Sui Navigli di Milano il progetto fallito rinasce con la coop Ccl
Consorzio Cooperative Lavoratori, una volta ottenuto il via libera del Tribunale, subentrerà insieme a Torre Sgr ed entro settembre punta a riattivare il cantiere per completare gli appartamenti entro il 2024
di Laura Cavestri
2' di lettura
Da Urban Village Navigli a Cooperativa Habitat Navigli. L’obiettivo è il salvataggio di uno dei più ambiziosi progetti di cohousing in una delle zone di maggior pregio a Milano. Per le 75 famiglie che avevano investito sull’operazione di cohousing Urban Village Navigli in via Pestalozzi 18 – bloccata a causa della crisi della società promotrice – la soluzione è arrivata grazie all’intervento del Consorzio Cooperative Lavoratori (Ccl). Il colosso fondato nel 1974, che riunisce oltre 30 coop del settore casa, una volta ottenuto (entro marzo) il via libera del Tribunale, subentrerà – insieme a Torre Sgr– ed entro settembre punta a
riattivare il cantiere (bloccato dopo demolizione e bonifica) per completare gli appartamenti entro il 2024.
A chiedere il concordato preventivo al Tribunale di Milano, oltre alla Srl Urban Village Navigli, anche la NewCoh Srl, fondata da Marco Bolis che l’aveva creata. Mentre per l’operazione, che ha un valore complessivo di 50 milioni di euro, Ccl ha creato una cooperativa ad hoc, appunto la Coop Habitat Navigli.
«È stato un gruppo di 75 famiglie, che avevano già versato acconti per 40mila euro ciascuna alla società ammessa al concordato preventivo – ha spiegato Alessandro Maggioni, presidente di Ccl – a contattarci. Abbiamo valutato la sostenibilità del progetto di acquisto dell’area e il riavvio del cantiere. A luglio 2021 il Tribunale ha ammesso il piano di concordato, abbiamo costituito la nuova cooperativa e fatto l’accordo con Torre Sgr e due terzi degli ex acquirenti della Srl Urban Village Navigli. A dicembre il voto del piano da parte dell’assemblea dei creditori, poi l’omologa e a marzo 2022 il rogito, previo via libera del Tribunale. I soci di Habitat Navigli diventeranno così proprietari dell’area, ora appartenente al Fondo Scoiattolo partecipato dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e gestito da Torre Sgr».
Poche le varianti al progetto, con le quattro palazzine previste, spazi collettivi, verde, aree per sport e coworking. «I creditori recupereranno il 60% dei 40mila euro a testa già versati – ha aggiunto ancora Maggioni – e chi ha deciso di uscire dall’operazione potrà incassare il denaro. Il progetto resta invariato e siamo riusciti a conservare anche la firma di Cino Zucchi, con cui proseguirà la collaborazione. In tutto 115 alloggi (75 per gli acquirenti originari e gli altri per i nuovi aggiunti) tutti già assegnati».
Qualche ritocco, però, al listino. Per la parte di edilizia convenzionata, il prezzo resta invariato a 2.650 euro al metro quadro. Per i vecchi acquirenti della Srl sono rimasti confermati i 4.100 euro al mq, mentre per chi entra ora nell’operazione, è fissato in 4.300 euro al metro quadrato. «Un ritocco – ha concluso Maggioni – che andrà a costituire un fondo di solidarietà per la quota di famiglie che hanno comunque perso il 40% di quanto versato. Nello stile della solidarietà tra inquilini che caratterizza il cohousing».
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