ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIl conflitto nel Paese africano

Sudan, partito aereo militare con italiani evacuati

Predisposto da Palazzo Chigi un piano di emergenza per la tutela dei nostri connazionali, i combattimenti fra esercito e paramilitari continuano

Aggiornato il 23 aprile 2023 alle ore 20,30

Sudan, si continua a sparare nella capitale Khartoum

4' di lettura

Gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno completato l’evacuazione del personale della loro ambasciata in Sudan. Anche Francia, Belgio e Olanda stanno evacuando dipendenti e cittadini delle loro ambasciate. La portavoce del ministero degli Esteri francese Anne-Claire Legendre ha affermato che la Francia sta intraprendendo l’operazione con l’aiuto di partner europei. I Paesi Bassi hanno inviato in Giordania due aerei Hercules C-130 dell’aeronautica militare e un Airbus A330 in vista di una possibile missione di salvataggio. È dunque fuga degli stranieri dal Paese dell’Africa nord-orientale, precipitato in uno scontro armato per il potere tra opposte fazioni.

Tajani: lavoriamo per evacuare gli italiani entro la notte

Anche la Difesa italiana sta gestendo l’operazione di evacuazione dei nostri connazionali in Sudan. Un C-130 italiano - riferisce l’Ansa - è ripartito da Khartoum alla volta di Gibuti con la maggior parte degli italiani evacuati dal Paese e alcuni cittadini stranieri. Rimane ancora un piccolo gruppo in aeroporto in attesa di un secondo aereo. A bordo personale delle forze speciali dell’Esercito italiano e dei Carabinieri, ha spiegato in giornata il ministro della Difesa Guido Crosetto.

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«Ci sono 140 cittadini italiani che devono essere evacuati, il punto di incontro è l’ambasciata che è pienamente operativa e poi ci sono i militari che saranno coinvolti nelle operazioni di salvataggio. Noi contribuiremo anche all’evacuazione degli svizzeri e della nunziatura apostolica e di una ventina di cittadini europei. Circa 200 civili dovranno essere evacuati dai nostri militari», ha chiarito il responsabile della Farnesina, che ha detto di aver parlato con entrambi i leader delle parti in guerra ricevendo garanzie di sicurezza per gli italiani durante l’evacuazione. «Stiamo evacuando tutti i cittadini italiani che hanno chiesto di lasciare il Sudan, se le cose andranno per il verso giusto, di avere i nostri connazionali domani (lunedì) in Italia», ha poi aggiunto Tajani ai microfoni del Tg2.

Sudan, Tajani: "Italiani stanno tutti bene, ambasciata punto raccolta"

Appello del Papa per cessazione violenze

«Rimane purtroppo grave la situazione in Sudan. Perciò rinnovo il mio appello affinché cessi al più presto la violenza e sia ripresa la strada del dialogo. Invito tutti a pregare per i nostri fratelli e sorelle sudanesi». Lo ha detto il Papa al Regina Coeli.

Attaccato un convoglio francese, un ferito

L’esercito sudanese e il gruppo paramilitare delle forze di supporto rapido (Rsf) si sono accusati a vicenda di aver attaccato un convoglio di cittadini francesi, affermando entrambi che un francese è rimasto ferito. Il ministero degli Esteri francese, che in precedenza aveva dichiarato che stava evacuando personale diplomatico e cittadini, non ha commentato la notizia. Lo scrive la Reuters sul suo sito.

Blocco quasi totale di Internet

In quasi tutto il Paese la rete Internet ha smesso di funzionare mentre i combattimenti tra l’esercito e un gruppo paramilitare entrano nella seconda settimana. Il comandante in capo delle Forze armate del Sudan, generale Abdel Fattah Al-Burhan, ha ricevuto telefonate dai leader di diversi Paesi che chiedevano di facilitare e garantire l’evacuazione dei loro cittadini e delle loro missioni diplomatiche dal Paese acconsentendo a fornire l’assistenza necessaria alle operazioni.

Palazzo Chigi: pronto piano d’emergenza per gli italiani

Giorgia Meloni, secondo quanto si è appreso nella serata di sabato, sta seguendo l’evoluzione del conflitto in Sudan e ha tenuto una riunione con il ministro Antonio Tajani, il sottosegretario Alfredo Mantovano, il Capo di Stato Maggiore della Difesa Giuseppe Cavo Dragone, il generale Francesco Paolo Figliuolo, responsabile del Comando operativo interforze, i responsabili dell’Unità di crisi della Farnesina e dei Servizi di Sicurezza. Durante la riunione è stata esaminata la situazione sul terreno, in contatto diretto con le unità presenti in Sudan, e predisposto un piano di emergenza per la tutela dei nostri connazionali.

Connazionali a Khartoum in contatto con ambasciata

L’evacuazione, così come accade per altri Paesi occidentali, avverrà attraverso il punto di raccolta a Gibuti, tramite la rotta di Khartoum, con l’ausilio di velivoli militari. L’operazione avverrà con le stesse modalità di quando disposto in Afghanistan ma, in questo caso, riguarderà solo cittadini italiani. La situazione dei cittadini italiani che vivono nella capitale sudanese appare «molto complicata», come è stato riferito dal ministro degli Esteri Tajani. «Noi stiamo lavorando a tutte le iniziative che possano portare a un cessate il fuoco e a una tregua duratura. L’ambasciata d’Italia è aperta e pienamente operativa. Tutti i nostri connazionali a Khartoum sono in contatto con l’ambasciata, molti sono già nella sede dell’ambasciata che è in grado anche di fornire alimenti e acqua, e pure carburante, per poter stare in condizioni dignitose».

Gli scontri sul terreno

La missione saudita, invece, è stata evacuata via terra a Port Sudan e, da lì, per via aerea verso il Regno dell’Arabia Saudita, riferisce il testo del portavoce delle forze armate sudanesi aggiungendo che «la partenza della missione giordana avverrà più tardi con la stessa modalità». Si tratta di un percorso stradale di 835 chilometri che richiede oltre 12 ore di viaggio fino allo scalo portuale sul Mar Rosso, che bagna anche l’Arabia Saudita.

Nonostante l’annuncio di una tregua di tre giorni per l’Eid al-Fitr, la festa di fine Ramadan, nelle ultime ore a Khartoum si sono intensificati gli scontri tra l’esercito sudanese e i paramilitari della Rsf. Sono state segnalate esplosioni e scontri nelle aree circostanti il comando generale dell’esercito e il palazzo presidenziale di Khartoum. Estesi poi ai quartieri di Hillat Hamad, Khojaly e Arkaweet. La Bbc ha rilevato ventiquattro punti della capitale in cui esercito e paramilitari si combattono: otto sono a sud dell’ansa del Nilo azzurro e a ovest dell’aeroporto, quindi in un settore della capitale sudanese dove si trovano oltre al Palazzo presidenziale e al quartier generale dell’esercito, anche l’ambasciata d’Italia.

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