Su fusioni e acquisizioni scende il gelo nel mondo: -50% le grandi operazioni
In Italia nei primi tre mesi del 2023 sono state realizzate 258 operazioni (-21% rispetto al 2022) per un controvalore pari a 7,2 miliardi di euro (-57%)
di Carlo Festa
2' di lettura
Il mercato delle fusioni e acquisizioni si ferma in Italia e nel resto del mondo nel primo trimestre 2023. A livello globale mancano le grandi operazioni che registrano un calo del 50% in termini di controvalori e del 19% come numero di deal.
I riflettori sono anche sul mercato delle fusioni e acquisizioni in Italia, dove nel primo trimestre 2023 sono state realizzate 258 operazioni (-21% rispetto al primo trimestre del 2022) per un controvalore pari a 7,2 miliardi di euro (-57% rispetto al primo trimestre dello scorso anno). Sarà questo il tema al centro del Merger & Acquisition Summit 2023, organizzato dal Sole 24 Ore in collaborazione con 4cLegal e che si svolge mercoledì 5 aprile in Assolombarda a Milano.
La forte contrazione del mercato italiano è sostanzialmente in linea con l’andamento del mercato dell’M&A globale. Le principali operazioni concluse nel primo trimestre dell’anno sul mercato M&A tricolore sono state, in particolare, l’accordo di integrazione tra Autogrill e la svizzera Dufry, grande operazione industriale e di mercato, per 1,9 miliardi di euro, intesa in base alla quale l’Edizione della famiglia Benetton sarà il primo azionista della nascente newco. In aggiunta, in altri settori, Ariston Group, tra i leader mondiali nel comfort termico sostenibile, ha completato l’acquisizione del 100% della tedesca Centrotec Climate Systems per circa un miliardo di euro.
Nonostante i controvalori modesti del primo trimestre, sul mercato ci sono operazioni annunciate per circa 50 miliardi di euro. Tra queste si segnalano, in particolare, il piano di dismissioni annunciato da Enel durante la presentazione del piano strategico, che prevede cessioni di asset per circa 20 miliardi di euro.
C’è poi sul tavolo il dossier della Rete Tim, che ha ricevuto offerte dalle 2 cordate: Kkr, da una parte, e Cdp Equity e Macquarie dall’altra parte.Dal punto di vista macroeconomico, il perdurare del conflitto Russia-Ucraina unitamente all’instabilità bancaria in alcuni Paesi potrebbero portare a ulteriori spinte inflattive (con necessita di immissione di liquidità dalle Banche Centrali) e con conseguenti ulteriori aumenti dei tassi d’interesse e un incremento del rischio di recessione unita ad un’elevata volatilità nei mercati finanziari.
«L’Italia, anche in un contesto macro-economico complesso, conferma comunque l’eccellenza dei suoi asset, che rimangono target interessanti sia per compratori industriali sia per i fondi di private equity. In assenza di uno scenario macroeconomico recessivo, è ipotizzabile un mercato dell’M&A domestico più performante di quello globale con una riduzione di circa il 15-20% rispetto al 2022. La stima di Kpmg è quella di 70 miliardi di euro come controvalore per la fine del 2023 con circa mille operazioni» dice Silvano Lenoci, head of corporate finance Italy di Kpmg.
C’è da dire che, in controtendenza, prosegue la raccolta dei grandi fondi che hanno raggiunto livelli record di liquidità (circa 3.700 miliardi di dollari), pronti a investire con rinnovato interesse anche nel mercato italiano, caratterizzato da multipli più convenienti rispetto all’area dell’Unione europea e degli Stati Uniti.
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