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Esg, Italia poco attraente per i manager che sono all’estero

Secondo una ricerca condotta da AstraRicerche per Manageritalia e Kilpatrick, le imprese italiane risultano meno attente rispetto all’estero a tutte le dimensioni legate alla sostenibilità

di Lucilla Incorvati

2' di lettura

Quanta attenzione si presta nelle aziende italiane alla sostenibilità rispetto a quelle che sono all’estero sulle dimensioni core della sostenibilità sociale, economica e ambientale? Se si guardano alle risposte arrivate da oltre 500 manager italiani che oggi lavorano e vivono all’estero intervistati da AstraRicerche per Manageritalia e Kilpatrick, l’Italia non ne esce affatto bene. Il BelPaese risulta meno attento di quanto avviene all’estero riguardo a tutte le dimensioni indagate.

I campi di indagine

L’analisi sarà presentata oggi in occasione del convegno The Power of Sustainable Business a Milano e ha coinvolto 514 manager italiani che hanno scelto di lavorare e vivere all’estero con l’obiettivo di indagare il loro punto di vista rispetto a quanto si presta attenzione in Italia alla sostenibilità rispetto a oltreconfine.

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Dalle risposte raccolte in generale emerge una maggiore attenzione all’estero, riguardo ad ognuna delle dimensioni indagate, nello specifico:

1) Il doppio per quanto riguarda la sostenibilità ambientale (in Italia 25,1% e all’estero 44,6%);

2) quasi cinque volte tanto in merito al benessere delle persone sul lavoro (in Italia 15% e all’estero 71,8%);

3) quattro volte tanto nel caso della sostenibilità sociale (in Italia 14,6% e all’estero 62,8%);

4) otto volte tanto riguardo a diversità, equità e inclusione in azienda (in Italia 8,6% e all’estero 71,4%).

Sostenibilità, parola d’ordine per chi sceglie un’azienda

Altro punto importante, il ruolo che la sostenibilità ha verso i clienti, ma ancor più verso i lavoratori e quindi in termini di competitività. Infatti, che la sostenibilità, quella sociale ancor più di quella ambientale, sia ormai oggi un aspetto vero e concreto della competitività di un paese, territorio e/o azienda è confermato dall’importanza che ha nell’influenzare l’eventuale cambio di azienda da parte dei manager intervistati.

In questo caso, per la maggioranza dei manager intervistati, nel caso dovessero cambiare azienda, conterebbero moltissimo o molto nell’ordine: benessere persone sul lavoro (80,9%); sostenibilità sociale (66,5%); diversità, equità e inclusione (49,2%); sostenibilità ambientale (35,8%).

«La sostenibilità – dice Mario Mantovani, presidente Manageritalia – è uno dei driver dello sviluppo futuro sia in termini di creazione di business ad essa direttamente collegati (vedi pannelli solari, auto elettriche e altro) sia di impatto sulla cultura e vita aziendale. In entrambi i casi la sostenibilità ha un forte impatto nei modelli di business e organizzativi che devono essere cambiati, innovati e/o costruiti ex novo guidati da questo must. In questo, è chiaro che i manager e la gestione manageriale delle aziende hanno un ruolo determinante per non subirla ma invece guidarla a vantaggio di tutti e del sistema Paese. Anche da qui nasce l’indagine fatta insieme a Kilpatrick guardando a questo tema con gli occhi di chi lavora però all’estero».



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