Strong (ceo Sky): «L’Italia è un asset fondamentale per la nostra strategia»
La società «ora fa parte della famiglia Comcast ed è più forte e attrezzata». «Siamo ottimisti, guardo con impazienza ai nostri prossimi 20 anni in Italia»
di Andrea Biondi
3' di lettura
Alle spalle 20 anni che hanno visto cambiare l’Italia e, mai così repentinamente come in questo lasso di tempo, la Tv, il suo mercato, le abitudini di consumo. Dal satellite con parabole e decoder si è passati all’Iptv e alle app, con le piattaforme social a picchiare con violenza sulle mura del castello della vecchia Tv, che da tempo appare assolutamente contendibile.
Davanti a Sky c’è invece un impegno sul quale il gruppo Comcast non arretrerà: «L’Italia è al centro del nostro futuro ed è un asset fondamentale nella nostra strategia che mira a continuare a trasformare le case delle persone, offrendo loro la migliore tecnologia e i migliori contenuti, dallo sport al cinema, dalle serie Tv all’intrattenimento». Parole, quelle della ceo global di Sky Dana Strong, volutamente scandite durante i festeggiamenti per i 20 anni di Sky in Italia.
Quella di oggi non è più la stessa Sky di 20 anni fa. Nel 2018 lo “squalo” Murdoch ha venduto al gigante Usa Comcast. Quanto a Sky Tg 24 «si è affermato come un protagonista nel panorama dell’informazione italiana. La testata e i suoi giornalisti – sottolinea Dana Strong – hanno vinto quasi 40 premi giornalistici in questi venti anni», ma sul punto di forza dell’all news ha da fare i conti con l’avanzata del web. La crisi si è anche fatta sentire sui bilanci finiti in rosso negli ultimi due anni e ora anche l’ambiente competitivo è differente: il presidio da primattore sul calcio pay in Tv – in passato infastidito, ma neanche poi tanto, dalla piattaforma Mediaset Premium che infatti non ha retto il confronto con la pay allora di News Corp – ha ceduto il passo alla convivenza con Dazn.
Ma proprio a sentire Dana Strong si capisce come questo cambiamento sia rivendicato, in chiave evolutiva. «Sky Italia – ha detto – è ora un motore di creatività nel nostro gruppo e ci sono tanti incredibili show e produzioni di cui siamo estremamente orgogliosi, che sono stati immaginati, scritti e prodotti dai nostri colleghi e dai nostri partner qui in Italia». Prova ne sono anche i riconoscimenti snocciolati dal palco: «Le nostre serie Sky Original e produzioni Sky Arte hanno vinto 19 Nastri d’Argento e i film prodotti tramite la nostra Vision Distribution hanno vinto 11 premi dai Festival internazionali più prestigiosi e 48 premi italiani di grande prestigio».
Sky ora, ricorda la ceo, fa parte «della famiglia Comcast». E questo «ci ha permesso di unire le diverse competenze presenti in diversi Paesi. Questo ci ha reso più forti e attrezzati per affrontare le sfide del mercato. Nei prossimi anni il nostro legame si rafforzerà ulteriormente e ci metterà su una traiettoria entusiasmante per la creazione di ancora più contenuti straordinari e di innovazione».
«Per il futuro?», chiede Sarah Varetto Executive Vice President Communication, Inclusion and Bigger Picture di Sky Italia. «Siamo ottimisti. E sappiamo – sottolinea la ceo Strong – che abbiamo tanto lavoro da fare a Sky, perché si può sempre fare meglio. Guardo con impazienza ai nostri prossimi 20 anni in Italia e ai tanti modi in cui potremo continuare a lasciare il segno in questo incredibile Paese».
In cui Sky ha attraversato un ventennio, come detto, cambiando pelle. «Una pay tv satellitare – spiega Andrea Duilio, ad di Sky Italia – che con innovazioni continue è diventata una tech media company mantenendo sempre il suo tratto distintivo: la capacità di unire contenuti formidabili alle tecnologie all’avanguardia. E oggi come ieri, la strategia di Sky resta la stessa: portare il meglio nelle case dei nostri abbonati rendendo tutto più semplice».
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