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Sulcis, il rilancio prende forma

La Giunta regionale ha approvato la delibera relativa alla “Presa d’atto del Programma e mandato a sottoscrivere l’atto di delega quale Organismo intermedio” nell’ambito del Just Transition fund

di Davide Madeddu

3' di lettura

Avanti a passi piccolissimi. La partita per “risollevare” il Sulcis con un’iniezione da 367 milioni di euro da destinare a interventi di natura ambientale, energetica e sociale, nonostante i ritardi cui è seguito «un richiamo dal ministero» comincia a prendere forma.

Arriva la delibera della Regione

Il passo avanti, i giorni scorsi quando la Giunta regionale ha approvato la delibera che relativa alla “Presa d’atto del Programma e mandato a sottoscrivere l’atto di delega quale Organismo intermedio” nell’ambito del Just Transition fund. Lo strumento che per il Sulcis e la provincia di Taranto ha previsto lo stanziamento di 1 miliardo e 211 milioni.

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Una fase delicata per i ritardi

«Siamo in una fase delicata, mentre a Taranto hanno già svolto una serie di passi in avanti - dice Daniele Reginali, assessore alla Programmazione del Comune di Iglesias e componente del Comitato di Sorveglianza del Just transition fund - in Sardegna siamo in forte ritardo. E la delibera della Regione arriva sette mesi dopo e anche una lettera di richiamo da parte del ministro Fitto». Ora si dovrebbe cambiare registro. Il comitato di sorveglianza ha tracciato il percorso da seguire per sfruttare l’opportunità economica nuova occupazione nelle due aree d’Italia. Definiti anche ambiti, regole e premialità. E l’utilizzo delle risorse che valgono 796 milioni e 367 per il Sulcis. Non solo. Con la delibera adottata dalla Giunta regionale comincia a prendere corpo, come sottolineato dal presidente della Regione Christian Solinas, «anche il programma della Sardegna».

I tre pilastri per la crescita

Tre le direttrici su cui si dovrà sviluppare il programma nel Sulcis Iglesiente. «Le sfide individuate sono focalizzate su tre ambiti principali - sottolinea Giuseppe Fasolino, assessore regionale al Bilancio -: energia e ambiente, a cui è destinato il 30% delle risorse; diversificazione economica, a cui è destinato il 28% delle risorse; misure destinate a mitigare gli effetti economici e occupazionali causati dalla transizione, a cui è destinato il 32% delle risorse». I giorni scorsi, proprio nel Sulcis si sono svolti una serie di incontri e sopralluoghi nelle aree interessate dagli interventi.

Un milione di metri cubi di rifiuti

Per quanto riguarda gli interventi più avanzati sono quelli che interessano le bonifiche ambientali e il campo delle rinnovabili. Nel primo caso si tratta del progetto per la bonifica e risanamento della valle del Rio San Giorgio, un’area in cui si sono accumulati i residui delle lavorazioni minerarie. Il piano, che vale 60 milioni di euro, prevede la rimozione di circa un milione di metri cubi di rifiuti eredità di lavorazioni industriali e minerarie dismesse da anni. Nel progetto si prevede la messa in sicurezza permanente dei residui di lavorazione dell’attività mineraria avviata a metà del 1800 e proseguita sino al 1998. I principali contaminanti nei residui minerari e nei suoli sono arsenico, cadmio, mercurio, piombo e zinco. Nell’area vasta sono presenti rifiuti speciali legati all’attività estrattiva. L’intervento viene considerato il più importante sul piano delle bonifiche perché interessa sia corsi d’acqua sotterranei sia quelli superficiali senza considerare poi abitazioni che si incontrano lungo strada e il corso d’acqua che arriva sino al mare. Un altro progetto riguarda la realizzazione di una comunità energetica in area industriale. In questo caso il progetto è molto meno avanzato.

Serve una pianificazione regionale

«Per quanto riguarda gli altri progetti manca ancora tutto - argomenta Pietro Morittu, sindaco di Carbonia -. Credo sia necessario, partendo dai ritardi accumulati, metterli da parte e guardare alla scadenza del 2026 quando dovranno essere completati gli interventi finanziati con il Jtf e quelli con le altre misure». Per il sindaco del centro del Sulcis è necessaria «una pianificazione regionale che dia voce e tenga conto anche delle esigenze degli altri comuni». «Con tutte le risorse in campo il territorio potrebbe subire un cambiamento importante - conclude - ma è necessario che e proiezioni strategiche siano accompagnate da un livello regionale che oggi non è stato presente. È necessaria una pianificazione strategica generale e il compito della regione diventa sempre più importante dato che in questa fase l’assenza della Provincia si è fatta sentire».

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