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Strategie integrate, coalizioni e fondi: dalla coesione nuove opportunità per i territori

di Giancarlo Cotella* e Erblin Berisha**

(robsonphoto - stock.adobe.com)

3' di lettura

Con il periodo di programmazione 21-27, la nuova politica di coesione dell'Unione europea (Ue) si è dotata di cinque obiettivi di policy (OP). Tra questi, l'obiettivo 5 “un'Europa più vicina ai cittadini” si preannuncia particolarmente interessante e innovativo, mirando a promuove lo sviluppo sostenibile e integrato di diversi tipi di territori, attraverso l'attivazione di iniziative di sviluppo locale.

Le ragioni alla base di questo obiettivo sono da ricercarsi nella crescente attenzione che le istituzioni europee attribuiscono alle caratteristiche dei luoghi e alle istanze delle comunità locali. Infatti, diversamente dai primi 4 OP, che risultano essere “tematicamente orientati”, l'OP5 è di natura trasversale e spiccatamente territoriale. Con esso, la Commissione riconosce l'importanza di mettere in atto strategie d'investimento che abbiano come oggetto ‘geografie reali' – ad es. aree urbane funzionali, regioni metropolitane, l'interfaccia urbano-rurale etc. – ossia quei territori all'interno dei quali le persone si spostano, lavorano, vivono, a prescindere dai confini amministrativi.

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L’approccio “place-baced” di Fabrizio Barca

Prendendo ispirazione dall'approccio place-based definito da Fabrizio Barca nell'omonimo rapporto, l'Ue mira così a dotare i sistemi territoriali locali delle risorse e degli strumenti necessari per affrontare le complesse sfide dello sviluppo attraverso iniziative definite in concerto con i diversi portatori di interesse. Nelle intenzioni della Commissione, infatti, la partecipazione degli attori locali alla definizione delle strategie e delle politiche di spesa è prerequisito fondamentale alla definizione di strategie di sviluppo territoriale che siano realmente integrate e sostenibili.

In questo senso, individuare un chiaro obiettivo territoriale non è solo una questione ‘tecnica', ma richiede che le sfide e le opportunità di sviluppo siano individuate, e dunque corrispondano alle reali esigenze dei contesti locali. Tale azione richiede l'utilizzo di strumenti innovativi, capaci di slegarsi dai confini amministrativi tradizionali. Ogni Stato membro è dunque chiamato a destinare almeno l'8% delle risorse FESR alla promozione di strategie di sviluppo territoriale integrato, da attuarsi attraverso strumenti già attivi nel periodo di programmazione precedente – gli Investimenti territoriali integrati (ITI) e lo Sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD) – ma anche tramite strumenti messi a punto per tale scopo dagli Stati stessi.

Il ruolo delle città medio-piccole e il legame con le aree rurali

È importante sottolineare come, in seno all'OP5, la Commissione riconosca l'importanza di promuovere un nuovo protagonismo delle città di piccole e medie dimensioni e il ricorso ad approcci di natura funzionale quali fattori chiave. Questo dovrebbe rafforzare i legami tra le aree urbane e quelle rurali, lasciando allo stesso tempo spazio a sperimentazioni di cooperazione territoriale caso per caso. A questo va aggiunto che, in Italia, l'attuazione del PNRR si presta all'attivazione di interessanti sinergie con la programmazione 21-27, favorendo la potenziale messa in atto di strategie integrate multi-fondo a beneficio dei territori.

L’opportunità di migliorare capacità istituzionale e progettuale

In conclusione, l'OP5 fornisce un importante supporto alla messa a punto di strategie di sviluppo integrato impostate e portate avanti da comunità locali aggregate secondo logiche funzionali. Queste strategie territoriali dovrebbero fornire a tali comunità l'opportunità di accrescere la propria capacità istituzionale e progettuale e, di conseguenza, dare vita ad azioni finalizzate ad interagire con le grandi sfide del nostro tempo, dalle transizioni verde e digitale, al cambiamento climatico, alla sicurezza energetica. L'ampio e variegato insieme di risorse a disposizione dovrebbe garantire l'attivazione di interventi multidimensionali, da realizzarsi con il coinvolgimento attivo degli attori locali in stretta sinergia con le singole regioni, che spesso giocano il ruolo di scouting del potenziale territoriale e di supporto tecnico nella fase di implementazione delle strategie.

Questo articolo riprende i contenuti di EU Talks, un format proposto da Il Sole 24 Ore insieme al CNR ISSIRFA per discutere in diretta Instgram di politica di coesione e fondi strutturali europei, e del loro ruolo nelle politiche di sviluppo in Italia. Nell'ottavo e ultimo appuntamento che si è svolto il 17 luglio (e che è possibile recuperare online sulla pagina Instagram del Sole) si è discusso del quarto degli obiettivi dell'Accordo di partenariato della politica di coesione 2021-2027: un'Europa più sociale. CNR ISSIRFA, insieme a Osservatorio Balcani-Caucaso, è partner del Sole 24 Ore nel progetto Work for Future, finanziato dalla Commissione europea

(*) Professore associato, Politecnico di Torino
(**) Ricercatore, Politecnico di Torino

Riproduzione riservata ©

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