ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùL’audizione

Superbonus, Confindustria: brusco stop pesa sulle imprese, urgente smaltire i crediti bloccati

Per la dg di Coinfindustria Francesca Mariotti, audita in Commissione Finanze della Camera, è urgente anche agire sul regime transitorio, con la salvaguardia degli interventi in procinto di essere avviati, per i quali già sono stati sostenuti costi e presi impegni

Sportello superbonus: gli effetti dello stop alle cessioni

2' di lettura

Ci sono “considerazioni imprescindibili”, a partire da quelle di Eurostat e Istat, alla base dell’intervento del Governo sul superbonus ma - rileva Confindustria che parla di «modifiche dirompenti» con la dg Francesca Mariotti in audizione in Commissione Finanze della Camera - «non possono validare le modalità con cui è stato attuato il repentino blocco delle operazioni di sconto in fattura e cessione». «Eliminare tout court, e senza un ragionevole spazio transitorio, le forme di utilizzo alternative alle detrazioni ha minato l’affidamento, la capacità di programmazione e lo spazio di investimento di tutti gli operatori coinvolti», spiega Mariotti.

Confindustria: urgente smaltire i crediti bloccati

È urgente, avverte Confindustria, «garantire lo smaltimento (tramite cessioni) dell’ampio stock di crediti già maturati, il cui ammontare è stimato in circa 19 miliardi di euro». «Il settore manifatturiero rappresentato da Confindustria dà ampia disponibilità a fare la propria parte, tramite piattaforme affidabili e certificate, nelle operazioni di acquisto di crediti delle imprese fornitrici prive di adeguata capienza fiscale. Si tratterebbe - aggiunge Mariotti - di un intervento significativo al fine di mantenere l’operatività del settore edilizio e della connessa filiera, mettendo a disposizione dell’intero sistema produttivo la liquidità disponibile»

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«Regime transitorio a tutela lavori avviati»

Non solo. «È urgente agire sul regime transitorio, con la salvaguardia degli interventi in procinto di essere avviati, per i quali già sono stati sostenuti costi e presi impegni e che si sarebbero formalizzati nei giorni immediatamente successivi alla pubblicazione del Dl, nonché per quelli che risultino particolarmente ’meritevoli’ per le particolari finalità o per i contesti peculiari in cui si collocano» ha proposto la dg di Confindustria. «Nello specifico - ha chiarito - occorre tutelare i soggetti che, in piena buona fede, alla data del Dl, avevano già avviato l'iter dei lavori. Sarebbe ragionevole prevedere, in sede di conversione in legge, una modifica normativa volta a confermare la previgente disciplina per tutte le cessioni per le quali, entro 15 o 30 giorni dalla data di conversione in legge del decreto in commento, risulti presentata la Cila o la richiesta di permesso di costruire»

«Caso emblematico, errore di metodo»

La vicenda del superbonus è emblematica di come «l’apprezzabile intenzione originale di creare uno shock nell’economia colpita dagli effetti negativi della pandemia da Covid-19, possa naufragare se non supportata da una avveduta quantificazione dei costi di copertura e da una precisa delimitazione dell’ambito di intervento» sottolinea con Mariotti, in Commissione Finanze della Camera. «Una vicenda tormentata insomma, di cui - avverte - non intravediamo la fine. Perché è evidente che anche i recenti interventi necessiteranno, a loro volta, di ennesimi correttivi».

«Esaminare i dati nella loro complessità»

E pur rilevando che «l'urgenza dell'intervento normativo è motivata da una preoccupazione per la dimensione economica», ha sottolineato che «i dati vanno, però, esaminati nella loro complessità: questi crediti d'imposta hanno agevolato lavori che in larga parte non sarebbero stati eseguiti e hanno portato nelle casse pubbliche entrate fiscali derivanti da queste attività, quelli sui redditi degli occupati del settore, le imposte indirette su materiali e prodotti»

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