Sul vaccino decide l’adolescente non il genitore, il perché del Comitato di bioetica
La volontà di immunizzarsi deve prevalere in quanto coincide con il migliore interesse della sua salute psico-fisica e di quella pubblica
di Nicola Barone
I punti chiave
2' di lettura
Nessun obbligo di vaccinazione, sì invece alla necessità di una informazione accurata destinata ad adulti e ragazzi con il contributo essenziale della scuola. Nell’eventualità poi che «la volontà del grande minore di vaccinarsi fosse in contrasto con quella dei genitori», si ritiene «che l’adolescente debba essere ascoltato da personale medico con competenze pediatriche e che la sua volontà debba prevalere, in quanto coincide con il migliore interesse della sua salute psico-fisica e della salute pubblica». È il cuore di un parere fornito dal Comitato nazionale di bioetica nel quale si precisa che per gli adolescenti con patologie e rientranti nelle categorie identificate dal ministero della Salute (in una lista aggiornata), per le quali la vaccinazione è raccomandata «emerge in forma ancora più pressante l’obbligo dei genitori (rappresentanti legali) di garantire ai propri figli il miglior interesse; è importante ricorrere al comitato di etica clinica o ad uno spazio etico e, come extrema ratio, al giudice tutelare».
Ammesse misure di difesa della salute pubblica
Non si deve ricorrere all’obbligo, secondo il documento redatto dal presidente Lorenzo d’Avack e dalla vicepresidente vicaria Laura Palazzani con la partecipazione di tutti i componenti del Comitato, neppure nel caso opposto. «Il Comitato ritiene importante e auspicabile che l’adolescente sia informato che la vaccinazione è nell’interesse della sua salute, della salute delle persone prossime e della salute pubblica. In ultimo appare comunque corretto, dal punto di vista bioetico, non procedere all’obbligo di vaccinare in mancanza di una legge, ma porre in essere misure atte a salvaguardare la salute pubblica».
Focus sulle azioni di sensibilizzazione
Insomma la vaccinazione dei più giovani resta per il Comitato fondamentale per salvaguardare la loro salute e contribuire a contenere l’espansione del virus nell’ottica della salute pubblica, in particolare in vista del rientro a scuola. L’invito è dunque a puntare sulla comunicazione. «Si evidenzia l’importanza dell’informazione rivolta ai genitori, che dovrà essere calibrata in base all’età dell’adolescente, con particolare attenzione al bilanciamento di rischi e benefici, diverso rispetto agli adulti e agli anziani. L’informazione deve essere rivolta anche agli adolescenti, auspicabilmente mediante un foglio informativo prima del vaccino, affinché possano partecipare in modo consapevole. Tale informazione deve essere accompagnata da azioni di sensibilizzazione e di educazione dei genitori e degli insegnanti, con attivazione di specifiche iniziative nella scuola».
La vicenda della liberatoria al 17enne fiorentino
A metà luglio le cronache hanno riferito del 17enne fiorentino che si era rivolto a un avvocato per poter ricevere la dose nonostante il parere contrario dei genitori. In un primo tempo questi non avrebbero voluto firmare la liberatoria, salvo poi cambiare idea di fronte all’intenzione del figlio di avviare un confronto davanti all’organo di mediazione del tribunale di Firenze. Situazioni analoghe sono state descritte in altre parti del Paese.
Come procede la campagna
Stando alla dashboard della presidenza del Consiglio dei ministri sono poco più di 800mila gli under 19 che hanno completato la vaccinazione, mentre circa 1,5 milioni ha ricevuto solo una dose. Intanto gli under 60 - fra questi molti giovani - che si sono sottoposti alla prima dose di vaccino con AstraZeneca ora possono completare il ciclo vaccinale con un vaccino a mRNA con ottimi margini di fiducia. Secondo l’Oms, la vaccinazione eterologa con quest’ordine aumenta l’efficacia dell’immunizzazione.
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