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Suggestione e commozione in 10 imperdibili riti pasquali

Da Matera a Trapani, da Firenze a Portoscuso e Sordevolo ecco il meglio dei rituali della settimana Santa lungo lo Stivale

di Damiano Laterza

Scoppio del carro a Firenze

7' di lettura

Attraverso la messa in scena di rituali millenari, celebrati in occasione della Settimana Santa, si possono apprezzare i dettagli di una cultura antica e preziosa, che si esprime soprattutto attraverso azioni simboliche che si ripetono ogni anno. Di seguito, una lista di dieci riti pasquali che almeno una volta nella vita bisognerebbe vedere, e che, malgrado le variegate interpretazioni che se ne possono dare, rappresentano tutti l’essenza del mistero sacro e dell’identità culturale delle diverse comunità che li celebrano.

Il meglio dei riti pasquali in giro per l'Italia

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Processione dei Misteri a Trapani

La Processione dei Misteri a Trapani è una lunga e suggestiva processione che si svolge nella notte tra il Giovedì e il Venerdì Santo. Le statue dei Misteri, rappresentanti singole scene degli eventi della Passione di Cristo, vengono portate a spalla per le vie della città. Si tratta di sculture realistiche fatte di legno, tela e colla. La sfilata di queste sculture è tra le più antiche manifestazioni religiose in Europa, poiché si svolge ininterrottamente fin da prima della Pasqua del 1612 e con una durata di almeno 16 ore continuative, ma occasionalmente ben oltre le 24 ore, rappresenta la festa religiosa più lunga in Italia. Nel tardo Medioevo e nel primo Rinascimento il fenomeno delle rappresentazioni della Passione si era diffuso nella maggior parte dei paesi cattolici. Le passioni, anche quando nascevano da una sincera devozione religiosa, mutavano comunque occasionalmente in farse, tendenza che si diffuse maggiormente all’inizio del Cinquecento, con evidente sconforto delle gerarchie cattoliche, che iniziarono allora a contrastarle.

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Processione dei Pasos a Siviglia e delle Vare a Caltanissetta

Alla fine del XVI secolo, le autorità religiose ma anche le autorità laiche finirono per vietare o comunque limitare fortemente le rappresentazioni passionali in varie località d’Europa, mentre in alcune zone, come in alcune parti dell’allora tentacolare impero spagnolo, queste cominciarono ad essere sostituite da processioni di arte figurativa raffiguranti i vari episodi della Passione di Gesù, come la processione dei Pasos a Siviglia, o la processione delle Vare a Caltanissetta: anch’essa si svolge nella notte tra il Giovedì e il Venerdì Santo, con le statue portate a spalla lungo un percorso caratterizzato da antiche chiese e palazzi nobiliari. Le Vare, o Misteri, sono sedici gruppi statuari imponenti, realizzati in legno, cartapesta e gesso. Un'antica usanza, che quest'anno verrà ripresa è la presenza del “cuntista”. Fino agli anni '50 infatti, vi era un narratore che declamava alcuni versi davanti alle Vare, un’antica tradizione che si è persa nel tempo e che a partire dall’edizione 2023, verrà ripristinata.

“Pasqua Experience” a Matera

Dalle statue della tradizione alla “Pasqua Experience”, dove se non a Matera? Qui i visitatori dei Sassi avranno la possibilità di vivere un'esperienza unica: un percorso narrativo sulla Pasqua che combina l'arte, la storia e la cultura del luogo. Il percorso si snoda attraverso dieci diverse aree narrative. Gli spettatori potranno ammirare quadri narranti realizzati da compagnie teatrali sui temi della Pasqua: gli attori si vestono da personaggi biblici e riproducono le scene della Via Crucis.

Vico del Gargano

Effetti speciali pure a Vico del Gargano, qui, in uno dei borghi più belli d'Italia il Giovedì Santo è forse la giornata che più delle altre esprime una propria peculiarità: dalle ore 21.30, l'Ufficio delle Tenebre cantato dalle voci delle Confraternite si conclude con lo “schopp” finale. Al termine delle lodi, infatti, i fedeli battono i piedi e agitano le “racanelle”, uno strumento in legno che produce suoni brevi e secchi attraverso la rotazione di una lamina su una ruota dentellata. Le racanelle e il rumore dei piedi che battono a terra cercano di riprodurre il rombo del terremoto che accompagnò la morte di Gesù Cristo.

Processione dei Vattienti di Nocera Terinese

Riti sacri, spettacolari, commoventi, partecipati ma anche impressionanti. Come la processione dei Vattienti di Nocera Terinese, in provincia di Catanzaro: una parata notturna che si svolge tra il Giovedì e il Venerdì Santo, in cui i partecipanti, vestiti con tuniche bianche e cinture di corda, si flagellano per il perdono dei peccati. Una pratica scandalosa e di recente proibita. “Lo spargimento di sangue per le vie cittadine, unito all’apposizione dello stesso sulle mura degli edifici - avevano scritto qualche mese fa gli amministratori nell’ordinanza con cui avevano imposto il divieto - è in assoluto contrasto con le primarie esigenze di tutela della salute pubblica e salubrità dell’ambiente”. Il comune è commissariato per ‘ndrangheta e la commissione prefettizia che lo regge nel frattempo ha fatto una parziale marcia indietro di fronte alla protesta popolare. “Ciascun vattiente dovrà usare strumenti di uso strettamente personale, opportunamente igienizzati prima e dopo ciascun utilizzo, e dovrà mantenere una distanza di almeno cinque metri da ogni altro praticante il rito. Non saranno ammessi imbrattamenti con sangue e altri fluidi corporei di pareti e portoni di edifici pubblici e privati” si legge nell'ultima ordinanza, che sposta alla giornata di sabato questo rito cruento, affascinante, ancestrale. Tradizione che si perde nei secoli passati fino al Medioevo per lasciare mille interrogativi sulla sua oscura origine.

Processione degli incappucciati a Taranto (Perdoni)

Come la processione degli incappucciati a Taranto (Perdoni): si tratta di uno dei rituali più antichi e suggestivi della Settimana Santa in Puglia. Nel primo pomeriggio del Giovedì Santo inizia il pellegrinaggio dei Confratelli del Carmine nei “Sepolcri”, ovvero gli altari allestiti in ogni chiesa della città. Escono in coppie o “poste”, a piedi nudi e incappucciati, e percorrono le vie cittadine facendo sosta in ogni sepolcro lungo il loro percorso. Sono i perdoni, in tarantino “perdune”, e simboleggiano i pellegrini che si recavano a Roma in cerca del perdono di Dio. Le “poste” impiegano diverse ore a compiere il tragitto designato perché avanzano con un dondolio lento ed esasperante che i tarantini chiamano “a nazzecate”. La processione anticamente prevedeva l'ingresso in sette chiese della città, tante quanti gli ingressi della città di Gerusalemme. I numerosi fedeli, a causa delle esigue dimensioni delle chiese locali, spesso erano costretti ad accalcarsi fuori dalle stesse attendendo pazientemente il loro turno e quindi, sia per riscaldarsi che per riequilibrare il peso del corpo, si lasciavano andare a quel dondolio che è divenuto poi il loro passo tipico. La città viene invasa da una vera e propria folla di turisti e devoti. Il corteo si snoda per le vie del centro storico, attraverso le storiche “scalinate”, fino ad arrivare alla cattedrale di San Cataldo e non è solo un momento di religiosità popolare, ma anche un’occasione per ammirare la bellezza della città dei due mari, mai abbastanza decantata.

Lo scoppio del carro a Firenze

Immancabile in una lista di tradizioni pasquali italiane imperdibili, lo scoppio del carro che si svolge a Firenze la Domenica di Pasqua, al termine della Santa Messa. Il duomo di Firenze viene raggiunto da un carro trainato da due buoi. Su questo carro troneggia una torretta, che viene chiamata Brindellone. La festa raggiunge il suo culmine quando una colomba pirotecnica parte dall'altare del duomo e raggiunge rapidamente il carro, facendolo scoppiare. Se la colomba ritorna incolume dopo lo scoppio, non c'è dubbio: quello che si prospetta è un futuro di prosperità. All'interno della cattedrale grazie alle pietre focaie di Pazzino, arde dal sabato il “sacro fuoco”, usato per accendere la miccia che farà sfrecciare lungo una fune collegata al carro, un piccolo razzo a forma di colomba. La colomba, simbolo dello Spirito Santo, sfreccia all'esterno in mezzo alle scintille e genererà a sua volta una serie di scariche a ripetizione dei petardi del carro, culminante in un'esplosione di fuochi pirotecnici e scoppi. L'inceppamento della colombina ed il mancato completamento della sua traiettoria è considerato di cattivo auspicio per l'anno in corso che sarà quindi nefasto. E in effetti i fiorentini ricordano che l'ultima volta che la “colombina” fallì la sua missione fu nel 1966 ovvero l'anno dell'ultima terribile alluvione che colpì la città di Firenze. Infine, da segnalare l'origine del termine “grullo”, usato dai fiorentini per designare una persona sciocca che è proprio legato a questa celebrazione: i grulli erano infatti i contadini che accompagnavano i buoi del carro ed il loro aspetto dimesso, lento e dall'aria un po' assonnata li rendeva piuttosto ridicoli se paragonati allo sfarzo della sofisticata platea di presenti.

Settimana Santa di Portoscuso

Durante la Settimana Santa di Portoscuso, nel Sulcis, in Sardegna, i riferimenti, le atmosfere della cultura e delle influenze iberiche sono molto evidenti, come dimostra tutta la comunità nell'assidua partecipazione a tutti i riti della Settimana Santa. Altra caratteristica che trova fondamento sull'autenticità di tali riti sono is Goccius ovvero componimenti poetici religiosi in lingua sarda. Secondo lo storico Giovanni Dore, is Goccius cantati in Sardegna traggono origine dai modelli bizantini, infatti essi, nella struttura, nella metrica e nelle strofe con ritornello alla fine, sono identici agli inni greci. Già in antiche fonti medioevali si trovano notizie di sardi invitati a Costantinopoli a cantare inni in greco in onore dell'imperatore. Nel XVII secolo in Sardegna esplose il fenomeno della drammatica religiosa ed is goccius erano parte integrante di quei rituali. Nel 1649 il teatro fu proibito da Filippo IV, tuttavia la tradizione continuò e dal XVIII secolo si registra la diffusione delle raccolte manoscritte de is Goccius in sardo e nel secolo successivo i manoscritti erano presenti in tutte le comunità. Nei decenni seguenti - e fino al 1924 - i canti furono però oggetto di censura vescovile, a favore di uno stile più severo nella liturgia. Oggi ritornano in auge in tutto il loro splendore acustico.

Sordevolo

A Sordevolo in provincia di Biella, un intero paese va in scena ogni cinque anni in una rara forma di teatro corale popolare. Una tradizione che si rinnova da oltre due secoli, in forma di antica drammaturgia collettiva, che vede la partecipazione dell’intera comunità. Interpretato da attori dilettanti, questo evento è allestito in collaborazione con l'Associazione Teatro Popolare di Sordevolo ed è composto da un prologo e 29 scene nelle quali sono presenti complessivamente 400 persone. Il testo su cui si basa si ricollega a un'opera di fine ‘400, elaborata in versi dal fiorentino Giuliano Dati, cappellano della Chiesa dei Santi Martiri in Trastevere a Roma. Il testo potrebbe essere pervenuto a Sordevolo grazie ai contatti fra la confraternita romana e quella affiliata dell'area biellese o per relazioni commerciali fra le differenti località.

Liguria

Infine una curiosità: in alcune zone della Liguria le processioni del Venerdì Santo sono caratterizzate dal Crocefisso rivolto verso la coda del corteo. E’ un’antica usanza che si rifà al tempo delle battaglie navali contro i Turchi, durante le quali i crocifissi che adornavano le prore delle navi venivano rivoltati affinché gli infedeli non potessero vedere il volto del Cristo.


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