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Reddito di cittadinanza, dai navigator solo 220mila offerte di lavoro

A fine luglio su 1,23 milioni di persone tenute al patto di servizio solo 710mila sono state convocate dai Cpi e in 318mila hanno firmato

di Michela Finizio e Valentina Melis

Boom per il Reddito di cittadinanza: da gennaio +25% di famiglie

3' di lettura

Sono 220.048 le offerte di lavoro e le opportunità formative rese finora disponibili dai navigator ai beneficiari del reddito di cittadinanza presi in carico. Rispetto a una platea di circa 1,23 milioni di maggiorenni tenuti al patto di servizio (quindi potenzialmente “pronti a lavorare”), si tratta di numeri assai ridotti. Basti pensare che a fine luglio i patti sottoscritti erano 318.221 e appena 710mila persone (il 57,8% del totale) avevano ricevuto la prima convocazione ai centri per l’impiego.

Nei numeri di Anpal Servizi, che raccoglie sia i monitoraggi delle Regioni sui centri per l’impiego, sia le rendicontazioni mensili dei navigator (i 3mila operatori che si affiancano a quelli dei centri per l’impiego per seguire specificamente i percettori di Rdc), si leggono tutte le difficoltà contro cui si scontrano oggi le politiche attive rivolte ai beneficiari del reddito di cittadinanza.

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IL TREND DELLE DOMANDE IN CRESCITA
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Ad arrivare alla fase operativa della presa in carico, cioè alla seconda convocazione dopo la sottoscrizione del patto di servizio, finora sono state solo 174.857 persone.

Colloqui in ritardo (anche) causa Covid

Rispetto agli 1,23 milioni di beneficiari di Rdc tenuti a sottoscrivere il patto per il lavoro (cioè tutti i componenti maggiorenni delle famiglie intestatarie dell’assegno che non siano già occupati e che non frequentino un corso di studio), a fine luglio ancora dovevano fare il primo colloquio in 518mila, complice sicuramente anche l’emergenza coronavirus.

In ogni caso, i centri per l’impiego fanno sapere che al primo appuntamento si è presentato solo il 71,5% dei convocati. Di questi, il 63% degli appuntamenti si è tradotto nella sottoscrizione di un patto. Su 507mila soggetti che si sono presentati alla prima convocazione, 69.943 sono stati esonerati dal patto perché avevano carichi di cura legati alla presenza di bambini o familiari con disabilità grave, o perché frequentavano corsi di formazione. Altri 17.827 beneficiari sono stati rinviati ai servizi sociali dei Comuni per il patto di inclusione sociale e 21.494 sono stati sanzionati e il loro nominativo è stato inviato all’Inps per violazione delle condizionalità previste dal reddito di cittadinanza (rifiuto, abbandono dei percorsi e così via).

IMPORTO TOTALE EROGATO
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Il lockdown ha frenato anche il decollo dei Progetti utili alla collettività (Puc), cioè i progetti dei Comuni per affidare lavori socialmente utili ai percettori del “reddito”.

Navigator lentamente a regime

Peraltro i navigator, che hanno iniziato a lavorare a settembre 2019, sono da poco diventati pienamente operativi. Lo dimostra il fatto che il 25% delle loro 220mila offerte di lavoro sono state fatte nel mese di agosto scorso e dai numeri di Anpal Servizi emerge che in alcune Regioni, come la Campania, la loro attività è ancora al palo. Il loro incarico biennale, poi, scade ad aprile 2021.

«Bisogna proseguire nel rafforzamento dei centri per l’impiego, che stiamo portando avanti nelle Regioni con i concorsi, per passare da 8mila operatori a quasi 20mila», spiega Cristina Grieco, assessora al Lavoro della Toscana e coordinatrice della Commissione Istruzione e lavoro della Conferenza delle Regioni. «Il rafforzamento dei servizi dal punto di vista quantitativo e qualitativo è fondamentale - continua - perchè chi arriva ai Cpi spesso deve essere formato, deve avere un’adeguata certificazione delle competenze o essere sottoposto a percorsi di ricollocazione, per aumentare le chance di occupabilità. Insomma - conclude - non basta una App per risolvere il problema del mismatch tra domanda e offerta».

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