asilo e vive in Olanda, era accorso in Grecia per avere notizie del fratello, di 18 anni, che è scoppiato a piangere davanti alle telecamere mentre il più grande cercava di consolarlo attraverso le sbarre del cancello.
Superstiti, «nell’ora del naufragio i bambini dormivano»
“Non si sa quante donne e bambini si trovassero nella stiva e nelle parti basse della nave, tuttavia, secondo le testimonianze, al momento dell’incidente molte donne e bambini stavano dormendo”. Lo ha dichiarato Christina Nikolaidou, responsabile della comunicazione dell’Oim Grecia, al sito di Efsyn. Gli interpreti dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni sono riusciti a parlare con la maggior parte dei superstiti ricoverati nell’ospedale di Kalamata. “Le persone sono sotto shock, ma insistono sul fatto che a bordo dell’imbarcazione c’erano 700-750 persone. Ma non è lo shock che impedisce loro di avere un quadro chiaro, quanto piuttosto il fatto che erano ammassate l’una sull’altra e quindi avevano un campo visivo limitato”, ha sottolineato Nikolaidou, ricordano poi che “molti viaggiavano con le loro famiglie”.
Guterres, «problema europeo, non greco»
“Abbiamo preso contatto con le autorità greche, ma siamo onesti: questo non è un problema greco, è un problema europeo”. Lo ha dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, rispondendo a una domanda dell’emittente televisiva Star durante una conferenza stampa presso la sede delle Nazioni Unite a New York. “Penso sia giunto il momento che l’Europa sia in grado, in modo solidale, di definire una politica migratoria efficace affinché un simile fatto non si ripeta” ha aggiunto Guterres
Rabat, «censimento è protezione internazionale»
Censire i rifugiati è “necessario e centrale, come misura di protezione internazionale”. Così la Dichiarazione di Rabat sulla salute dei rifugiati e dei migranti, il documento di chiusura della terza Consultazione globale sul tema che si è appena conclusa, a Rabat, la prima del suo genere in un Paese arabo e africano. Organizzata da ministero della Salute del Marocco, Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Alto Commissariato per i Rifugiati e dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, la Conferenza ha sottolineato l’urgenza di censimento e registrazione dei migranti, che peraltro erano già stati ritenuti prioritari dall’Assemblea delle Nazioni Unite oltre che dal Comitato Esecutivo dell’Alto Commissariato per i Rifugiati (Unhcr). È innegabile che i Paesi ospitanti abbiano l’obbligo di garantire la protezione delle popolazioni di rifugiati sul loro territorio, si legge tra l’altro nel documento, “autorizzando l’Unhcr a procedere al loro censimento e registrazione, senza precondizioni”, in accordo con le convenzioni internazionali in materia
Grecia, tra i 4.000 e i 6.000 euro per un posto sul peschereccio affondato
Tra i 4.000 e i 6.000 euro. Tanto avrebbero pagato i migranti per il viaggio della speranza che è diventata l’ennesima tragedia del mare dopo il naufragio, mercoledì scorso, di fronte alle coste greche del peschereccio su cui viaggiavano in centinaia. Lo hanno raccontato i superstiti. Il bilancio ufficiale parla di 78 morti, centinaia i dispersi. Un centinaio di persone sono state tratte in salvo. Le autorità greche hanno arrestato nove persone, presunti trafficanti, tutti egiziani
Grecia, estesa zona ricerca sopravvissuti a naufragio ma operazione sospesa da prossime ore
La Guardia costiera greca ha esteso l’area delle operazioni di ricerca e soccorso al largo della costa sudoccidentale del Paese in cui mercoledì un peschereccio con centinaia di migranti a bordo è naufragato. Ma le ricerche saranno sospese nella giornata di oggi.
Frontex, +158% arrivi sulla rotta Med centrale in 5 mesi
La rotta del Mediterraneo centrale è il percorso più seguito dagli immigrati arrivati in Europa nei primi cinque mesi dell’anno. Lo ha reso noto Frontex, precisando che tra gennaio e maggio gli arrivi sono stati oltre 50.300, il 158% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, pari a circa la metà degli arrivi totali. Complessivamente gli arrivi di migranti in Europa attraverso le varie rotte seguite sono cresciuti del 12%, segnala Frontex, proprio in ragione dell’aumento del flusso registrato sulla rotta del Mediterraneo centrale che porta soprattutto in Italia.
Amnesty, bisogno disperato di percorsi sicuri verso Europa
“Siamo di fronte a una tragedia di dimensioni inimmaginabili, che oltretutto era totalmente evitabile”. Lo afferma Adriana Tidona, ricercatrice di Amnesty International sulle migrazioni, dopo il naufragio in Grecia in cui sono morti almeno 78 migranti. “Sollecitiamo un’indagine urgente, approfondita, indipendente e imparziale su cosa abbia causato questa catastrofe e chiediamo assistenza e sostegno per le persone sopravvissute”, aggiunge Tidona, come si legge in una nota di Amnesty, “ci sono molte domande che necessitano una risposta: perché un’operazione di ricerca e soccorso non è stata lanciata assai prima? Cosa ha provocato il capovolgimento dell'imbarcazione? Coloro che hanno perso la vita, le persone sopravvissute e le famiglie coinvolte hanno bisogno di trasparenza, verità e giustizia”.
Grecia: senza successo la ricerca dei migranti dispersi
L’operazione di ricerca e salvataggio per trovare le persone ancora disperse dopo il naufragio in Grecia è proseguita nella notte senza successo e il numero dei morti accertati è rimasto invariato a 78, non sono stati trovati nuovi sopravvissuti. Lo riporta l’agenzia greca Ana-Mpa. Una fregata della Marina ellenica, un elicottero della Marina e tre navi vicine stanno attualmente operando nell’area di ricerca.
Grecia: in corso il trasferimento dei superstiti del naufragio
È iniziato il trasferimento dei 104 migranti sopravvissuti al naufragio a sud del Peloponneso dal porto di Kalamata alla struttura di accoglienza di Malakasa, a nord di Atene. Tra loro ci sono alcuni minori che saranno trasferiti prima nel campo di accoglienza per completare le procedure di identificazione e poi verranno ospitati in alcune strutture minorili. Al momento, due autobus sono al porto di Kalamata dove i migranti salvati vengono gradualmente fatti salire.
Piantedosi, fermare partenze illegali è obiettivo Governo
“Per il governo fermare, o quantomeno limitare il più possibile, le partenze indiscriminate e illegali è sempre l'obiettivo principale. Nella consapevolezza, però, che si tratta di un obiettivo non sempre immediatamente a portata di mano”. Lo dice in una intervista a Domani il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.
“Negli ultimi venti anni ci sono stati innumerevoli naufragi prima di Cutro in varie parti del Mediterraneo. Questa ennesima tragedia conferma che i trafficanti di esseri umani fanno affari in maniera spregiudicata con totale disprezzo della vita dei migranti che sono esposti a rischi inaccettabili - afferma - L'Italia, insieme agli altri partner europei, sta lavorando per contrastare i trafficanti di esseri umani e rafforzare i canali di immigrazione regolari: uomini e donne che devono arrivare soltanto in maniera legale, sicura, pianificata, con strumenti di programmazione adeguati come il decreto flussi”.
Arrestate 12 persone accusate di essere gli scafisti
Arrestate 11-12 persone accusate di essere gli scafisti. In un primo momento le autorità greche avevano arrestato 9 egiziani sospettati di essere gli scafisti del peschereccio che si è ribaltato al largo di Pylos, in Grecia, con a bordo centinaia di persone. Lo riferisce l’emittente greca Ert.
Barca affondata partita dall’Egitto vuota, poi in Libia
Il peschereccio Adriana naufragato nel sud del Peloponneso, secondo i soccorritori è partito vuoto dall’Egitto, si è fermato nel porto libico di Tobruk per caricare i migranti e poi ha proseguito la sua rotta verso l’Italia. Lo riferisce la tv greca Ert. Il porto di partenza spiegherebbe la nazionalità egiziana dei presunti scafisti arrestati dalle autorità greche che stanno sottoponendo a interrogatori stringenti i sospetti trafficanti di esseri umani. Finora sono stati recuperati 78 corpi e sono state soccorse 104 persone. Il numero dei dispersi rimane sconosciuto, a bordo dell’imbarcazione forse c’erano 750 persone.
Oggi riunione Ue sui soccorsi. Si temono 600 morti
Si terrà oggi una riunione dell’Unione Europea per i soccorsi in mare, ma non sembra vicina una linea comune. La Polonia vuole un referendum su ricollocamenti Ue. Lo spagnolo Sanchez: ’L’Ue sia unita’. Nel naufragio di Pylos, in Grecia, è possibile ci siano fino a 600 morti. Secondo i sopravvissuti c’erano almeno 100 bambini nella stiva. Ci sono poche speranze per le centinaia di dispersi.