Sul Sole 24 Ore di Domenica 14 maggio “Viaggio nell’anima dell’Europa” a cura di Carlo Ossola fa tappa in Ungheria a Pécs
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La nuova tappa del Viaggio nell'anima dell'Europa di Carlo Ossola, domenica 14 maggio, ci porta dalla Germania all'Ungheria. Un Paese recentemente tormentato da rigurgiti xenofobi e da un governo che assume sempre più posizioni intolleranti. Eppure, nell'Est dell'Europa, che viene da una storia tormentata, il professor Ossola ritrova alcune delle motivazioni profonde che stanno alla base della convivenza comune, in un continuo stratificarsi di storie e vicende. L'approdo è Pécs, città di Celti, Illiri, Pannoni, Turchi ottomani, ungheresi austriaci, dal cimitero paleocristiano alla moschea di Jákováli Hásszán, alla sinagoga grande. Le lingue s'intrecciano, in uno degli snodi della civiltà, ma ecco anche ciò che più unisce: il culto antico di Bacco (l'Istituto di ricerca di enologia e viticoltura con una delle maggiori collezioni al mondo di viti per uva da vino e da tavola, circa 1.200 tipi).
Il sottofondo è quello di un artista come Victor Vasarely, che di Pècs era nativo: esponente della op art ha attraversato il Novecento con compagni di viaggio d'eccezione, lasciando, nei suoi colori e nelle sue forme astratte la precisa descrizione dell'inquietudine e del riscatto della sua terra.
Il ritratto-intervista di Paolo Bricco è con Mario Moretti Polegato,
esempio di combinazione di tradizione e innovazione
Dopo l'università del futuro e la grande finanza del Novecento, in “A Tavola Con” domenica 14 maggio tocca all'imprenditoria italiana più verace. Se la prima puntata della rubrica di Paolo Bricco aveva ospitato il rettore di Milano-Bicocca Maria Cristina Messa e la seconda Gianluigi Gabetti, sodale e collaboratore di Raffaele Mattioli, Adriano Olivetti e l'Avvocato Agnelli, questa volta il profilo-intervista è dedicato a Mario Moretti Polegato, l'imprenditore veneto che ha fondato la Geox. Un esempio di anomala combinazione di tradizione e innovazione: la sua azienda produce scarpe e abbigliamento, quanto di più italiano sia possibile, ma allo stesso tempo destina il 2% dei ricavi alla R&S e soprattutto ha sviluppato un patrimonio ingente di brevetti. Dunque, secondo una traiettoria divergente rispetto a quel maggioritario capitalismo italiano di piccole e medie imprese convinto, a torto, che con la sola innovazione informale sia possibile competere sui mercati internazionali.
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