Superbonus, nel Dl anticipi 15 miliardi per le coperture del maxi-sconto
Il calendario originario del fondo costruito dal decreto «Rilancio» del 2020, che ha introdotto il super-sconto, per quest’anno aveva messo in calendario meno di 3 miliardi
di Gianni Trovati
2' di lettura
Sono 2,76 i miliardi che il decreto anticipi libera dai conti del 2024 per aprire spazi alla manovra. Ma le cifre della cassa mosse dal provvedimento sono molto più alte, e si fermano un soffio sotto i 28 miliardi di euro.
Il grosso, anche in questo caso, arriva dal Superbonus. Perché «per il perfezionamento delle regolazioni contabili del bilancio dello Stato delle agevolazioni per i bonus edilizi», cioè per compensare gli effetti di cassa prodotti dalla corsa delle agevolazioni, il fondo per il Superbonus è aumentato di 15 miliardi: per avere un’altra misura della moltiplicazione dei costi generati dal bonus è utile tornare al calendario originario del fondo costruito dal decreto «Rilancio» del 2020, che ha introdotto il super-sconto e che per quest’anno aveva messo in calendario meno di 3 miliardi (2,935, per essere precisi).
L’intervento è la ricaduta finale del deficit aggiuntivo certificato dalla NaDef come impatto degli sconti fiscali in edilizia. Com’è inevitabile la raccolta di una cifra del genere agisce a tutto campo. E passa dal definanziamento per 3,13 miliardi di una serie di programmi ministeriali, pesca 2,775 miliardi dai conti di tesoreria di Cdp e per 2,53 miliardi dal «Patrimonio destinato», il maxi-fondo creato sempre dal decreto Rilancio per il sostegno di imprese sopra i 50 milioni di fatturato con intervento diretto dello Stato. Ma nella pesca finiscono anche 350 milioni inutilizzati nel fondo per l’assegno unico, e altrettanti che quindi per quest’anno azzerano il fondo per la disabilità, creato dalla manovra per il 2020, aumentato da quella per il 2022 ma evidentemente rimasto inutilizzato. Altri 258 milioni arrivano dai residui del reddito di cittadinanza, e 200 dal fondo per la perequazione infrastrutturale che nelle intenzioni del federalismo fiscale avrebbe dovuto colmare i ritardi nelle dotazioni del Mezzogiorno.
Accanto a questa sorta di Spoon River dei programmi di spesa caduti prima di produrre i risultati sperati, il decreto apre altri 4 miliardi di fabbisogno su quest’anno per il nuovo rinvio, a fine 2024, della vendita del gas acquistato in emergenza dal Gse nel maggio 2022 (quando le quotazioni erano molto più alte).
Nel testo finale arrivano poi alcune novità rispetto alle norme circolate nei giorni scorsi. I conguagli delle pensioni saranno liquidati a dicembre, non a novembre, ci sarà un mese in più per la presa in carico da parte dei servizi sociali degli ex titolari del reddito di cittadinanza mentre il fondo per l’accoglienza dei profughi dall’Ucraina si dimezza a 46,859 milioni.
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