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Sugli allevamenti la Ue va avanti: inquinano come le industrie

Il voto della commissione Ambiente dell’Europarlamento affossa il parere della commissione Agricoltura sulle emissioni inquinanti delle stalle

di Micaela Cappellini

(Countrypixel - stock.adobe.com)

2' di lettura

Gli allevamenti bovini devono rientrare nella nuova direttiva sulle emissioni inquinanti. Ribaltando completamente il parere della commissione Agricoltura di Strasburgo dello scorso fine aprile, che aveva escluso il comparto dalla proposta legislativa europea, la commissione Ambiente dello stesso Parlamento europeo ha votato per reinserire gli allevamenti bovini nella nuova direttiva. In particolare, gli emendamenti appena approvati riguardano gli allevamenti bovini da 300 unità, mentre abbassano la soglia a 200 unità per gli allevamenti di suini e pollame e a 250 per gli allevamenti misti.

Il mondo agricolo italiano si è mobilitato. Rappresentanti della Regione Lombardia, del Veneto, del Piemonte e dell’Emilia Romagna si sono recati in delegazione a Bruxelles per dire che la direttiva europea sulla qualità dell’aria, qualora venisse approvata e applicata, «creerebbe delle situazioni insopportabili e inaccettabili sul nostro territorio», come ha spiegato il governatore lombardo, Attilio Fontana, a margine del Comitato Ue delle Regioni. «Se venissero applicati i parametri proposti dalla Commissione europea - ha aggiunto - noi rischieremmo di dover chiudere il 75% degli allevamenti e delle attività agricole del nostro territorio».

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Critica anche la Cia-Agricoltori italiani: «Questa decisione - si legge in una nota - non tiene conto degli sforzi costanti delle aziende agricole per impattare sempre meno sul clima. Gli agricoltori sono continuamente impegnati a ridurre l'impatto ambientale delle loro attività con pratiche sostenibili, tanto che oggi in Ue l'incidenza degli allevamenti sulle emissioni complessive si colloca tra il 7% e il 10%. Ancora meglio fa l'Italia, dove le emissioni di CO2 della zootecnia rappresentano il 5% del totale». Il Parlamento Ue adotterà la sua posizione finale sul testo nella plenaria di metà giugno.

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