Colpo di Stato in Africa

Sudan, arrestati premier e ministri. Governo: «militari sparano su manifestanti»

Blitz nella notte a Khartum da parte di forze militari congiunte. Tra gli obiettivi anche il capo del governo Abdalla Hamdok. Usa sospendono aiuti

Colpo di stato in Sudan: manifestanti bloccano le strade a Khartoum

4' di lettura

Colpo di stato in Sudan con una situazione tesissima nelle ultime ore. I militari hanno assediato l’abitazione del primo ministro del Sudan Abdalla Hamdok, dichiarandolo agli arresti domiciliari. Arrestati anche i ministri dell’Industria e dell’Informazione e un consigliere del premier Yasir Arman, vicepresidente del Sudan People’s Liberation Movement-North. C’è stata poi anche l’irruzione di forze militari nella sede della radio e della tv sudanese a Omdurman, nei pressi della capitale sudanese Khartoum. Lo riferisce la Bbc che riporta una denuncia su Facebook del ministero dell’Informazione sudanese secondo cui “forze militari congiunte hanno assaltato” la sede e “arrestato alcuni dipendenti”.

L’uso della forza

L’ufficio del primo ministro sudanese Abdalla Hamdok ha invitato a scendere in piazza dopo il tentativo di golpe. “Chiediamo al popolo sudanese di protestare usando tutti i mezzi pacifici possibili... per riprendersi la rivoluzione dai ladri”, ha scritto l’ufficio di Hamdok in una nota.

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Il ministero dell’Informazione sudanese ha confermato che forze armate hanno sparato contro manifestanti “che rifiutavano il colpo di stato militare” a Khartoum: l’esercito ha usato “munizioni vere” contro i contestatori fuori dal quartier generale dell’esercito nel centro di Khartoum, cui l’accesso è impedito da blocchi di cemento e militari da diversi giorni, ha aggiunto il ministero sul proprio account Facebook.

Il generale sudanese Abdel-Fattah Burhan, a capo della transizione in Sudan, ha dichiarato lo stato d’emergenza alcune ore dopo che le sue forze hanno arrestato il primo ministro e altri funzionari del governo. In un discorso trasmesso in tv, il generale ha annunciato lo scioglimento del Consiglio sovrano alla guida del Paese, come pure del governo guidato dal primo ministro Hamdok, e ha promesso di completare la transizione democratica.

La ministra degli Esteri Mariam al-Mahdi, leader del partito islamista moderato “Umma”, ha dichiarato che “qualsiasi colpo di Stato viene respinto, resisteremo con ogni mezzo civile”. Lo scrive un tweet della tv Al Arabiya. Mariam è figlia di Sadiq al -Mahdi, leader dell’opposizione ed ex primo ministro del Sudan.

Internet intanto è stata interrotta in tutto il Paese e le strade principali e i ponti di accesso alla capitale, Khartum, sono stati chiusi, ha riferito il ministero dell’informazione. Decine di manifestanti hanno dato fuoco a pneumatici di auto durante raduni formatisi per le strade della capitale per protestare contro gli arresti, ha constatato un corrispondente dell’Afp. La televisione di Stato ha iniziato a trasmettere canti patriottici.

Colpo di stato in Sudan, un manifestante: "I militari hanno tradito, dobbiamo scendere tutti in piazza"

Chi protesta

La Sudanese Professionals Association, un gruppo di sindacati fondamentale nella guida delle proteste contro il regime del presidente-autocrate Omar al Bashir del 2019, ha denunciato un «golpe militare» e ha esortato i manifestanti a «resistere strenuamente».

Il Sudan sta attraversando una transizione segnata da divisioni politiche e lotte di potere dopo la cacciata di Bashir nell’aprile 2019. Dall’agosto 2019, il Paese è guidato da un’amministrazione civile-militare incaricata di sovrintendere alla transizione verso un governo del tutto formato da civili.

Ma il principale blocco civile - le Forze per la libertà e il cambiamento (Ffc) - quello che ha guidato le proteste anti-Bashir nel 2019, si è frammentato in due fazioni. La scorsa settimana decine di migliaia di sudanesi avevano sfilato in diverse città per sostenere il pieno trasferimento del potere ai civili e per contrastare un sit-in rivale allestito da giorni davanti al palazzo presidenziale di Khartoum chiedendo il ritorno al «governo militare». Il premier Abdalla Hamdok in precedenza aveva descritto le divisioni nel governo di transizione come la «crisi peggiore e più pericolosa» che deve affrontare la transizione.

Usa sospendono aiuti, torni governo provvisorio

Gli Usa sospendono gli aiuti al Sudan dopo il colpo di stato. Lo ha annunciato il portavoce del dipartimento di stato americano Ned Price. “Il governo transitorio a guida civile dovrebbe essere immediatamente ripristinato e rappresentare la volonta’ del popolo”, ha detto.

Gli Stati Uniti avevano subito dichiarato di essere “fortemente allarmati” per gli annunci di arresti di leader civili in Sudan da parte delle forze militari: lo ha twittato l’inviato americano per il Corno d’Africa, Jeffrey Feltman. Questi annunci di una presa del potere da parte dei militari vanno “contro la dichiarazione costituzionale (che regola la transizione nel Paese) e le aspirazioni democratiche del popolo sudanese”, ha sostenuto Feltman.

Anche l’alto rappresentante Ue, Josep Borrell sta “seguendo con la massima preoccupazione gli eventi in corso in Sudan”. “L’Unione europea - precisa il politico spagnolo su Twitter - invita tutte le parti interessate e i partner regionali a rimettere in carreggiata il processo di transizione”.

Gli arresti di leader civili in Sudan sono “inaccettabili”, ha dichiarato l’inviato delle Nazioni Unite in Sudan, Volker Perthes, dicendosi “molto preoccupato per le notizie di un colpo di stato”. “Chiedo alle forze armate di rilasciare immediatamente i detenuti”, ha aggiunto. Secondo il ministero dell’Informazione sudanese quasi tutti i civili all’interno delle autorità di transizione sono nelle mani di “militari”.

Condanna il golpe anche il presidente francese Emmanuel Macron mentre la Cina sollecita un dialogo tra le fazioni sudanesi.

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