Super green pass e Quirinale: il ricorso di cinque parlamentari alla Consulta
La Consulta si pronuncerà sulla richiesta in una camera di consiglio straordinaria convocata per il 19 gennaio.
I punti chiave
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Mentre la polemica politica non si placa, in vista del voto per il Quirinale, un gruppo di parlamentari ha presentato un ricorso alla Consulta contro il super green pass. La Corte costituzionale è chiamata a decidere sull’istanza di sospensione cautelare relativa al ricorso per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sollevato dal deputato Pino Cabras (Gruppo misto) e altri quattro parlamentari: i deputati Emanuela Corda e Andrea Vallascas di Alternativa c’è (entrambi eletti in Sardegna), la deputata del gruppo Misto, Simona Suriano e il senatore Pietro Lorefice del M5s (entrambi eletti in Sicilia). La Consulta si pronuncerà sulla richiesta in una camera di consiglio straordinaria convocata per il 19 gennaio.
Lamentano la lesione di prerogative parlamentari
I «ricorrenti - ha reso noto la Consulta - sollevano conflitto in relazione agli articoli 1, 2, 3, 16, 32, 67, 64 e 66, 71 e 72, 78, 80, 81, 82, 83, 85 e 117, primo comma della Costituzione, nonché in relazione ai regolamenti (Ue) 2021/953 e 2021/954 del Parlamento europeo e del Consiglio del 14 giugno 2021, lamentando la lesione delle loro prerogative parlamentari e chiedono alla Corte di dichiarare che non spettava al Governo adottare il decreto-legge n. 229 del 2021 e, segnatamente, l’articolo 1, comma 2».
Cabras: «Ricorso per prerogative eletti, ma pure isolani»
«Abbiamo sollevato il ricorso in questo modo, cioè per conflitto di attribuzione dei poteri potenzialmente lesi dal governo nei confronti della prerogativa parlamentare, perché è l’unico modo concreto per avere una risposta a breve senza dover attendere i tempi dei tribunali ordinari e vista l’urgenza per le elezioni del capo dello Stato. Ma la questione va allargata perciò chiediamo la sospensione dell’obbligo di super green pass per tutti i 6,5 milioni di italiani che vivono nelle isole e su cui il decreto ha ricadute», ha spiegato all’Ansa il deputato sardo Pino Cabras della componente Alternativa c’è, interpellato sul ricorso presentato alla Consulta. «Contestiamo il fatto che il governo ponga determinati condizioni che però incidono sui poteri riconosciuti ai parlamentari, ma allo stesso tempo la nostra battaglia è più ampia perché lede ad esempio il diritto allo studio, situazioni particolari di lavoro o di malattia».
Chiesta anche la sospensione dell’intero decreto legge
Cabras e gli altri parlamentari «richiedono, quindi, di disporre l’annullamento, previa sospensione, degli atti lesivi e di ogni altro atto presupposto, conseguente e connesso e, in particolare, dell’articolo 1, comma 2. Nel ricorso viene anche richiesto alla Corte di sollevare, dinanzi a se stessa, questione di legittimità costituzionale del decreto legge 30 dicembre 2021 n. 229, nella sua interezza e all’occorrenza di disporre l’annullamento, previa sospensione, dell’intero decreto legge».
Dubbi su come votare in casi di positivi
Al momento una quarantina i parlamentari risultano positivi al Covid: in teoria, non potrebbero votare, ma si stanno cercando delle soluzioni per superare il problema. «L’auspicio è che si possa arrivare a creare le condizioni affinchè tutti coloro che hanno diritto di esprimere un voto lo possano fare, quindi confidiamo come centro-destra che si arrivi a condividere regole che permettano questo», dice il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. «Bisogna trovare assolutamente una soluzione - incalza il coordinatore nazionale di FI, Antonio Tajani - c’è un diritto costituzionale che va rispettato, non si tratta di uscire per andare a fare la spesa ma di eleggere il presidente della Repubblica, quindi va trovata una soluzione. Tecnologicamente, non credo ci siano i tempi per un voto telematico a distanza ma si possono trovare altre soluzioni: far votare nelle prefetture o trovare una sala riservata per chi è in quarantena».
Curreri: «Il voto a distanza evita problemi di legittimità»
Il voto a distanza da parte dei parlamentari positivi o in quarantena «evita problemi di legittimità dell’elezione del presidente della Repubblica, ed anche problemi politici di raggiungimento dei quorum», spiega il costituzionalista Salvatore Curreri, docente all’Università Kore di Enna. «I presidenti delle Camere dovrebbero scrivere al governo per chiedere una norma urgente che consenta a questi deputati e senatori di raggiungere Roma». «Attenzione , il problema è che se mancano anche 50 parlamentari, questi possono essere decisivi».
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