«Sull’AI ci vuole un coordinamento tra le autorità nazionali, sfide globali richiedono un coordinamento globale»
L’intervista a Massimiliano Capitanio, commissario dell’Agcom, sulle necessità imposte dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale
di Simona Rossitto
3' di lettura
Le normative sull’intelligenza artificiale devono essere da un lato tempestive e, dall’altro, devono saper «invecchiare bene». E’ quanto sostiene Massimiliano Capitanio, commissario Agcom, nell’intervista a DigitEconomy.24, report del Sole 24 Ore Radiocor e di Digit’Ed (leader nella formazione e nel supporto alla crescita del capitale umano) per centrare l’obiettivo difficile di avere leggi che riescano a tenere il passo dell’innovazione nel settore dell’intelligenza artificiale.
In questo contesto l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni è già ampiamente coinvolta in vari campi, come quello della tutela del diritto d’autore e del pluralismo. Per far fronte a tutto ciò, sostiene il commissario, «le nostre competenze, come le norme, devono stare al passo ed essere debitamente supportate». E quindi servono le risorse economiche necessarie. E’ necessario, inoltre, un coordinamento maggiore con le altre Autorità nazionali, a partire da quella per la Privacy; a livello internazionale ci vuole «un coordinamento globale» per affrontare «sfide globali».
Alla luce dell’ AI Act, la normativa europea si arricchisce di un tassello importante, ma non si corre il rischio di arrivare con norme già obsolete quando il regolamento entrerà in vigore?
L’adozione di norme su tematiche in costante e rapida evoluzione è sempre soggetta ad invecchiamento precoce. Su questo aspetto possiamo lavorare su due versanti: da un lato cercare di essere più tempestivi, dall’altro adottare misure che sappiano invecchiare bene, ossia che sappiano individuare principi cardine e sempre validi alla luce dell’evoluzione tecnologica.
Che ruolo avrà l’Autorità nell’attuazione delle norme in materia di AI che impattano tutti settori regolati dall’Agcom?
Premesso che è sempre il legislatore a investire l’Autorità di nuovi poteri e competenze, è innegabile che Agcom abbia già un forte know how a materie affine o comunque vicine all’intelligenza artificiale. Basti pensare da ultimo alla nomina a Digital Service Coordinator, che comporta l’attribuzione delle competenze derivanti dal Digital Service Act, costituisce l’ultima frontiera della regolamentazione dei grandi player digitali che, presumibilmente, saranno quelli che svilupperanno (o hanno già sviluppato) i servizi più innovativi e disruptive legati all’AI e al Metaverso. In ogni caso, credo che la tutela del pluralismo, il contrasto alla disinformazione e le innumerevoli competenze di Agcom sulla tutela del diritto d’autore siano già ampiamente coinvolte dagli effetti dell’IA, soprattutto quella generativa.
L’autorità ha le risorse economiche e di competenze necessarie per affrontare l’avvento dell’AI in ogni comparto economico?
L’Autorità negli ultimi anni è stata al centro di una costante crescita di competenze soprattutto per quanto riguarda la disciplina delle piattaforme digitali, l’e-commerce e, con il recepimento della direttiva Smav, delle Vsp – Video sharing platform, solo per citarne alcune. Si tratta di competenze che hanno affiancato i compiti che potremmo definire “storici” di Agcom: la regolamentazione del settore delle telco, la disciplina dell’audiovisivo e il settore postale a cui trasversalmente si aggiunge la tutela del consumatore, tuttavia, è bene precisare che anche questi settori hanno visto un’evoluzione dei compiti e degli attori che compongono i singoli mercati, il che ha accresciuto la complessità dei nostri compiti di regolazione e vigilanza. Questo per dire che le nostre competenze, come le norme, devono stare al passo ed essere debitamente supportate. Sono comunque molto ottimista nella capacità del Parlamento e del Governo di comprendere quanto queste sfide siano cruciali nella tutela dei diritti fondamentali degli utenti e di quanto questa Autorità giochi un ruolo fondamentale. Pertanto, come già avvenuto per la tutela del diritto d’autore con l’approvazione della legge 93 del 2023 e come già detto, con la recentissima nomina a Digital service coordinator, sono convinto che l’Autorità verrà dotata delle risorse necessarie per svolgere al meglio i propri compiti.
C’è la necessità di un maggiore raccordo con altre Autorità nazionali, con quali in particolare?
C’è un costante bisogno di creare quella che mi piace definire un’alleanza di sistema. Occorre coordinare le nostre competenze, sensibilità, ma anche poteri che le norme ci affidano, per incidere efficacemente su soggetti che operano sempre più trasversalmente tra mercati a volte distanti fra loro. Ovviamente il primo pensiero va alla Privacy quale autorità competente per la tutela dei dati personali, un asset fondamentale per lo sviluppo della intelligenza artificiale. A livello internazionale vale quanto detto prima, sfide globali richiedono un coordinamento globale. Uno dei limiti che solo recentemente il legislatore europeo è riuscito a scalfire è quello di travalicare la giurisdizione dei singoli Stati membri e spostare il sistema di tutele dal Paese in cui stabilita la piattaforma, ad esempio, a quella in cui l’utente fruisce del contenuto o del servizio. Si tratta di un significativo passo in avanti, ma evidentemente non basta, occorrono regole chiare e trasversali
loading...