La protesta

Studenti e personale della scuola in piazza per lo sciopero generale: «Adesso basta»

Contestazione promossa dai sindacati confederali e di base, a eccezione della Cisl scuola. Fra le rivendicazioni, stabilizzazione dei precari e aumento salariale a tre cifre

di Redazione Scuola

(LaPresse)

2' di lettura

Insegnanti e studenti in piazza il 10 dicembre in diverse città italiane per dire con forza: «Adesso basta». Da Roma a Cagliari, passando per Torino, si sono svolte manifestazioni nel giorno dello sciopero generale della scuola, indetto dai sindacati confederali e di base, a eccezione della Cisl scuola. Il corteo principale si è svolto nella capitale dove centinaia di docenti e gruppi di ragazzi hanno sfilato sulle note di “Bella Ciao” da Porta San Paolo al Miur dietro un striscione con su scritto «La scuola si ribella». «Oggi siamo scesi in piazza al fianco al personale scolastico convocato da numerose sigle sindacali» ha sottolineato Luca Redolfi, coordinatore nazionale dell'Unione degli Studenti. «Lo scorso 19 novembre le mobilitazioni studentesche hanno attraversato tutto il Paese rivendicando un cambio di passo radicale della scuola - ha aggiunto -. Siamo a fianco di tutto il personale della scuola a gridare che urge cambiare rotta e ripensare un altro modello di scuola, differente per tutte le componenti sociali che lo vivono».

Flc-Cgil: «Atto di libertà»

E dal corteo di Roma il segretario della Flc Cgil, Francesco Sinopoli ha sottolineato: «Avevamo detto che ci saremmo ripresi le piazze. Oggi ci siamo quasi tutti. A quel grande sindacato che non c'è dico: lo sciopero è un atto di libertà. Noi siamo qui perché è giusto farlo». E ha poi aggiunto: «Le democrazie muoiono se non si sciopera, se non c'è protesta. Questo è uno strumento per cambiare il Paese». E a Cagliari, nonostante la pioggia battente, circa duecento persone con trombette, striscioni e cartelli si sono radunate in piazza dei Centomila.

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Uil: «Non si può fare la scuola a costo zero»

«Non si può fare la scuola a costo zero - ha detto al microfono Giuseppe Corrias, della Uil - basta con i tagli. Per i docenti gli aumenti non devono essere un'elemosina: meritano almeno duecento euro in più al mese». Pullman e presenze da tutta l'isola. «Ci siamo svegliati prima dell'alba - ha spiegato un insegnante di Nuoro - nonostante il maltempo siamo qui perché è troppo importante far sentire la nostra voce». Parole accolte dagli applausi. Mentre a Torino i lavoratori della scuola hanno organizzato un presidio davanti all'Ufficio regionale. «Sciopero per la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici» uno dei cartelli esposti.

Le richieste

La protesta, che anticipa e si inserisce nel quadro della mobilitazione che ha portato alla proclamazione da parte di Cgil e Uil dello sciopero generale del 16 dicembre, si chiedono più fondi in Manovra per il settore. Fra le rivendicazioni dei sindacati, percorsi riservati per la stabilizzazione dei precari con tre anni di servizio, aumento salariale a tre cifre, abolizione dei vincoli sui trasferimenti del personale, riduzione del numero di alunni per classe e concorsi per Dsga (direttore dei servizi generali e amministrativi).

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