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Stretta Bce pesa su sentiment operatori per la maggioranza tasso terminale al 4%

Scende di 10 punti il campione di quanti si attendono rialzi nei prossimi mesi mentre risale al 52% dal 46% la percentuale di quanti si attendono indici stabili. Resta alta la fiducia sulla tenuta dello spread e sulla forza dell'euro nei confronti del dollaro

di Corrado Poggi

(EPA)

4' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - La nuova stretta Bce, i segnali di rallentamento dell’economia e la continua situazione di incertezza che si registra a livello geopolitico fanno sentire il loro impatto sul sentiment dei mercati finanziari con un leggero ribasso della fiducia rispetto a un mese fa. E’ quanto emerge dal sondaggio di giugno condotto da Assiom Forex fra i suoi associati in collaborazione con Il Sole 24 Ore Radiocor. Scende infatti dall’87% all’83% il numero complessivo di quanti prevedono rialzi (sono il 31% contro il 41% di un mese fa) e quanti invece puntano su indici stabili (sono il 52% contro il 46% di maggio). Si registra di conseguenza anche un lieve aumento dei pessimisti: sono il 17% (con un 1% di super-pessimisti) contro il 13% di maggio. “L’inasprimento delle politiche monetarie delle banche centrali, concentrate nella lotta all’inflazione, e l’incognita legata alla tenuta dei bilanci societari in vista delle prossime trimestrali, hanno guidato leggermente al ribasso il sentiment degli operatori finanziari- spiega il presidente di Assiom Forex Massimo Mocio - Infatti, nonostante l’83% degli intervistati nel corso del mese di giugno si sia dimostrato convinto che la Borsa possa esprimere nuovi guadagni entro fine anno, il consensus è sceso rispetto alle rilevazioni del mese di maggio. I generosi guadagni a doppia cifra messi a segno dai principali indici azionari e il rialzo dei rendimenti rappresentano fattori di attenzione”.

Cambi: per 41% operatori euro verso nuovi rialzi su usd, per 44% cross stabile

La forza dell’euro resta un fattore prevalente nella percezione degli operatori ma, rispetto a un mese fa, risale il campione di quanti vedono un dollaro in ripresa. Se a maggio un 93% cumulativo riteneva infatti che l’euro sarebbe rimasto stabile o in crescita rispetto al greenback, oggi questa percentuale scende all’85%, con un 41% di operatori che vedono nuovi guadagni per l’euro e un 44% di operatori che invece puntano sulla stabilità nei rapporti di forza fra le due divise. Risale di conseguenza nel mese al 15% il campione di quanti vedono invece un indebolimento della divisa unica rispetto al dollaro: un mese fa erano solo il 7% mentre ad aprile si erano attestati al 24%. “Il differenziale dei tassi con la Fed, che ci si attende inizierà a ridurre il costo del denaro prima della Bce – spiega il presidente di Assiom Forex, Massimo Mocio - sta portando acquisti sulla moneta unica con proiezioni di una stabilizzazione o un leggero apprezzamento dell'euro nei confronti del dollaro per gli operatori di mercato”.

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Spread: per 70% operatori resterà stabilmente fra 150 e 200 pt

I segnali di tenuta dimostrati sin qui dal mercato dello spread inducono gli operatori dei mercati finanziari a vedere acque calme anche nei prossimi mesi. Secondo l’85% degli operatori (da 81% un mese fa) lo spread – che oggi naviga attorno a 166 punti - è destinato a mantenere saldamente le posizioni attuali senza sforare in modo stabile quota 200 punti. Nello specifico per il 70% degli operatori (da 74% a maggio) il differenziale resterà fra i 150 e i 200 punti mentre per il 15% scenderà fra i 100 e i 150 punti. Un mese fa un ulteriore calo del differenziale era atteso solo dal 7% degli operatori. Scende al contempo al 15% dal 19% di un mese il campione di quanti ritengono possibile un balzo dello spread nei prossimi mesi, balzo che in ogni caso dovrebbe essere contenuto entro i 250 punti. “La crescita dei tassi europei e la riduzione della liquidità, con la scadenza di giugno delle aste Tltro – spiega il presidente di Assiom Forex Massimo Mocio - non sembrano riflettersi sul differenziale di rendimento tra Btp e Bund, previsto stabilmente nella forchetta 150-200 punti dal 70% degli intervistati”.

Per 50% operatori Bce si fermerà al 4%, ma per il 34% si andrà oltre

La stretta Bce si fermerà quando il tasso sui depositi raggiungerà il 4%. Ne è convinto il 50% degli operatori che hanno preso parte al sondaggio. Secondo questa maggioranza mancano dunque ancora due aumenti di 25 punti base, il primo praticamente scontato nella riunione di luglio come anticipato dalla presidente Christine Lagarde e il secondo con tutta probabilità a settembre. Non mancano tuttavia opinioni divergenti. Secondo il 16% degli operatori che hanno preso parte al sondaggio la Bce si fermerà dopo il rialzo di luglio che porterà i tassi sui depositi al 3,75% mentre sul fronte opposto il 25% degli operatori vede ancora tre rialzi per arrivare al 4,25% e un ulteriore 9% ritiene possibile un ulteriore giro di stretta che porti il costo del denaro oltre tale soglia a fronte di un’inflazione core che si è dimostrata più tenace del previsto. “La stretta monetaria della Lagarde potrebbe essere vicina al picco e fermarsi una volta che i tassi europei avranno raggiunto il 4% - spiega il presidente di Assiom Forex Massimo Mocio - Per la gran parte degli operatori vanno considerati infatti i rischi di forte rallentamento dell’economia con possibili difficoltà per imprese, mercato del lavoro e istituti bancari che potrebbero derivare da un eccessivo inasprimento di politica monetaria”.

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