Superbonus, Meloni: è costato 2mila euro a ogni italiano. Ora soluzioni per evitare il tracollo delle aziende
La premier sui social ha detto che il costo totale dei crediti del superbonus è di 105 miliardi. Senza un intervento «non avremmo i soldi per fare la finanziaria»
I punti chiave
- Soluzioni per evitare tracollo aziende
- Berlusconi: percorso del governo è giustificato
- Forza Italia: subito tavolo maggioranza per confronto
- Brancaccio (Ance): dare certezze o cala credibilità
- Prezzo bollette scende, potremmo recuperare risorse
- Pnrr, nel 2022 spesi meno di 20 miliardi
- Sui migranti cambio di paradigma
4' di lettura
«Il superbonus nasceva con intenti condivisibili ma la misura è stata scritta così male e gestita così male che ha generato una mole enorme di problemi che ora noi siamo chiamati a risolvere. Siamo intervenuti su una situazione fuori controllo». A parlare è la premier, Giorgia Meloni, nella sua rubrica social “Appunti di Giorgia”. Meloni ha aggiunto che a ogni italiano «il superbonus è costato circa 2mila euro», e che il costo totale dei crediti del superbonus «attualmente è di 105 miliardi di euro. Ora dobbiamo difendere il debito pubblico», ha detto. Peraltro «ci sono state moltissime truffe, circa 9 miliardi di euro di truffe». «E se lasciassimo il superbonus così com’è non avremmo i soldi per fare la finanziaria».
Soluzioni per evitare tracollo aziende
Il tema è delicato, con le principali associazioni datoriali convocate domani 20 febbraio a palazzo Chigi. E il presidente del consiglio ha sottolineato come, dopo le norme restrittive appena varate, occorra «cercare soluzioni per evitare il tracollo di migliaia di aziende. Abbiamo fatto un altro decreto che impedisce l’acquisto di crediti da parte delle pubbliche amministrazioni, perché quella specie di moneta parallela rischiava di impattare sui bilanci degli enti locali. Poi abbiamo detto che in futuro non sarà più possibile cedere quei crediti, perché è uno dei modi più efficaci per aiutare gli “esodati del 110”, cioè chi è rimasto con i crediti in mano».
«Vogliamo spingere le banche e tutti gli attori che possiamo coinvolgere ad assorbire i crediti che sono incagliati, che nessuno vuole prendere. E abbiamo definito meglio la responsabilità di chi deve prendere quel credito». «Convocheremo tutte le associazioni per chiedere come possiamo aiutarle e per mettere tutto su un binario sensato».
Berlusconi: percorso del governo è giustificato
Una sponda alla premier arriva da Silvio Berlusconi. «Il mio punto di vista al riguardo, da uomo di Stato e di economia, è che sia giustificato e forse inevitabile il percorso del governo per evitare danni al bilancio dello Stato, che potrebbero addirittura portarci ad una situazione di default. Naturalmente il Parlamento sovrano discuterà il decreto, e, nei tempi richiesti, ove lo ritenesse opportuno, potrà apportare utili modifiche», afferma il presidente di Forza Italia.
Forza Italia: subito tavolo maggioranza per confronto
Al lavoro di modifica delle norme in itinere punta nettamente il partito dell’ex premier. «Per risolvere velocemente e in modo spedito il tema dei miglioramenti da apportare al decreto Superbonus, chiediamo che sia istituito un tavolo dove siedano i capigruppo di maggioranza prima che il provvedimento venga posto all'attenzione della commissione». Così i presidenti dei gruppi di Forza Italia al Senato e alla Camera, Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo.
«Si potrebbe così ovviare - proseguono - allo scarsissimo tempo dato ai partiti di maggioranza, e agli stessi ministri, per valutare e emendare il provvedimento prima del CdM che lo ha varato. In appena mezz’ora, Forza Italia è comunque riuscita ad apportare due importanti modifiche. La prima riguarda la responsabilità solidale degli istituti di credito, che grazie a noi saranno chiamati a rispondere solo per il loro eventuale dolo e non anche per quello di chi ha effettuato i lavori. Un intervento teso a facilitare lo sblocco dei crediti incagliati. La seconda, invece, ha ridotto il numero dei documenti da presentare per dimostrare la regolarità degli interventi effettuati, con l'eliminazione della previsione di file geolocalizzati, fotografici o video, a testimonianza dei lavori ultimati».
«Questo in considerazione del fatto che non si può pretendere, oggi, una attestazione che non è mai stata prevista dalle leggi sui bonus edilizi. Di più, visti i tempi ristretti, non è stato possibile fare. Malgrado ciò, i ministri di Forza Italia, con il consueto senso di responsabilità, hanno votato il testo, per metterei in sicurezza i conti pubblici che, ovviamente, nessuno ha intenzione di sfasciare».
Brancaccio (Ance): dare certezze o cala credibilità
Intanto i costruttori chiederanno «una misura con regole certe e chiare, stabili nel tempo e sostenibili economiche che consentano programmazione alle imprese per gli investimenti e ai cittadini per le scelte». Per la presidente dell’Ance Federica Brancaccio «giusto guardare alle coperture ma bisogna ricordare che il Superbonus è nato in un momento di crisi per dare una spinta all’economia e l’ha data. Poi ci sono state modifiche. Questo mina le certezze. La sfiducia tra Stato e cittadini ha un costo sociale altissimo. Se nessuno si fida,tutto si blocca. Con un risvolto anche economico oltre che nelle urne».
Prezzo bollette scende, potremmo recuperare risorse
Nelle sue comunicazioni via social Meloni ha parlato anche di bollette che stanno diminuendo (anche grazie alla battaglia sul tetto europeo al prezzo del gas). «Questo - ha spiegato - potrebbe voler dire anche liberare nelle prossime settimane qualche risorsa che era stata destinata al sostegno per pagare le bollette».
Pnrr, nel 2022 spesi meno di 20 miliardi
C’è poi il Pnrr, su cui l’Italia è impegnata nell’attuazione, ma chiede più flessibilità. A oggi, ha detto la premier, «sono stati spesi meno di 20 miliardi. Ancora peggio - ha aggiunto - va per altri fondi, come i fondi di coesione, destinati ai territori in maggiore difficoltà. Nella programmazione europea 2014-2020, di 126 miliardi l’Italia ha ne spesi circa 43. Oggi si apre la nuova programmazione, ci sono altre decine di miliardi da spendere, il punto è se sappiamo spenderle».
Sui migranti cambio di paradigma
Parlando infine di migranti, Meloni ha evidenziato che le conclusioni del Consiglio europeo «rappresentano un totale cambio di paradigma e di approccio. Entrano concetti come che l’emigrazione è un problema europeo e servono adeguate risorse».
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