Finanza green

Sud e sostenibilità, aumentano i partecipanti al “Bond Food Mezzogiorno”

Il programma di minibond promosso da Sace e UniCredit ha visto l’arrivo anche della Società Agricola Garofalo (3 milioni). Gli altri partecipanti in Puglia e Sicilia

di Daniela Russo

(mintra - stock.adobe.com)

3' di lettura

Non solo rinnovabili nei progetti green delle imprese meridionali che aderiscono al programma di emissione minibond “Bond Food Mezzogiorno” (tasso variabile e durata pari a 7 anni), promosso da UniCredit e Sace e finalizzato al finanziamento di piani di sviluppo di medio-lungo termine legati alla crescita sostenibile della filiera agroalimentare. L’iniziativa ha visto crescere il numero delle partecipanti, fino alla recente sottoscrizione, da parte di UniCredit del prestito obbligazionario da 3 milioni di euro, garantito da Sace, emesso da Società Agricola Garofalo, capofila della filiera agricola/bufalina del gruppo campano Fattorie Garofalo.

L’azienda si è impegnata a favorire l’approvvigionamento del 100% di energia elettrica interamente da fonti rinnovabili, anche attraverso il revamping degli impianti fotovoltaici di Francolise (CE) e di Cerignola-Zapponeta (FG) e a realizzare obiettivi sociali per valorizzare lo sviluppo professionale delle proprie risorse interne.

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La partenza di Bond Food Mezzogiorno

“Bond Food Mezzogiorno” è partito a ottobre con otto aziende aderenti: Caffè Moak, Cantine Ermes, Gustibus Alimentari e Pastificio Di Martino (che hanno beneficiato della garanzia Sace), oltre a Caseificio Palazzo e Gruppo Leone (Mangimi Leone, Almeda e Leone Group). Le risorse complessive raccolte, dalle otto emittenti, superano i 27 milioni di euro.

Tra gli emittenti che guardano ai risvolti sociali delle iniziative messe in atto c'è la siciliana Cantine Ermes, cooperativa agricola oggi attiva anche in Veneto e Puglia. Con il minibond di 3 milioni di euro si propone di garantire un approvvigionamento di energia elettrica interamente da fonti rinnovabili e di formare i soci della Cooperativa su pratiche agricole e di business sostenibili, oltre che di pubblicare un Manifesto di Sostenibilità contenente i principi di generazione di valore sociale e ambientale condivisi.

Il caffè siciliano e le capsule compostabili

Caffè Moak, attiva nella torrefazione e commercializzazione del caffè, invece, punta alla riduzione dell'impatto ambientale e all'ottenimento di certificazioni della catena di fornitura. L’azienda siciliana, con il minibond di 1,5 milioni di euro, ha finanziato la realizzazione della nuova linea di capsule interamente compostabili e del packaging 100% riciclabile dei prodotti monoporzionati.

«La sostenibilità è da sempre un pilastro delle nostre attività – commenta Alessandro Spadola, amministratore delegato di Caffè Moak –. Da 11 anni, produciamo energia elettrica al 70% del consumo e da tre compriamo solo energia verde per il rimanente 30 per cento. Puntiamo a trasformare del tutto l'azienda, con qualche difficoltà per la parte relativa agli imballi. Lavoriamo da tempo per sostituire l’alluminio presente, senza però ottenere risultati positivi per la conservazione, e per utilizzare il biogas nella tostatura».

Il progetto innovativo, sostenuto con le risorse del minibond, è For You, un sistema chiuso dedicato agli uffici, composto da due formati di capsule interamente compostabili e da una nuova macchina brevettata, dotata di un gruppo a doppia erogazione e del sistema Moak Business Control, che grazie alla connessione bluetooth e tramite app, permette di dialogare con il cliente e di avere un monitoraggio della gestione dei prodotti e dei servizi di assistenza. «For You risponde all'esigenza di aprirci al settore uffici, ampliando il nostro mercato di riferimento, tradizionalmente costituito da realtà HoReCa», aggiunge Spadola.

Caseificio 4.0

Crescere in chiave 4.0 è l'imperativo della pugliese Caseificio Palazzo, che opera dal 1957 nel settore lattiero/caseario. Il minibond da 6 milioni di euro è finalizzato a sostenere lo sviluppo dello stabilimento. «Nel 2022 – racconta Claudia Palazzo, amministratore delegato di Caseificio Palazzo – l’azienda sarà impegnata in un importante progetto di ristrutturazione e ampliamento dello stabilimento industriale, che si estenderà su una superficie di 5000 metri quadri, oltre che nell'acquisto di nuove attrezzature in ottica 4.0 e di impianti alimentati da fonti rinnovabili. Un'azione già in atto è quella legata al recupero delle acque utilizzate nella produzione casearia. Abbiamo istituito un consorzio con un'azienda agricola del territorio, nella Murgia: un impianto di depurazione trasforma gli scarti liquidi in un fango attivo, dotato di un alto potere metanogeno, utile alla loro produzione di biogas e alla concimazione dei terreni».

Con un fatturato di 60 milioni di euro, serve importanti clienti del settore HoReCa e della GDO internazionale. L’export rappresenta oltre il 30% del fatturato e le persone impiegate in azienda sono 230, tra operai e dipendenti.


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