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In un contesto di generale flessione del numero di iscrizioni di nuove imprese presso le Camere di Commercio, che ha segnato un calo del 5,8% a livello nazionale tra il terzo trimestre del 2022 e lo stesso periodo dell’anno precedente, il tessuto imprenditoriale del Nord-Est ha mostrato una migliore tenuta in termini di dinamica, contenendo la contrazione al -2,6%. Ad incidere è stato soprattutto l’andamento del Veneto (-3,9%), a fronte di una sostanziale stagnazione che ha interessato le altre due regioni dell’area. Nonostante il tasso di natalità del Nord-Est riferito ai primi nove mesi dell’anno risulti del tutto in linea con la media nazionale (4,01 imprese ogni 100 esistenti a fine 2021, in entrambi i casi), alcune aree si distinguono per una migliore performance. A partire dal Trentino-Alto Adige che, con un indice pari a 4,29, si colloca al secondo posto della graduatoria delle regioni a più elevata natalità nei primi tre trimestri del 2022. Seguito da Trieste (5,25) e Gorizia (4,86), rispettivamente seconda e quinta nella relativa classifica provinciale. Sempre con riferimento allo stesso arco temporale, l’analisi dei tassi di natalità conferma poi una maggiore vitalità dei comuni sopra i 5mila abitanti rispetto a quelli di minore dimensione. Nel Nord-Est questo differenziale è superiore a quello medio nazionale e si traduce in un valore di 4,16 nei comuni eccedenti la soglia e di 3,52 in quelli al di sotto della stessa. Il Trentino-Alto Adige ed il Friuli-Venezia Giulia sono tra le regioni che mostrano la forbice più ampia in Italia (delta pari a 1,32 e 0,85 punti, rispettivamente). Trieste, Bolzano, Trento, Gorizia e Pordenone compaiono tra le prime 15 province italiane che presentano un maggior differenziale tra i grandi e i piccoli comuni. L’analisi della componente imprenditoriale straniera, anch’essa realizzabile a partire dai dati del Registro delle Imprese, restituisce un quadro del Nord-Est a fine 2021 sostanzialmente in linea con quanto riscontrato a livello nazionale. Il 10,9% dell’intero tessuto imprenditoriale dell’area è, infatti, rappresentato da imprenditori provenienti dall’estero, a fronte del 10,6% a livello di sistema Paese.
Incidenze più elevate si rilevano in Friuli-Venezia Giulia (12,9%), che si colloca al quinto posto tra le regioni italiane a maggior presenza straniera. Si tratta di un’imprenditoria relativamente più strutturata rispetto alla media nazionale con un peso del 17,8% delle imprese straniere registrate sotto forma di società di capitale (contro il 16,9%). Quanto alla provenienza di coloro i quali intraprendono iniziative individuali, nel Nord-Est, le quote più elevate di imprenditori stranieri si riscontrano con riferimento a Cina, Romania, Marocco e Albania, ricalcando sostanzialmente il quadro nazionale.
Mentre a caratterizzare il tessuto imprenditoriale dell’area è la presenza di kosovari: esistono 1.306 imprese detenute da nativi del paese balcanico, ovvero il 57,4% del totale Italia, con una fortissima vocazione settoriale, operando in quasi 9 casi su 10 in campo edile e si concentrano particolarmente in Veneto.
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